Ci sono cose
che non ti mancano assolutamente. E lo sappiamo.
L’Italia
,vista con gli occhi di un’ italiano è più o meno la stessa.Espatriato e non.
La critica è
alla porte. In Italia non va bene nulla e non c’è futuro.
Un po’ Catastrofica ,come sempre.
E invece
oggi pensavo a tutte quelle cose che mi piacerebbe fare appena arrivata in
Italia. Pensavo a tutte quelle cose che in effetti mi mancano tantissimo. Cose
per certi versi ovvie ma che, ad esempio 3 anni fa, non avrei mai minimamente
pensato mi sarebbero un giorno mancate così tanto.
Quando vivi fuori le tue percezioni sono totalmente diverse.Forse tendi quasi a idealizzarla la tua terra.
Ad ogni modo queste sono le prime cose che in effetti mi vengono in mente:
1- CAMMINARE!
Riutilizzerò
le mie gambe per camminare.
Lo so che
sembra assurdo ma non è una cosa che manca solo a me. Parlando con tutti gli
altri expats noto che è una delle
cose che pesa a tutti. Sia italiani, che svedesi o finlandesi.
Qui non si
cammina mai,non ci si sposta mai a piedi.
Ed è una cosa
che in Italia davo per scontata …fare una normalissima passeggiata.
Tanto
scontata che delle volte mi scocciavo e prendevo la macchina. Pensa tu, che stupidità!
Invece tra
poco in Italia potrò uscire di casa e andare a piedi.
UTOPIA!
Che poi oltre
al fatto che a Dar non ci sono marciapiedi, siamo anche in piena stagione delle
piogge. Se trovi un pezzo di strada che ti sembra percorribile a piedi stanne
certo che è un fogna aperta.
2 - PARLARE NELLA MIA
LINGUA…SEMPRE.
LUI,il
mio boyfriend, è italiano e parlo anche italiano con amici italiani qui a Dar.
Ma nella
maggior parte delle ore della mia giornata comunico con le persone in inglese e
per quanto delle volte sia un bene (perfezionare una lingua non può che essere
vantaggioso)devo dire che dopo 10-12 ore di fila può stancare terribilmente (per
fortuna sempre meno).
Inoltre in inglese
perdo parte delle mia ironia tipicamente italiana.
E
soprattutto perdo le battute che tutti
facciamo nei nostri dialetti.
Un “camaffari?”
(Che facciamo,in catanese) o un “te possino” (romano) non hanno
corrispondenze in inglese. O almeno io ancora non le ho trovate.
Dajeeee
3- PARLARE CON LA TUA AMICA E …VEDERLA DAL VIVO
Grazie a
skype, whats up & co., l’ho detto tante volte ,essere expat è davvero più
facile.
Le notizie belle (e a volte anche le brutte
)viaggiano velocemente.
Ma nessun
social network potrai mai sostituire ovviamente il contatto con le persone.
Di questo te
ne rendi conto davvero quando vivi fuori. Perchè non hai alternativa.
Sto
iniziando ad avere una sorta di insofferenza ai social network. Proprio perché è
realmente il mio unico modo di comunicare con gli amici e con la famiglia.
A volte non
si chiede come si sta, si va nella pagina del profilo per vedere se va tutto
bene.
Mi è
capitato tempo fa di sentire un amico e di raccontargli varie novità e la sua
risposta fu ma non lo hai scritto su facebook.
TERRIBILE.
Cosa c’è di
più bello che parlare (dal vivo) con la tua amica e ridere fino a sentirsi male
(senza smile e faccine varie?)
Priceless
4 -LA FAMIGLIA
Quando ce
l’hai accanto non ti rendi conto o te ne rendi conto solo in parte quanto hai bisogno di parlare con i genitori.
I miei ,per fortuna sono giovani e in salute e non hanno realmente bisogno di me.
Però i
genitori sono due e loro sono il punto fermo della tua vita e lo saranno
sempre.
