🇮🇹Ciao a tutti!
Stavolta ho voluto fare un post diverso e mi sono imbattuta in una versione molto amatoriale di un Vlog.
Sono partita da Porto (o Oporto in italiano) e sono arrivata a Lisbona in treno.
Questa non è una guida di Lisbona.
Più che altro racconto quali sono i luoghi che più mi piacciono di questa città e quelli a cui sono particolarmente affezionata,avendoci vissuto più di un anno.
In realtà avrei voluto aggiungerne molti di più ma mi sono dovuta contenere altrimenti sarebbe diventato un documentario :)
Ecco a voi il link.
Buona visione.
🇬🇧Hi Everyone!
This time I decided to do a different post and I make a VLOG!
The journey start from Porto Campanha Station to Lisbon Oriente.
This is not a guide,it's just a resume of some of the best Lisbon corners for me because I lived there one year and I have fantastic memories!
Here the link.
Enjoy
Clicca qui/ Click here →TRENO PER LISBONA
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sabato 4 marzo 2017
(56)Treno per Lisbona-Vlog-
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Ubicazione:
Portogallo
mercoledì 8 ottobre 2014
(Cap 37)"Noi e i Social Network"
In questi giorni ho letto un articolo interessante che mi ha
dato spunto a una riflessione.
Una ragazza olandese di nome Zilla ha fatto una sorta di
esperimento che nasce da un progetto universitario.
Ha fatto credere a tutti di essere stata in vacanza nel sud
est asiatico(Cambogia ,Laos e Thailandia ) ma in realtà non si è mai mossa dalla
sua città ,Amsterdam.
Fantastico.
E ovviamente lo scopo era quello di dimostrare come i Social
Network non sempre rappresentino la vita reale.
“Creiamo un mondo ideale che non ha niente a che fare con quello reale.
Volevo provare com’è estremamente facile distorcere la realtà” – afferma Zilla.
Alcune foto sono state modificate con Photoshop altre invece
sono state realmente scattate in piscina
dietro casa sua e la classica foto del piatto della cena era stata invece scattata nella sua cucina.
Bene.
Anzi no, Male.
Ma è davvero così? Davvero
i Social Network riescono a modificare la nostra percezione della realtà?
Certo. Lo fanno continuamente. E io ne sono un esempio.
Quando ero in Tanzania postavo ogni tanto delle foto al mare
,in piscina e in varie spiagge.
Quando tornavo in Italia tutti non facevano che dirmi “che
bello sei sempre al mare, che bello passi la tua vita in spiaggia…” ecc ecc.
Ovviamente non era così. Non sempre. Anzi. Delle settimane
il mare non lo vedevo assolutamente.
Ma siccome pubblicavo in genere solo quel tipo di foto sono
stata etichettata come “quella che andava
sempre al mare”.
LUI che invece al mare ci andava anche più di me ma non
postava le foto su Facebook era invece “poverino, lavora sempre”.
Oppure.
Giorni fa ho incontrato delle amiche ,una delle quali non
vedevo da tanto tempo. Parlando del più
e del meno delle nostre ultime novità ad
un certo punto mi disse “Va be, tanto di te si sa già tutto”.
Vi giuro che per un secondo non capivo a cosa si riferisse.
Ma poi ho capito era riferito al Blog e ai vari Social
Network. E mi sono fatta una risata.
E’ vero che in questo Blog racconto della mia vita. Racconto
fatti,aneddoti e eventi accaduti .E traslochi.
Ma racconto una parte della mia vita ,quella che
può essere divertente o quella che può essere ritenuta tale. O quella che può
essere interessante. Ma non racconto mica tutto.
Ma mi pare OVVIO.
O no?
Forse non così tanto.
Trovo che questo sia il rovescio della medaglia.
Si perde l’importanza di chiedere perché tanto l’ho visto su Facebook, instagram ,Twitter
& co.
Ma davvero i Social Network hanno questo potere su di noi? Sono
diventati così potenti?
Tempo fa una ex collega
postò delle foto su Facebook con un abito da sposa e con uno sposo. Si
stava sposando .E fin qui niente di strano ,no?
Il punto era che iniziarono a chiederle…
ma è un fotomontaggio? E’ una foto vera? O peggio ancora Perché ti sei sposata velocemente? Sei in attesa?
Semplicemente questa ragazza negli ultimi due anni(in cui l’azienda aveva chiuso e quindi non aveva più visto colleghi)aveva incontrato una persona e dopo due anni
convolato a nozze. Una cosa normalissima insomma.
MA
NON aveva mai postato su Facebook una sola foto con il
fidanzato e quindi per molte persone questa “persona” sbucava dal nulla. Non esisteva. Ecco il motivo di tanta
curiosità. Chi è costui??
