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giovedì 3 luglio 2014

My life inTanzanìa (Cap 30) " Goodbye Dar es Salaam "




Sapevo che Dar es Salaam sarebbe stata una città momentanea.

In fondo l’ho sempre saputo.

Prima o poi sarebbe saltata fuori l’opportunità di una azienda X che proponeva un contratto migliore nella città Y.
Sapevo che quel giorno sarebbe arrivato.
Il giorno in cui avrei dovuto lasciare tutto.
E già uscivano le lacrime solo al pensiero.
Ho iniziato a “piangere” (simbolicamente) 6 mesi fa.

Quante cavolo di cose ho imparato qui in un anno?
Chi ero io un anno fa  e chi sono io adesso?
Fondamentalmente sempre la stessa persona. Non voglio dire quelle cose scontate tipiche da chi lascia l’Africa.
Semplicemente le mie percezioni sono cambiate.
Ho imparato un sacco di cose. Ho conosciuto un sacco di persone.
Tutte persone che mi hanno insegnato qualcosa.
Sono arrivata qui più di un anno fa reduce da una perdita di un lavoro a tempo indeterminato.
Non ero il massimo della felicità. Anzi avevo proprio le balls girate.
Eppure anche se le circostanze non erano di certo le migliori ,in fin dei conti, se ciò non fosse accaduto non avrei mai e poi mai fatto un’esperienza simile. Ovvero  vivere un anno in Tanzania, uno stato dell’East Africa.
Magari avrei fatto un viaggio .Quello si. Ma la vacanza è una cosa completamente diversa. Niente di lontanamente paragonabile.

Molte mattine, mentre andavo in albergo,guardavo la gente per strada .Non facevo altro che pensare a quanto sono stata fortunata di aver avuto una possibilità del genere.
 E ridevo alle parole che mi disse la mia Teacher a Londra (Capitolo 5).
Viste le mie espressioni perplesse sul trasferimento in Tanzania non fece altro che sottolinearmi la FORTUNA di fare una simile esperienza e quanto questa mi avrebbe arricchito. Non ci credevo tanto. Pensavo che lei fosse esagerata.
Mi sono ricreduta delle sue parole per i successivi 12 mesi .E non smetterò mai di ringraziarla per avermi dato tanta positività.

La  notizia di dover lasciare Dar è arrivata come una doccia gelata. Anche se in qualche modo ero pure preparata.
Da un lato l’emozione e la felicità di una nuova avventura in un’altra città e  da una parte la realizzazione del fatto che, per quanto sicuramente tornerò a Dar, non vivrò più qui. Non sarei più stata una che vive qui.

Le mie ultime settimane a Dar sono state particolari. Apprezzavo maggior mente ogni singola cosa. Anziché scattare foto, come ero solita fare, posavo la macchina e guardavo con i miei occhi. Volevo quei momenti e quelle immagini unicamente per me .Non volevo condividerle con nessuno.
Dar es Salaam non è stata solo una esperienza .E’ stata una prova.
Dar mi ha permesso di provare di nuovo. Di rimettermi in gioco. Mi ha dato tanta forza in me stessa.
Mi ha permesso di ricominciare.
E i risultati sono stati molto al di sopra delle aspettative.
Ho conosciuto il Presidente della Repubblica della Tanzania. E Sir Bob Gendolf. E ministri e personaggi televisivi.
Ho conosciuto  anche e soprattutto persone meno famose ma ,che in un modo o nell’altro, rimarranno impresse dentro di me. Per sempre.
Ho imparato cose che neanche mi sarei sognata .Ho imparato cose che non pensavo potessero esistere.
Ho imparato un lavoro nuovo. Ho imparato un nuovo stile di vita.
Questa esperienza è stata talmente stupenda da volerci pure fare un BLOG.
Chi doveva dire a me 5 anni fa che avrei fatto un BLOG sulla Tanzania.
Un’esperienza bellissima anche questa che mi ha dato tante soddisfazioni.
In primis di poter condividere un po’ di Tanzania anche con voi. Ho cercato di descriverla nel miglior modo possibile anche se è rimasto sempre e solo  un mio personale punto di vista. Una mia personale visione.
Probabilmente altre persone che hanno vissuto qui vi parleranno di una Tanzania completamente diversa. Chissà .
In fondo sappiamo bene che ognuno vede con i propri occhi. Quello che per te può essere bello per me può non esserlo e viceversa.