Indiscutibilmente
ti mancano tanto. Loro capiscono tutto anche se non parli.
5 - Il MIO MERAVIGLIOSO BROTHER
Io e mio
fratello abbiamo 10 anni di differenza. Abbastanza.
Mi sento un
po’ mamma e un po’ sorella con lui. Una via di mezzo.
Un po’ come
una mamma vorrei evitargli tutte le str… che ho fatto io nel passato ma come
una sorella voglio che si goda la vita al massimo e si diverta.
E mi manca
tantissimo. That’s all .
6- Lo SPRITZ
Non inteso unicamente come alcohol, ovviamente,
ma più come momento quando incontri gli amici.
Una sera
“easy “,una sera qualunque.
Davanti a uno Spritz parli di progetti, ti vengono idee, rispolveri il passato ,guardi
il futuro e ti fai tante ma tante risate.
Ho
conosciuto tanta gente qui a Dar.
Gente
meravigliosa, davvero.
7 -LO SPORT
Pur essendoci
qui a Dar delle palestre è chiaro che non possono essere paragonate a quelle
italiane. Ma non è questo il punto.
Piu' che
la palestra mi manca lo sport all’aria aperta,nel mio caso correre,che mi
piaceva davvero tanto.
Qui correre
per le strade equivale a una persona che si vuole lanciare nel Tevere.
E’ un
suicidio premeditato.
Non esiste
nessuna concezione di sport, di parco pubblico,di natura.(Chiaramente mi
riferisco unicamente a Dar,non alla Tanzania).
La gente in genere qui non ama fare sport, lo
considerano troppo stancante. E inutile.
Meglio
mangiarsi un piatto di Mishkaki e patatine.
8 -CUCINARE
Mi manca tanto cucinare.
In Italia,la
mattina ti svegli con un’idea ,vai al supermercato o al mercato, la acquisti e
la cucini.
STOP.
Al 99 %
trovi tutti gli ingredienti.
Qui no.
Quello che trovi te lo fai piacere e basta.
Però passa
la creatività. Che sta alla base del cucinare.
Quindi a parte le cose “basiche”della
sopravvivenza non faccio altro.
9 -LE ZANZARE ITALIANE
In Tanzania il problema delle zanzare è purtroppo
reale.
La malaria esiste e non ha pietà per
nessuno.
E la dengue.
Quindi
quando una zanzara ti punge ti fai davvero diecimila pippe .Potrebbe essere LEI.
Motivo per
cui lo spray antizanzare è per me diventato un
valido compagno di vita giornaliero.
Lo metto in
automatico. La mattina e la sera. Più volte al giorno.
Inizialmente
la mettevo unicamente dopo il tramonto. Momento in cui si ha possibilità
attirare le zanzare portatrici di MALARIA.
E invece no.
Quest’anno oltre alla malaria c’è stato un aumento di casi di DENGUE, una
febbre meno pericolosa della malaria ma sempre da evitare.
Io non sono
una che si angoscia. Attuo la tecnica del “non ci penso” e fino adesso non ho
mai avuto nulla.
Però pensate a quanto possa essere inquietante vedere una zanzara e
pensare che questa possa farti passare un mese a letto in fin di vita.
W le simpatiche e innocue zanzare
italiane.
10- SHOPPING
Inizialmente
pensavo che non sarei sopravvissuta per mesi interi senza comprare una borsa, una
pashmina o un paio di scarpe.
E infatti
per certi versi non ce l’ho fatta.
Ho cercato di colmare il desiderio irrefrenabile e
impulsivo di acquisto, tipico femminile, dandomi alla frutta e alla verdura.
LUI si trova
la cucina piena di manghi e papaye senza
capirne il vero motivo.
E un impulso
che è difficile da gestire .
Provate a
immaginarvi voi stessi senza comprare nulla per mesi e mesi (tranne alimenti).
Sicuramente
avrò uno shock cardiogeno nel primo Zara in cui entrerò.
L’ho messo in conto.
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