Pensate un po’ come ci siamo ridotti.
Esempi così potrei farne tantissimi. E credo anche voi. Penso
che questa riflessione almeno una volta l’abbiate fatta anche voi.
Ormai i Social Network sono diventati la nostra vetrina? Ma
quanto questa vetrina corrisponde alla realtà?
Siamo davvero così supermegafantastici come le nostre
foto/post sui Social?
Indiscutibilmente
questo nuovo modo di comunicare ha cambiato la nostra vita quotidiana.
Ma ricordiamoci che è finto…Non è reale.
Dietro un selfie sorridente possono esserci infiniti
significati. E non tutti felici. Anzi.
Questo per dire che e’
un gioco e va utilizzato in un certo modo e con un certo buon senso.
E un pizzico di leggerezza
aggiungerei.
Se il povero Pirandello fosse vissuto ai giorni nostri oltre
a Uno,
Nessuno e centomila avrebbe sicuramente aggiunto “il modo in cui vieni
visto attraverso i Social Network.”
Per fortuna se l’è evitato.
Beato lui.
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lunedì 15 settembre 2014
(Cap 34)"Rome wasn't built in a day (ehi ehi ehi) "
Ultimamente non ho scritto molto, è vero.
Causato probabilmente da doversi fattori.
Quali…Il tempo, sicuramente.
Il nuovo lavoro per quanto non mi impegni intere giornate (come
lo era quello da Assistente di Volo dove
potevo arrivare anche 12-15 ore al giorno)mi toglie inevitabilmente del tempo che prima
dedicavo al Blog.
Ma non si tratta solo di questo.
La realtà è un’altra. In Italia non riesco a scrivere . O perlomeno,
riesco a scrivere ma…perdo un po’ di spirito
come dire ,goliardico.
Ho scritto dei post nelle ultime settimane che non ho poi
voluto pubblicare.
Perché erano post privi di ironia, di humor. Erano polemici. E non è questo il mio obiettivo.
Questo Blog nasce per
raccontare si la mia storia, ma per raccontarla in maniera allegra. A nessuno
interessa intristirsi con considerazioni e opinioni della realtà italiana , per
altro argomenti principali di tutte le conversazioni virtuali
e reali della nostra penisola.
La crisi ,il lavoro,
la classe politica e loro scelte. BLA BLA BLA.
Comunque sia, torniamo a noi.
Come vi raccontavo nei post precedenti ho avuto un’opportunità
lavorativa qui a Roma.
Un lavoro completamente diverso ma che rimane nell’ambito
aeronautico.
E ho conosciuto tanta, tantissima gente. Colleghi e non.
E come sapete solitamente
si parla anche un po’ di se.
“Sono Valentina, ho 30
anni e vengo da Catania. L’ultimo anno ho vissuto in Tanzania, sono
momentaneamente (ma residente) a Roma e tra qualche mese mi trasferirò a Lisbona”
E questi mi guardano come per dire che te sei fumata?
Questa mia parentesi romana non era messa in conto. Non così
almeno.
Ero tornata per
qualche mese con l’obiettivo principale di riprendere a studiare e completare
i miei studi e ,se ci fosse scappato un lavoro da assistente di volo (stagionale,
ovviamente) sarei tornata su un aeroplano per qualche mese prima di partire per
Lisbona.
E invece no.
Ma facciamo un passo indietro.
Quando due anni fa la
famosa compagnia aerea dove avevo il FANTAMEGAFIGHISSIMO contratto a tempo
indeterminato decise di chiudere, io e LUI decidemmo di trasferire baracca e burattini da Catania a Roma, la sua
città. Roma è più comoda rispetto a Catania quando “pendoli” con un paese
straniero. E’ chiaramente collegata meglio.
Quindi per quanto io in effetti sia residente sulla carta nella
città eterna da più di un anno, in realtà non ci avevo mai vissuto prima di
qualche mese fa, quando sono rientrata in Italia.
Venivo spesso sia con LUI che per altri motivi, tra cui
anche lavorativi. Ma la mia permanenza si limitava al massimo a una settimana .Ed
e’ molto diverso.
Quindi quando lo scorso Maggio tornai dalla Tanzania e mi
venne fatta questa famosa proposta lavorativa decisi di fermarmi un po’ a Roma.
Ed è stata per certi versi una “scoperta”.
All’inizio ,specie dopo la Tanzania, Roma mi sembrava New
York City.
Roma si sa è stupenda. Ma è pur sempre una città italiana che
per quanto meravigliosa è purtroppo poco curata.
I mezzi pubblici ci
sono ma non sono minimamente sufficienti alla domanda. Allora tocca usare la
macchina e la macchina porta caos e ingorghi.