Una nuova avventura sta per incominciare. Ma il blog inevitabilmente cambierà nome.

Il nome della nuova città è praticamente certo.
Ma preferisco ancora non renderlo ufficiale. Anche perché ufficiale non è.Non del tutto.
Lo comunicherò a breve insieme alle novità riguardo proprio il l Blog.
Non ho scritto tanto ultimamente perché sono stata impegnata tanto con il lavoro ma tra qualche settimana avrò finalmente il tempo per potermi dedicare anche a questo(confesso che scrivere mi è mancato tanto).


Non mi piacciono gli Addii. Quindi ,anche se solo simbolicamente, NON li faremo.
Asante Sana Tanzania, Qwaeri urafiki.
(Grazie Mille Tanzania ,arrivederci amici)












sabato 17 maggio 2014

My life in Tanzania (Capitolo 27) 'Le 10 cose che mi mancanodell'Italia'



Ci sono cose che non ti mancano assolutamente. E lo sappiamo.
L’Italia ,vista con gli occhi di un’ italiano  è più o meno la stessa.Espatriato e non.
La critica è alla porte. In Italia non va bene nulla e non c’è futuro.
Un po’ Catastrofica ,come sempre.

E invece oggi pensavo a tutte quelle cose che mi piacerebbe fare appena arrivata in Italia. Pensavo a tutte quelle cose che in effetti mi mancano tantissimo. Cose per certi versi ovvie ma che, ad esempio 3 anni fa, non avrei mai minimamente pensato mi sarebbero un giorno  mancate così tanto.
Quando vivi fuori le tue percezioni sono totalmente diverse.Forse tendi quasi a idealizzarla la tua terra.

Ad ogni modo queste sono le prime cose che in effetti mi vengono in mente:

       1- CAMMINARE!
Riutilizzerò le mie gambe per camminare.
Lo so che sembra assurdo ma non è una cosa che manca solo a me. Parlando con tutti gli altri expats noto che è una delle cose che pesa a tutti. Sia italiani, che svedesi o finlandesi.
Qui non si cammina mai,non ci si sposta mai a piedi.
Ed è una cosa che in Italia davo per scontata …fare una normalissima passeggiata.
Tanto scontata che delle volte mi scocciavo e prendevo la macchina. Pensa tu, che stupidità!
Invece tra poco in Italia potrò uscire di casa e andare a piedi.
 UTOPIA!
Che poi oltre al fatto che a Dar non ci sono marciapiedi, siamo anche in piena stagione delle piogge. Se trovi un pezzo di strada che ti sembra percorribile a piedi stanne certo che è un fogna aperta.

Meglio non provare.     
  
 
        Passeggiata a Modica (Rg)



      2 -   PARLARE NELLA MIA LINGUA…SEMPRE.

LUI,il mio boyfriend, è italiano e parlo anche italiano con amici italiani qui a Dar.
Ma nella maggior parte delle ore della mia giornata comunico con le persone in inglese e per quanto delle volte sia un bene (perfezionare una lingua non può che essere vantaggioso)devo dire che dopo 10-12  ore di fila può stancare terribilmente (per fortuna sempre meno).
Inoltre in inglese perdo parte delle mia ironia tipicamente italiana.
E soprattutto perdo  le battute che tutti facciamo nei nostri dialetti.
Un “camaffari?” (Che facciamo,in catanese) o un “te possino” (romano) non hanno corrispondenze in inglese. O almeno io ancora non le ho trovate.

Dajeeee



     3- PARLARE CON LA TUA AMICA E …VEDERLA DAL VIVO
Grazie a skype, whats up & co., l’ho detto tante volte ,essere expat è davvero più facile.
 Le notizie belle (e a volte anche le brutte )viaggiano velocemente.
Ma nessun social network potrai mai sostituire ovviamente il contatto con le persone.
Di questo te ne rendi conto davvero quando vivi fuori. Perchè non hai alternativa.
Sto iniziando ad avere una sorta di insofferenza ai social network. Proprio perché è realmente il mio unico modo di comunicare con gli amici e con la famiglia.
A volte non si chiede come si sta, si va nella pagina del profilo per vedere se va tutto bene.
Mi è capitato tempo fa di sentire un amico e di raccontargli varie novità e la sua risposta fu ma non lo hai scritto su facebook.

TERRIBILE.

Cosa c’è di più bello che parlare (dal vivo) con la tua amica e ridere fino a sentirsi male (senza smile e faccine varie?)
Priceless

     4 -LA FAMIGLIA
Quando ce l’hai accanto non ti rendi conto o te ne rendi conto solo in parte  quanto hai bisogno di parlare con i genitori. I miei ,per fortuna sono giovani e in salute  e non hanno realmente bisogno di me.
Però i genitori sono due e loro sono il punto fermo della tua vita e lo saranno sempre.
Indiscutibilmente ti mancano tanto. Loro capiscono tutto anche se non parli.


    5 - Il MIO MERAVIGLIOSO BROTHER
Io e mio fratello abbiamo 10 anni di differenza. Abbastanza.
Mi sento un po’ mamma e un po’ sorella con lui. Una via di mezzo.
Un po’ come una mamma vorrei evitargli tutte le str… che ho fatto io nel passato ma come una sorella voglio che si goda la vita al massimo e si diverta.
E mi manca tantissimo. That’s all .

     6- Lo SPRITZ
  Non inteso unicamente come alcohol, ovviamente, ma più come momento quando incontri gli amici.
Una sera “easy “,una sera qualunque.
 Davanti a uno Spritz parli di progetti, ti vengono idee, rispolveri il passato ,guardi il futuro e ti fai tante ma tante risate.
Ho conosciuto tanta gente qui a Dar.
Gente meravigliosa, davvero.
Ma le amicizie di sempre sono un’altra cosa. E si sa.
       Aperitivo a Marzamemi (Sr)

   7 -LO SPORT
Pur essendoci qui a Dar delle palestre è chiaro che non possono essere paragonate a quelle italiane. Ma non è questo il punto.
Piu' che la palestra mi manca lo sport all’aria aperta,nel mio caso correre,che mi piaceva davvero tanto.
Qui correre per le strade equivale a una persona che si vuole lanciare nel Tevere.
E’ un suicidio premeditato.
Non esiste nessuna concezione di sport, di parco pubblico,di natura.(Chiaramente mi riferisco unicamente a Dar,non alla Tanzania).
 La gente in genere qui non ama fare sport, lo considerano troppo stancante. E inutile.
Meglio mangiarsi un piatto di Mishkaki e patatine.

8 -CUCINARE
 Mi manca tanto cucinare.
In Italia,la mattina ti svegli con un’idea ,vai al supermercato o al mercato, la acquisti e la cucini.
STOP.
Al 99 % trovi tutti gli ingredienti.
Qui no. Quello che trovi te lo fai piacere e basta.
Però passa la creatività. Che sta alla base del cucinare.
 Quindi a parte le cose “basiche”della sopravvivenza non faccio altro.
       Cacio e Pepe

9 -LE ZANZARE ITALIANE
In  Tanzania il problema delle zanzare è purtroppo reale.
La malaria esiste e non ha pietà per nessuno.
E la dengue.
Quindi quando una zanzara ti punge ti fai davvero diecimila pippe .Potrebbe essere LEI.
Motivo per cui lo spray antizanzare è per me diventato un  valido compagno di vita giornaliero.
Lo metto in automatico. La mattina e la sera. Più volte al giorno.
Inizialmente la mettevo unicamente dopo il tramonto. Momento in cui si ha possibilità attirare le zanzare portatrici di MALARIA.
E invece no. Quest’anno oltre alla malaria c’è stato un aumento di casi di DENGUE, una febbre meno pericolosa della malaria ma sempre da evitare.
Io non sono una che si angoscia. Attuo la tecnica del “non ci penso” e fino adesso non ho mai avuto nulla.
 Però pensate a quanto possa essere inquietante vedere una zanzara e pensare che questa possa farti passare un mese a letto in fin di vita.