Ciò che mi fa ridere, ma proprio tanto sono i romani
de Roma, daaa a capitale.
Quando vivi qui ti rendi conto che Alberto Sordi o Carlo
Verdone non hanno fatto che semplicemente “fotografare” scene di vita
quotidiana.
Ci sono tanti marchesi
del grillo e tanti Ivano e Jessica,
così tanto per fare un esempio. Anzi ce n’è più dell’immaginabile.
Il romano ne ha una per tutti. Sovente polemico ma di fondo
un gran simpaticone.
L’argomento che ai romani piace tanto è sicuramente il cibo.
Ai romani je devi dà da magna’ mi disse un giorno una tipa alla fermata del bus.
Ed è vero. Se per esempio decidiamo, che so ,di andare a
fare una passeggiata in centro o sul lago di Bracciano l’obbiettivo non è la
passeggiata in se ma Namose
a magnà na cosetta ….
Ora, non è che in Sicilia siamo tutti vegani e filiformi.
Ovviamente no.
Ma non ne parliamo
così tanto ,credo.
In queste serate di magnate se ti prendi un’ insalata potresti essere visto malissimo e
etichettato come quello che se magna l’insalata.
NO.
Meglio magnasse na Grigia, na coda a vaccinara con
contorno de cicoria ripassata en padella.
Giusto na cosettina per smorzà a fame.
Adoro anche la donna romana der quartiere. Lei ,leggings leopardati ,orecchini d’oro giganti,
trucco da maschera di cera richiama il figlioletto all’ordine e alla disciplina:
AOOOOO VIE’ NPO QUI
CHE TE TRITO DE BOTTE,TACCI TUA.MO M’HAI ROTTO ER CAZZO.TE POSSINO.
Quando si dice eleganza e semplicità.
Quando mi viene chiesto da nddo vieni e rispondo dalla città sicula ci sono in
genere due risposte.
Ci sono quelli che
amano la Sicilia, quelli che l’hanno girata un sacco(anche più di me) e che
conoscono musei/siti/spiagge/ristoranti e sono perdutamente innamorati della mia terra.
Oppure quelli che hanno un’idea della Sicilia che risale ai
primi dell’800.Quelli che mi chiedono se ho parenti mafiosi, se i miei vicini
di casa sono i clandestini dei barconi o
se è pericoloso girare per le strade.
Si, mi hanno chiesto anche questo.
Tempo fa un tizio mi disse che il cugino del fratello dell’amico
della sorella una volta era stato in Sicilia e il proprietario della casa che
avevano in affitto gli disse che a Catania rubano
le macchine ,quindi ne avevano dedotto essere un posto poco raccomandabile.
Peccato che Roma non sia minimante immune da questo
fastidioso crimine e sicuramente non lo sarà meno dei livelli di Catania o di
un’altra grande città italiana.
Ma questo non lo diremo al cugino del fratello dell’amico
della sorella.
Poi, parliamo delle strade della capitale.
Beh ,si sa.
Roma è grande. Tanto grande.
Però poi ci sono delle strade che giri che ti rigiri te le
trovi spuntare ovunque per quanto sono lunghe.
Come appunto la mitica portuense o la via del mare
(ostiense).O la Aurelia
O il raccordo.
IL RACCORDO.
Ecco ,il raccordo meriterebbe un post a parte.
Puoi rimanerci 10 minuti come tutta mattina. E un grande
punto interrogativo.
Ho da poco superato il “trauma
da raccordo”.
Adesso so quando prenderlo e quando NON prenderlo assolutamente. Una volta capito ciò hai svoltato.
Oppure la famosa Via della Scafa ,che porta Ostia , dove LUI
sostiene che si svolga il ciclo della
vita.
Secondo lui la gente nasce, cresce, muore e pure si
riproduce su questa strada.
File interminabili.
Ma anche qui basta capire gli orari e il gioco è fatto.
Questa permanenza a Roma procede bene, meglio del previsto.
Adoro prendere il tram e andare a fare un giro in centro.
Adoro Trastevere. E campo dei fiori. E villa Borghese o villa Pamphili. Mi
piace l’aria che si respira. Mi piacciono i ponti e le viste sul Tevere (il
Tevere in se un po’ meno visto che è abitato da simpatiche pantegane).
Roma è piena di arte. Ci sono sempre mostre, teatri, concerti,
cinema all’aperto. Ci sono tante cose da fare.
Villa Doria Pamphili |
Fori imperiali |
Talmente tante che mi rendo conto di aver ancora visto poco,
pochissimo. Ma indubbiamente è una città ,se non addirittura, LA città su cui è
difficile mettere un punto di arrivo.
E’ una continua scoperta e anche se so che durerà poco perché
a breve andremo via di nuovo ,inizio quasi già a sentirla “mia” e non pensavo
potesse accadere…
Daje regaaa
Alla prossima!
domenica 24 agosto 2014
( Cap 33) Lisbona o Doha? Considerazioni esterne...
Nel momento della difficile scelta tra Lisbona e Doha (ecco
il nome della città araba) devo dire che è stato divertente sentire le opinioni
di parenti, amici e conoscenti.
Pareri totalmente discordanti tra loro che però mi piaceva
ascoltare per capire cosa ne pensasse al riguardo la gente che quotidianamente
mi circonda (anche se solo “virtualmente” viste le distanze.)
Mi piace ascoltare i punti di vista altrui e mi piace quando
sostengono fermamente le proprio tesi.
Ovviamente poi io seguo le mie.
Neanche a dirlo mio padre sosteneva che, conoscendomi, io
non sarei sopravvissuta un giorno a quella vita a Doha.
E io inizialmente pensavo si riferisse allo stile di vita
“lussuoso”.
No no…si riferiva al Burqa.
Chissà perché i genitori quando si tratta di te vedono sempre tutto molto
catastrofico.
A ridaje a
spiegargli che nessuno mi avrebbe costretta a indossare burqa e chador e che al
massimo avrei dovuto evitare minigonne e scollature…
No. Lui vede il mondo arabo con i suoi occhi e lo immagina
solo così.
Ma non solo lui ovviamente. Anche amici, miei coetanei, non
facevano altro che chiedermi del burqa ,degli alcolici o del fatto che avrei
dovuto chiedere a LUI il permesso per mettere il naso fuori casa.(Queste sono state le considerazioni più
gettonate, manco a dirlo)
Alcuni amici invece erano gasatissimi riguardo Doha.
-Pensa che macchine
pazzesche !Lamborghini,Ferrari…! Wow
-Pensa che negozi! Gucci
,Luis Vuitton…!Wow
E lo dicevano a me
che in Italia ho una modestissima Ford Ka e i miei negozi preferiti sono Zara e
H&M .
Chi mi conosce bene sa che tutto ciò non mi esalta per
nulla. Anzi.
Alcuni invece erano scioccati da entrambe le destinazioni.
Ma in Italia quando
tornate? (mi chiedevano come se fossimo due pazzi incoscienti).
Mmm…altra domanda?
Non poteva ovviamente mancare la domanda di rito (dico di
rito perché quando fu per la Tanzania me lo sentii ripetere per tutti i giorni
prima della partenza, vedi Post Cap 5-6-7 ) :
Ma che vai a fare tu in Portogallo?
Cioè lui va li a lavorare e tu che fai? Ti annoierai? Mica puoi trovare
lavoro in Portogallo dove la crisi è più forte dell’Italia. No, no. Non sarà
una cosa facile.
Nonostante la domanda e la considerazione poco gentile sono cosciente del fatto però che Lisbona al
momento offra poco lavoro già ai portoghesi, figuriamoci per un’italiana che
NON parla portoghese. Si sa.
Non mi riempiranno sicuramente di offerte lavorative. OVVIO.
Ma sicuramente l’atteggiamento pessimista e negativo non
porta da nessuna parte.
Anche se rimani al paesello tuo.
Sicuramente la prima cosa da fare sarà imparare il
portoghese. Una volta presa una certa familiarità con la lingua inizierò la mia
ricerca.
Doha avrebbe avuto, di buono ,che probabilmente, io avrei
potuto iniziare a lavorare sin da
subito. Sia perché la lingua parlata è l’inglese e sia perché la città è in
continua evoluzione per quanto riguarda il business. Specialmente i settori
dove avrei applicato io ,ovvero compagnie aeree/aeroporti e alberghi.
Devo dire però che un
discreto numero di amici e familiari mi
hanno anche sostenuto e incoraggiato.
Soprattutto per quanto riguarda Lisbona.
Chi ha avuto modo di visitarla mi parla di una città meravigliosa. Meravigliosamente vivibile.
Un clima stupendo ,il mare, gente fantastica, vita notturna,
costi bassi, ,i miradores (i magnifici panorami)e molto, molto altro.
Lo scopriremo…
E ovviamente sarò qui per raccontarlo.
Atè Logo (Arrivederci).
Iniziamo a far pratica con la lingua…
giovedì 31 luglio 2014
(cap 32) "And the winner is... "
LISBONA…!
Ebbene si
dopo tante (ma tante taaante considerazioni) ecco il nome della prossima
destinazione.
Che è
arrivata ovviamente senza non poche perplessità.
Un ennesima
volta io e LUI a tavolino e valutiamo le
nuove proposte lavorative.
Un film già visto.