W le simpatiche e innocue zanzare italiane.

 10- SHOPPING
Inizialmente pensavo che non sarei sopravvissuta per mesi interi senza comprare una borsa, una pashmina o un paio di scarpe.
E infatti per certi versi non ce l’ho fatta.
Ho cercato  di colmare il desiderio irrefrenabile e impulsivo di acquisto, tipico femminile, dandomi alla frutta e alla verdura.
LUI si trova la cucina  piena di manghi e papaye senza capirne il vero motivo.
E un impulso che è difficile da gestire .
Provate a immaginarvi voi stessi senza comprare nulla per mesi e mesi (tranne alimenti).
Sicuramente avrò uno shock cardiogeno nel primo Zara in cui entrerò.
 L’ho messo in conto.




venerdì 9 maggio 2014

My life in Tanzania (capitolo 26) 'I matrimoni tanzani'










Eccoci qui.
Vi avevo accennato nel penultimo post  la magnificenza dei matrimoni a Dar es Salaam.
Facendo uno stage in un albergo proprio nel settore “eventi” ho avuto modo di vedere da vicino le caratteristiche principali di questo evento principesco.
C’è da chiarire subito che ci sono tantissime varianti.
Sicuramente dipende molto anche dalla religione.
In Tanzania dovete sapere che metà della popolazione è cattolica (molto credente) e l’altra metà è musulmana( non estremamente rigida,anzi).
Quindi i matrimoni possono essere di vario tipo proprio per questo motivo.
E a loro volta un matrimonio cattolico o musulmano può essere differente in base alle usanze della famiglia.
Chiaramente molto dipende dallo status sociale.
Per questo motivo devi fare vedere il meglio
Di più.
Più "dimostri" quel giorno più farai capire quanto sei ricco.
(Ma questo modo di fare, purtroppo,non accade solo in Tanzania).
Partiamo dal fatto che la funzione celebrativa in se  arriva ad essere la cosa meno importante.
Più importanti sono gli eventi pre-matrimonio.
Sia musulmani che cattolici qui amano fare delle particolari feste prima della cerimonia.
Per la futura sposa c’è il Kitchen Party e per il futuro sposo il Bag Party.



La mia amica Rose e una sua amica a un Kitchen party




Rose a un Send-off party

Sono degli addii al nubilato e celibato.
Al Kitchen party sono presenti infatti solo donne. E’ un festa di dimensioni variabili. Dai credo 20 ai 200 e passa invitati. Trucco,parrucco e vestito sono alla perfezione. Ci si prepara per giorni a questo evento e lo aspettano impazientemente. Si mangia,si balla e si beve e si ricevono i regali di nozze.
Lo stesso per gli uomini con il Bag party,cibo,e drinks balli e regali.
Personalmente ne ho visti qualcuno e vi devo dire che sono come i nostri ricevimenti di matrimonio, ne più ne meno (solamente mooolto vistosi)
Poi qualche giorno prima del matrimonio c’è il Send-off che è la festa vera e propria con tutti i parenti e amici. Tutti insieme stavolta. E’come una festa in cui i genitori degli sposi danno il loro augurio a una nuova vita insieme. E anche questo è come il nostro normale ricevimento.
Poi per ultimo,in genere di sabato ,arriva la celebrazione del matrimonio dove non necessariamente tutti gli invitati delle feste dei giorni precedenti presiedono.
In genere direttamente dopo il matrimonio gli sposi partono per il viaggio di nozze oppure partono il giorno dopo e quella sera fanno una cena con i parenti stretti.
I tanzani amano le feste e gli eventi. E non se ne perdono neanche uno.
 E puoi portare chi vuoi.
 Più si è e più ci si diverte. 
Gli infiltrati non sono un problema anche perché il servizio ai tavoli in genere non c’è ed è quasi sempre a buffet.
Avete presente i matrimoni sbrilluccicosi americani kitch?
Ecco… più pailletes e lustrini sono presenti più loro sono contenti.