Ormai siamo
bravi. La prima volta era stato meno divertente. La prima volta avevamo tanta
(ma taaanta) paura di fallire.
La paura di
fallire c’è anche adesso ma in noi si è creata una sorta di fiducia e uno
spirito avventuriero tale da pensare che “forse” ce la si po’ fa’.
Se fosse
arrivata solo la proposta di Lisbona sarebbe stato semplice.
Hai una
proposta ,c’è poco da scegliere.
E
invece no.
Troppo facile.
Insieme alla
proposta di Lisbona ne arriva una nuova…un nota città di un ricco paese
arabo(che non è ne’ la occidentale Dubai ne’ la figa Abu Dhabi, per intenderci ).
PANICO.
Ndo namo?
Considerazioni
infinite. Giornate intere di considerazioni. E anche nottate.
Il contratto
nella città araba propone tanti soldi ma una vita comunque sia…limitata.
Un benessere
“finto”.
Ovviamente
anche stavolta, così come lo fu per la Tanzania, ho passato ore su internet a
leggere Blog, recensioni, informazioni ecc. ecc.
Le cose da
valutare sono tante. E i soldi offerti sono tanti. Poi però pian piano inizi a
chiederti
“come mai questi ti danno
tutti ‘sti soldi…?”
Devi
sottostare alle loro regole, al loro stile di vita. Che può anche piacere, per
carità.
Tutto sta a
capire come sei fatto tu.
Ci sono
persone che morirebbero all’idea di poter guidare un porsche e frequentare
posti superfighi ,andare a cena nel ristorante superfigo a mangiare roba
superfiga con gente superfiga indossando borse/scarpe superfighe ( ho reso l’idea?)
Una vita da Red Carpet.
Si, ma non è
la nostra vita.
Non è quello
che io voglio dalla vita. Non è quello che LUI vuole dalla sua vita.
E allora
,dicevo ,io e lui ci siamo rimessi a tavolino per valutare tutte queste belle
cose.
Un giorno
eravamo a favore. Un giorno contro. Io addirittura sono stata capace di
sostenere tesi diverse nell’arco della giornata. E anche nell’arco di poche
ore.
Poi lui
diceva a me No,dai decidi tu.
E io No,no decidi tu.
Due
esemplari di cazzi confusi ( pardon me).
Abbiamo pure
scritto pro e contro delle due città su un foglio di carta. Stile
nomi-cose-città.
Roba da
internamento immediato nel primo istituto di igiene mentale della regione
Lazio.
Poi ad un
certo punto abbiamo deciso.
Ed ha vinto Lisbona.
Città dove
ne’ io ne’ lui siamo stati.
Ma…Lisbona è
Europa.
In pratica è
come se da Roma ci trasferissimo a Viterbo. Dietro
casa, appunto.
La scelta di
Lisbona è stata fatta dopo reali considerazioni delle nostre personalità. E’
una città che (pare) essere a misura d’uomo. E’ una città viva e culturalmente
molto vivace.
L’opposto
esatto della città araba.
Una nuova avventura ha inizio.
I dubbi e le
perplessità ci sono sempre ma cerchiamo di scacciarli via con pensieri
superpositivi e ottimisti.
Si parte!
I can’t wait …
(direbbero
gli anglofoni.)
domenica 13 luglio 2014
(Cap31)"Mini-decalogo per un colloquio di successo"
Nell'attesa delle prossime novità riguardo il Blog (a brevissimo) ,volevo riprendere un discorso già affrontato nel Cap. 29.
Nel penultimo post avevo infatti parlato della situazione lavorativa
in Italia.
E forse facendolo non ho messo molta positività al riguardo.
Anzi.
Mio fratello mi ha detto :
“Vale ,l’ho letto mentre stavo studiando e mi hai fatto
venir voglia di chiudere i libri”
Oddio.
No. No. Non ci siamo. Non era quello che volevo far
intendere.
Mi spiego.
Stavo solo raccontando un mio punto di vista. Una mia
esperienza.
Quella delle raccomandazioni è una storia vecchia.
Vecchissima .E per quanto reale non dobbiamo assolutamente fare in modo che
questo possa minimamente influenzare la nostra presentazione.
I raccomandati ci sono sempre stati e ci saranno sempre. C’è
poco da dire, ma non dobbiamo dimenticare che c’è anche tanta gente che ricopre
determinate posizioni perché se l’è sudato e guadagnato con anni e anni di
studi e di gavetta.
Se ci fermiamo a pensare “tanto
non mi pijano ” non andiamo da
nessuna parte.
E noi dobbiamo andare da una parte ben precisa.
Ho letto tanto, specie nell’ultimo anno.
Ho letto e ho visto alcuni video su Youtube sull’argomento.
E allora sono arrivata a una sorta di conclusione.