Na’ cosetta sobria e intima,vah.
In genere se la festa sull’invito è alle 19 la gente non si presenta prima delle 21.
E’ una regola.
Io pensavo ai primi eventi che avessero annullato la festa.
E invece no.
 Dopo 2 ore o più iniziano ad arrivare gli invitati.
 Inizialmente si beve e si balla. Senza sosta. Ballare e bere.
E non toccano cibo .Dopo qualche ora vengono messi a disposizione dei tavoli e ognuno se ha fame si mette in fila e prende la roba con il suo piatto.

Questi tavoli con il buffet hanno varie pietanze… si passa dagli antipasti ,ai piatti principali al dolce e alla frutta.
 Che mettono tutto in uno stesso piatto per non fare la fila di nuovo.
Quindi può capitare di mangiare il pollo tandoori con una fetta di cheesecake.

Mi sentivo male solo a guardarli      ....mhm... sapore delicatissimo.

Vederli ballare è divertentissimo. Anche in queste occasione non manca il twerking.
La twerk dance.
Solo che ti capita di vedere pure la vecchietta che fa twerking con il marito.
Una scena che può segnare la tua vita.
Per sempre.
Ci sono anche le damigelle che sono vestite tutte allo stesso modo che ci provano con i testimoni dello sposo,vestiti anche loro allo stesso modo.
Fa molto film americano.





Ma parliamo invece dei costi??
Se già da noi in Italia la gente fa carte false con mutui e prestiti per poter fare un (e dico UN) ricevimento pensate a quanto possa essere dispendioso farne tre.
E non pensiate che ,qui a Dar, sia solo e unicamente la gente ricchissima a fare questo genere di eventi.
Ma anche e soprattutto quella fascia intermedia di cui parlo spesso.
I non poveri (ma non ricchi) che cercano di posizionarsi nella società.
Un matrimonio di un certo tipo,per loro, non accresce solo il prestigio degli sposi ma il prestigio delle due famiglie.
Anche se in Italia non è proprio così ,dobbiamo dire che delle volte carrozze e fuochi d’artificio mi fanno pensare alla Tanzania (visto davvero nel quartiere di San Cristoforo a Catania)
 Principi e principesse per un giorno.

BRR. Brividi.




Io poi sono particolarmente allergica ai matrimoni quindi non faccio testo.Mi rendo conto di non essere la persona più adatta a parlare dell'argomento.
L'argomento matrimonio esce spesso con le colleghe/amiche tanzane.Per loro è assurdo che io e LUI non siamo sposati e viviamo sotto lo stesso tetto. 
Why? mi chiedono 
Loro amano i matrimoni e non hanno minimamente idea del significato della parola convivenza.
Proprio non capiscono il motivo.
Pur avendolo spiegato 100 volte.
Mah!


Comunque sia ecco qui una descrizione di un matrimonio tanzaniano medio.
Che può essere carino da vedere.

Una volta.




Ringrazio Rose per la gentile concessione della sue foto.
Asante Sana ,Dada.



giovedì 1 maggio 2014

My life in Tanzania (Capitolo 25) 'Zanzibar'

Mambo!

 Lo Scorso weekend siamo stati a Zanzibar.

Chiamiamola una gita fuori porta.
Da Dar es Salaam ci vogliono 90 minuti in aliscafo  o 15 minuti in aereo.
Via mare costa sugli 80 $ e via aerea costa sui 110 $.
Le prime due volte sono andata in aereo perché pensavo di far prima.
Sbagliato.
In realtà per arrivare o tornare dall’aeroporto ,in base all’orario,puoi impiegarci anche 2 ore visto il traffico caotico (e snervante) di Dar es Salaam. Quindi a conti fatti conviene ,secondo me, via mare in quanto il porto è più facile da raggiungere.
Comunque sia ,la sera prima io e LUI  stavamo aspettando degli amici in un locale ed eravamo li a pensare cosa fare per il weekend  e abbiamo deciso di improvvisare una minivacanza last second a Zanzibar.
 In 10 minuti abbiamo prenotato aliscafo e hotel.
Tornati a casa abbiamo buttato due costumi nello zaino, la protezione solare, il repellente antizanzare (ormai nostro caro compagno di avventure),cappellini e teli mare e abbiamo messo la sveglia alle 8 per prendere l’aliscafo delle 9:30.
 La mia terza volta a Zanzibar.
 La prima andai con LUI durante le mie primissime settimane in Tanzania  e la seconda  fu con dei cari amici che erano venuti a trovarci dall’Italia lo scorso Gennaio.
Tutte e tre le volte ho soggiornato in luoghi differenti dell’isola. La  prima volta in una località chiamata Nungwi,la seconda poco distante da Stone Town (Centro città) e la terza,ovvero quest’ultima, nella località di Kendwa.
Nungwi

Nungwi



Kendwa
Stone Town


La scelta della località dell’isola dove soggiornare dipende unicamente dal  tipo di vacanza che volete fare.
Se volete solo spiagge bianche e mare cristallino vi consiglio sia Nungwi che Kendwa. Che non risentono delle alte e basse maree, le uniche zone dell’isola.
Se invece volete visitare meglio il centro città e le zone limitrofe vi consiglio qualcosa più verso Stone Town.
Dipende anche dai giorni che avete a disposizione. Se rimanete almeno una settimana un posto vale l’altro. Vi sposterete in taxi per le varie visite (Gli autobus non arrivano ovunque).
Se rimanete pochi giorni invece sappiate che da una parte all’ altra dell’isola ci si mette più di un’ora quindi dovete considerare anche le distanze. Oltre che ai costi dei Taxi.
Dalla Dalla (bus)di Zanzibar



Partiamo subito con il dire che il vero nome di Zanzibar è Unguja e il nome Zanzibar in realtà è relativo all’arcipelago che comprende pure l’isola di Pemba (che si trova a nord) che è altrettanto meravigliosa.
Tra il XII e il XV secolo Zanzibar è stato un porto commerciale con l’Arabia, il Golfo Persico ,l’India e altri paesi asiatici con i quali avvenivano scambi di oro, di schiavi,di avorio e di legno.
La successiva conseguenza di questi scambi fu la diffusione dell’ISLAM  e dell’architettura araba, che caratterizza l’isola.
Poi arrivarono i portoghesi ma rimasero per breve tempo, divenne allora territorio degli inglesi che usavano l’isola come “pausa” per i loro viaggi verso l’India e infine arrivò il sultano dell’Oman verso l’inizio  dell’ottocento il quale addirittura trasferì la sua corte a Zanzibar.
Successivamente  verso la metà dell’ottocento, invece, l’interesse per l’isola da parte dei britannici si intensificò tanto da indebolire quello omanita. Nel 1963 Zanzibar ottenne l’indipendenza dalla Gran Bretagna e diventò una monarchia. Poco dopo, una rivoluzione da parte del partito Afro-shirazista  assunse il potere e venne istituita nel 1964 una unione con la Tanganyka (così veniva infatti chiamata la Tanzania continentale) dando origine all’attuale Tanzanìa,sotto la guida di Julius Nyerere (definito BABA ,padre,della nazione).
Tutto questo per dirvi che anche se Zanzibar e la Tanzania continentale fanno parte della stessa nazione ,per molti versi Zanzibar mantiene ancora una propria forma di indipendenza dalla Tanganyka continentale.
Per esempio dal punto di vista politico. In realtà in Tanzania ci sono due Presidenti della Repubblica e ognuno dei due  governi ha organi esecutivi,giudiziari e legislativi. Con tutte le spese che tale scelta può comportare. Se già un governo ha un costo,immaginate due governi.
Ma non tocchiamo questo tasto (assai dolente)

Appena arrivi a Zanzibar ,da Dar ,avverti immediatamente la differenza. La gente è estremamente diversa.