Una sorta di check-list
da tenere in considerazione prima di presentarsi per una candidatura.
Mi riferisco
chiaramente a candidature di tipo generico.
1. Innanzitutto parliamo dell’ invio della candidatura.
Il web offre tanto, tantissimo. Attraverso il web puoi
inviare una candidatura a Sidney.
O a Civitavecchia.
E’ un mezzo indispensabile.
Ma proprio per questo suo essere vasto ,può anche portarci
fuori strada.
Personalmente, preferisco, portare i CV a mano. Anche se,
chiaramente, non è sempre possibile.
Dipende anche dal tipo di azienda a cui si deve applicare.
Ad ogni modo la cosa più importante è focalizzarsi verso un obiettivo. E’ vero ,verissimo, che le proposte lavorative sono scarse ma ciò
non toglie che siamo persone valide e abbiamo anche noi delle ambizioni
precise. Quindi monitorare costantemente siti delle aziende che ci interessano
e ovviamente le pagine riguardanti le candidature. Mi è capitato di essere chiamata per un colloquio proprio
per la tempestività dell’invio della candidatura. E viceversa di non essere
stata chiamata per non averlo mandato in tempo.
2. La chiamata.
Bene. Ci hanno chiamato. Il primo passo è stato fatto.
Adesso si fa sul serio. Personalmente vado sempre preparata
ai colloqui e cerco di prepararmi anche dei discorsi. Studio l’azienda
attraverso la pagina web e cerco notizie sui motori di ricerca.
Per esempio ,riguardo le compagnie aeree cerco di
documentarmi su quanti e quali aerei hanno, che basi operative e che progetti futuri hanno in programma.
Cerco di leggere i forum e se posso contatto personalmente
qualcuno che ci lavori già anche tramite i Social Networks .E’ importante
capire l’azienda e anticipare le possibili domande che possano farti. Oltre a
fare bella figura il Recruiter
penserà di aver davanti una persona professionale e interessata alla posizione.
3. Il giorno del colloquio.
Neanche a dirlo la
sera prima evitate Hangover (sbornie)
e notti brave. Cercare di riposare indiscutibilmente
ci farà apparire il viso più rilassato.
L’abbigliamento è
un punto fondamentale.
“L’abito non fa il monaco…?” SBAGLIATO.
Un abbigliamento
consono è fondamentale, a prescindere dalla posizione che si sta andando a ricoprire. Cercate
di essere formali e naturali .Niente personalizzazioni eccessive. Evitate collane e bracciali rumorosi. Per le donne un trucco
sobrio e una pettinatura semplice. Nessun profumo forte.
Per gli uomini barba curata e suit. Se potete togliete i piercing e
coprite i tatuaggi.
Negli ultimi
colloqui ho visto gente davvero poco presentabile. Attenzione, gente qualificatissima.
Puoi avere anche
2 lauree ma e se poi arrivi a un colloquio con le scarpe
sporche e i capelli lucidi (non di gel ) non
chiederti come mai non hanno scelto te.
4.Puntualità.
Ovvio. Non dovrei neanche evidenziarlo. Ma magari nel caso
in cui il colloquio non sia nella vostra città, cercate di organizzarvi preventivamente su taxi,
treni, aerei.
In aereo vedevo gente letteralmente dare di matto quando
c’era ritardo sui voli del mattino e mi raccontavano che dovevano andare a fare
un colloquio o un concorso.
Non fare mai pieno affidamento nei mezzi di trasporto.(A
meno che non vivi a Copenaghen).
Scioperi, ritardi e vulcani islandesi dal nome
impronunciabile potrebbero rovinare i vostri piani.
5. In Azienda
Bene siamo arrivati in azienda. Siate molto discreti e
pensate che probabilmente ci saranno altri uffici dove altra gente sta magari
lavorando. Togliete le suonerie. Ed evitate di parlare a voce alta.
Presentarsi al personale addetto all’accettazione.
Cercare per quanto possibile di avere un leggero sorriso
stampato in faccia.
Con questo non voglio dire che dovete avere il sorriso di un
clown. Ma magari la persona che ti passa accanto potrebbe essere proprio la
persona che andrà a esaminarti.
6 .Attesa
In genere fanno un elenco in base al numero dei candidati.
E da li bisogna aspettare il propri turno. Sono attese
snervanti. E lo sono per tutti.
Ma evitate di bere 35 caffè e di fumare 2 pacchi di
sigarette. Cercate il più possibile di distrarvi .Io a volte porto un libro,
oppure faccio conoscenza con gli altri candidati. Anche loro saranno tesi come
voi e magari parlare dell’ultima vacanza può farvi rilassare entrambi.
7.Colloquio
Eccoci. Dicono il vostro nome.
L’adrenalina è alle stelle. Per quanto io cerchi di essere
sempre rilassata, quel momento esatto mi fa venire le palpitazioni. Che per
fortuna ,in genere, terminano appena mi siedo con la commissione davanti.
In genere trovi davanti a te 2-3 esaminatori che ti
osservano con un volto privo di emozioni.
Delle volte sei più fortunato e troverai esaminatori con un
finto sorriso di plastica (specie nel settore naviganti).
E’ il tuo momento.
In genere iniziano sempre con il “….ci parli un po’ di lei…”
E li… VENDITI.
Devi vendere la tua professionalità al meglio.
Non esagerare con i superlativi. E con le menzogne.
Cerca invece di dire la verità.
Sii umile. Umile ma determinato.
Ovviamente cercate di non toccarsi anelli, capelli ecc.
Classici gesti di nervosismo.
Se invece ci sono colloqui di gruppo, in genere vedono anche
come interagisci con gli altri. In questo caso evita di parlare sopra altri o
di prevalere. Otterresti l’effetto contrario.
Se la lingua del colloquio
non è la tua lingua madre cerca di parlare lentamente e di scandire bene
le parole (specialmente in inglese si tende a parlare velocemente).
Parla delle esperienze lavorative presenti nel CV e cerca di ricordarti bene le date.
Quando l’interlocutore vi pone una domanda lasciatelo
terminare. Se una risposta non la sapete provateci comunque. Spesso proprio il
modo di gestire quella situazione di stress può essere interpretata dagli
esaminatori.
Ovviamente non fare mai domande su stipendi ,ferie ecc .
Se ve ne parlano loro è un conto. Ma quelle sono notizie che
avrete in un momento successivo.
(Specialmente in Italia lo stipendio non viene mai
menzionato, al contrario all’estero è
probabile che l’esaminatore possa affrontare l’argomento).
Se vi vengono fatte domande scomode ,tipo “Ha intenzione di sposarsi?” o “Ha intenzione di
avere figli?” evitate di fare facce strane ma rispondete cercando di dire
quello che vi fa stare meglio.
Al momento di congedarsi consiglio sempre di sorridere ,ringraziare
e ,se possibile, stringere la mano.
Cercare di non trascinare sedie o di fare rumore con i
tacchi o dimenticare fogli, documenti,borse
ecc.
8.L’attesa
Altro momento di attesa. Se le candidature erano tante
probabilmente dovrete aspettare qualche giorno per l’esito della selezione.
Ovviamente cercate di non pensarci.
In genere scambio sempre qualche contatto con gli altri
candidati in modo da capire quando e se iniziare a rassegnarmi all’idea di non
ricevere risposta.
Sconsiglio vivamente di chiamare per sollecitare.
Controllare chiaramente la vostra email e evitate di
lasciare il telefono senza suoneria (cosa che accade a me).
E’ andata bene?
Può anche darsi che vi richiamino per un altro iter
selettivo o delle visite mediche di idoneità. Dipende dal tipo di mansione.
E’ andata male…?
Beh …succede. Vuol dire che non era il VOSTRO momento. O
magari realmente non eravate tagliati per quell’azienda. Anziché inveire contro
gli esaminatori (sti stronzi…) cercate
di capire se e dove potete aver sbagliato. Può capitare a tutti di non passare un
colloquio. Non è la fine del mondo.
Penso anche che il destino possa giocare un suo ruolo.
Ricordo ancora la dura sconfitta di non essere presa all’
ultimo colloquio di un lungo iter
selettivo nella compagnia di bandiera.
La presi malissimo. Ma se mi avessero presa non avrei potuto
fare l’esperienza che ho fatto successivamente in un’altra azienda più piccolina ma che mi ha
dato davvero tanto sia professionalmente che soprattutto a livello umano. E si
sa non si cresce solo con il lavoro.
Con questa sorta di check-list
non è mia intenzione fare la “maestrina “ o dispensare consigli “scontati”.
E un mio mini-decalogo su come affrontare al meglio un’
esperienza del genere. Anzi è proprio il mio mini-decalogo che ho imparato
dalle mie ultime selezioni.
Beh allora… cross finger
! :)
giovedì 3 luglio 2014
My life inTanzanìa (Cap 30) " Goodbye Dar es Salaam "
Sapevo che Dar es Salaam sarebbe stata una città momentanea.
In fondo l’ho sempre saputo.
Prima o poi sarebbe saltata fuori l’opportunità di una
azienda X che proponeva un contratto
migliore nella città Y.
Sapevo che quel giorno sarebbe arrivato.
Il giorno in cui avrei dovuto lasciare tutto.
E già uscivano le lacrime solo al pensiero.