Per certi versi anche un po’ meno cordiale di Dar. Probabilmente anche a causa del numero esagerato di turisti che ogni anno visitano l’Isola (primi su tutti gli italiani).
La maggior parte della popolazione è musulmana. A differenza di Dar dove invece una parte della popolazione è di religione islamica ma un’ altra grossa parte è cattolica .
Gli abitanti di Dar non amano gli abitanti di Zanzibar e viceversa. E non credo che si sentano tutti ,in cuor loro, parte della stessa nazione. Proprio per questa  unione “abbastanza” recente.
Il nome Zanzibar deriva, probabilmente, dal nome persiano Zanj ,nome con cui i persiani indicavano la gente di colore e Zang-bar ,pare, ’significhi terra dei neri’.
Essendo Zanzibar ,quindi ,stata   influenzata da diverse culture risulta un crocevia di popoli e culture che lasciano  le loro tracce nell’architettura, nei profumi e nei sapori.
Una parte significativa della sua economia è sicuramente basata sulle spezie.
Infatti una delle cose che consiglio di fare nell’isola è il famoso Tour delle Spezie.
Sarà turistico ,ma a me è piaciuto tantissimo. E ho scoperto che sono una frana nel riconoscere le spezie. Su 20 ne avrò riconosciute due.

Ti mostrano anche vari tipi di frutta e i vari impieghi che se ne possono fare













Le spezie sono le vere protagoniste della tradizione zanzibarina.
Sono infatti i primi produttori di Chiodi di Garofano. Hanno coltivazioni di Cannella, cardamomo ,coriandolo ,cumino, sesamo ,peperoncino rosso, pepe nero ,noce moscata, curcuma, zenzero ,vaniglia e citronella.

Stone Town, come vi dicevo è il cuore della città, ed è dichiarata patrimonio dell’ Unesco.
Il suo stile è particolarissimo. Un mix di stile coloniale inglese e tanzaniano, arabo e indiano.Molto  caratteristiche sono le porte degli edifici.




Perdetevi tra le sue stradine e i suoi negozietti e non perdete la Casa delle Meraviglie  un tempo il palazzo del sultano.











Durante la mia seconda visita a Zanzibar ho visitato la foresta Jozani  di cui le guide parlano tanto. Anche  se non mi ha particolarmente colpita.
La foresta è famosa principalmente perché si trova l’unico esemplare di scimmia chiamata colobo Rosso di Kirk





Le spiagge sono il pezzo forte dell’isola. E sono semplicemente STUPENDE. Consiglio quelle di Kendwa e Nungwi .Particolare è il tramonto di queste zone a nord dell’isola.





Non ho visto le spiagge di Kiwenga e Pwani Mchangani ma pare siano famose per le loro  basse maree grazie alle quali si può osservare la barriera corallina.
Chi ama Diving e snorkeling  a Zanzibar troverà il paradiso .
Le zone maggiormente consigliate sono le piccole isole di Snake Island e Grave Island e anche l’isola di Changu famosa anche per le tartarughe giganti.
Mi hanno anche raccontato della fantastica esperienza  del bagno con i delfini  verso Chumbe Island che purtroppo personalmente non ho fatto. Ancora.

Personalmente non amo le vacanze “solo mare”. Per questo motivo a chi mi chiede consigli sulla Tanzania rispondo che il TOP ,a mio avviso, sarebbe un connubio tra  mare (Zanzibar o le altre due incantevoli isole di Mafia e Pemba) e  SAFARI  in uno dei tanti e meravigliosi parchi naturali che offre (vedi capitolo 17 ).
Dedicarsi unicamente al mare in Tanzania è un po’ riduttivo. Ma è un mio personale punto di vista.
Le vacanze sono una cosa personale e ognuno ha il sacrosanto diritto di farsele come gli pare. Per me non esistono vacanze “giuste” o “sbagliate”. E’ soggettivo.

Comunque sia Zanzibar merita certamente di essere visitata.


Fish Market


Nungwi

Fish Market



Nungwi



Spero di avervi fatto venir voglia di  partire…!

Alla Prossima!