Ho iniziato a “piangere” (simbolicamente) 6 mesi fa.
Quante cavolo di cose ho imparato qui in un anno?
Chi ero io un anno fa
e chi sono io adesso?
Fondamentalmente sempre la stessa persona. Non voglio dire
quelle cose scontate tipiche da chi lascia l’Africa.
Semplicemente le mie percezioni sono cambiate.
Ho imparato un sacco di cose. Ho conosciuto un sacco di
persone.
Tutte persone che mi hanno insegnato qualcosa.
Sono arrivata qui più di un anno fa reduce da una perdita di
un lavoro a tempo indeterminato.
Non ero il massimo della felicità. Anzi avevo proprio le balls
girate.
Eppure anche se le circostanze non erano di certo le
migliori ,in fin dei conti, se ciò non fosse accaduto non avrei mai e poi mai
fatto un’esperienza simile. Ovvero
vivere un anno in Tanzania, uno stato dell’East Africa.
Magari avrei fatto un viaggio .Quello si. Ma la vacanza è
una cosa completamente diversa. Niente di lontanamente paragonabile.
Molte mattine, mentre andavo in albergo,guardavo la gente
per strada .Non facevo altro che pensare a quanto sono stata fortunata di aver
avuto una possibilità del genere.
E ridevo alle parole
che mi disse la mia Teacher a Londra
(Capitolo 5).
Viste le mie espressioni perplesse sul trasferimento in
Tanzania non fece altro che sottolinearmi la FORTUNA di fare una simile
esperienza e quanto questa mi avrebbe arricchito. Non ci credevo tanto. Pensavo
che lei fosse esagerata.
Mi sono ricreduta delle sue parole per i successivi 12 mesi .E
non smetterò mai di ringraziarla per avermi dato tanta positività.
La notizia di dover
lasciare Dar è arrivata come una doccia gelata. Anche se in qualche modo ero
pure preparata.
Da un lato l’emozione e la felicità di una nuova avventura
in un’altra città e da una parte la
realizzazione del fatto che, per quanto sicuramente tornerò a Dar, non vivrò
più qui. Non sarei più stata una che vive
qui.
Le mie ultime settimane a Dar sono state particolari. Apprezzavo
maggior mente ogni singola cosa. Anziché scattare foto, come ero solita fare, posavo
la macchina e guardavo con i miei occhi. Volevo quei momenti e quelle immagini
unicamente per me .Non volevo condividerle con nessuno.
Dar es Salaam non è stata solo una esperienza .E’ stata una
prova.
Dar mi ha permesso di provare di nuovo. Di rimettermi in
gioco. Mi ha dato tanta forza in me stessa.
Mi ha permesso di ricominciare.
E i risultati sono stati molto al di sopra delle
aspettative.
Ho conosciuto il Presidente della Repubblica della Tanzania.
E Sir Bob Gendolf. E ministri e personaggi televisivi.
Ho conosciuto anche e
soprattutto persone meno famose ma ,che in un modo o nell’altro, rimarranno
impresse dentro di me. Per sempre.
Ho imparato cose che neanche mi sarei sognata .Ho imparato
cose che non pensavo potessero esistere.
Ho imparato un lavoro nuovo. Ho imparato un nuovo stile di
vita.
Questa esperienza è stata talmente stupenda da volerci pure
fare un BLOG.
Chi doveva dire a me 5 anni fa che avrei fatto un BLOG sulla
Tanzania.
Un’esperienza bellissima anche questa che mi ha dato tante
soddisfazioni.
In primis di poter condividere un po’ di Tanzania anche con
voi. Ho cercato di descriverla nel miglior modo possibile anche se è rimasto
sempre e solo un mio personale punto di
vista. Una mia personale visione.
Probabilmente altre persone che hanno vissuto qui vi
parleranno di una Tanzania completamente diversa. Chissà .
In fondo sappiamo bene che ognuno vede con i propri occhi. Quello
che per te può essere bello per me può non esserlo e viceversa.
Una nuova avventura sta per incominciare. Ma il blog
inevitabilmente cambierà nome.
Il nome della nuova città è praticamente certo.
Ma preferisco ancora non renderlo ufficiale. Anche perché ufficiale
non è.Non del tutto.
Lo comunicherò a breve insieme alle novità riguardo proprio
il l Blog.
Non ho scritto tanto ultimamente perché sono stata impegnata
tanto con il lavoro ma tra qualche settimana avrò finalmente il tempo per
potermi dedicare anche a questo(confesso che scrivere mi è mancato tanto).
Non mi piacciono gli Addii. Quindi ,anche se solo
simbolicamente, NON li faremo.
Asante Sana Tanzania,
Qwaeri urafiki.
(Grazie Mille Tanzania ,arrivederci amici)
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