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sabato 4 marzo 2017

(56)Treno per Lisbona-Vlog-

 🇮🇹Ciao a tutti!
Stavolta ho voluto fare un post diverso e mi sono imbattuta in una versione molto amatoriale di un Vlog.

Sono partita da Porto (o Oporto in italiano) e sono arrivata a Lisbona in treno.
Questa non è una guida di Lisbona.
Più che altro racconto quali sono i luoghi che più mi piacciono di questa città e quelli a cui sono particolarmente affezionata,avendoci vissuto più di un anno.

In realtà avrei voluto aggiungerne molti di più ma mi sono dovuta contenere altrimenti sarebbe diventato un documentario :)
Ecco a voi il link.

Buona visione.

🇬🇧Hi Everyone!
This time I decided to do a different post and I make a VLOG!
The journey start from Porto Campanha Station to Lisbon Oriente.
This is not a guide,it's just a resume of some of the best Lisbon corners for me  because I lived there one year and I have fantastic memories!

Here the link.

Enjoy 


Clicca qui/ Click here  →TRENO PER LISBONA






sabato 21 marzo 2015

(Cap 46)Pause,bici e miradouros.

Rieccomi qui.

Non ho scritto per tanto tempo. Per una serie di motivi. Primo su tutti sono stata presa da altro che mi ha portato via molte energie.
E molta pazienza.

Principalmente in questi mesi ho riaperto i libri e dato alcuni esami.
E sono rientrata in Italia per i vari appelli.

Tutti gli esami sono andati abbastanza bene. Sono io che ho rischiato  di impazzire.
Ovviamente ironizzo, ma ci sono state delle giornate in cui ci sono andata abbastanza vicino.

E’ strano quando riapri i libri e non hai più 20 anni ma invece hai 10 anni di contributi alle spalle.
Sono cambiata tanto in questi anni ed è cambiato molto il mio modo di rapportarmi a un esame.
Io da studentessa poco volenterosa a cui bastava il minimo per andare avanti (il mio motto era massimo risultato=minimo sforzo) sono arrivata ad essere una perfezionista quasi esagerata.

E forse mi preferivo prima.

Sicuramente vivevo  meglio. E avevo più vita sociale.

Essere uno studente a tempo pieno è pesante. E’ uno stress senza limiti, una frustrazione senza limiti. Non è mai abbastanza e ti senti in colpa se un pomeriggio lo passi in palestra o fai tardi una sera e l’indomani perdi mezza giornata che potevi dedicare allo studio.
E’ pesante anche perché nessuno ,o almeno molta poca gente capisce realmente come ti senti e sembra quasi sia un gioco o un modo per passare tempo,specialmente visti i miei 30 anni.

Comunque sono contenta di aver sfruttato questa mia pausa lavorativa forzata ed essermi dedicata a tempo pieno a una cosa che fino adesso era stata fatta solo nei ritagli di tempo.
Ho sempre preparato esami tra un volo e un altro e in orari e situazioni scomode.
Adesso che vivo una situazione “normale” con orari normali e il giusto tempo a disposizione mi fa quasi strano.Giuro.

Nonostante questa mia vita da pseudo-reclusa delle ultime settimane devo dire che mi sono cercata di ritagliare vari momenti per godermi questa nuova vita portoghese. E ne sono sempre più colpita.
Adesso sono circa 4 mesi che abito qui e inizio ad avere delle mie idee meno da turista per caso.

Lisbona è proprio una bella città. Ci sono punti e scorci che pur avendoli visti cento volte ogni volta che ci ripasso davanti sembra la prima volta. Parlo soprattutto dei miradouros ovvero dei punti (o terrazze)da cui si possono godere delle viste meravigliose che lasciano senza fiato.














Sono venuti vari amici a trovarci. E mi diverto un sacco a fare da cicerona per la città.
La città pur essendo una capitale non è poi così grande ed molto piacevole camminare e intrufolarsi in stradine o calçadas.
Qui cammino tantissimo.
Non camminavo così tanto da anni.

Ogni volta che torno in Italia mi rendo conto quanto sia limitante il fatto che si preferisca quasi sempre l’auto piuttosto che una sanissima passeggiata o l'utilizzo di un mezzo pubblico.
Colonne di macchine in fila con guidatori scorbutici che inveiscono sugli altri perchè intasano le strade.Come se loro stessero facendo una cosa differente.

Ho anche acquistato una bici che uso per fare lunghe passeggiate sul lungo Tejo che è proprio davanti casa nostra.
Il costo della vita è decisamente basso anche se devo dire proporzionato agli stipendi, bassi anche loro.

La crisi c’è anche qui.Senza dubbio si avverte.
Ma la città è comunque molto curata,i mezzi funzionano perfettamente così come gli uffici pubblici e il portoghese medio ha un senso civico che in Italia abbiamo solo in pochi.

Insomma in queste settimane mi sono dedicata ad osservare questa nuova città e i suoi abitanti.
Sto cercando di farmi l’orecchio con il portoghese ma ancora la strada è lunga.
E il mio spagnolo non mi aiuta ma anzi,mi induce continuamente all’errore.

Ecco a voi la nuova lingua denominata portignol di cui io sono in assoluto la regina.Ma in fondo ci capiamo lo stesso e ancora per poco ce lo facciamo andare bene.

Insomma...avrei mille cose da raccontarvi.Non è una città che può solo essere descritta.Bisogna viverla per capire realmente di cosa si sta parlando. E  chi ci è stato o ci ha vissuto sa a cosa mi riferisco.

Però che Lisbona fosse innegabilmente stupenda, per certi versi me lo immaginavo anche.Ciò che non mi immaginavo minimamente è quanto fosse meravigliosa la città di Porto.

Ma Porto merita senza dubbio un post a parte.
Ve ne parlerò nei prossimi giorni.

A presto


lunedì 15 settembre 2014

(Cap 34)"Rome wasn't built in a day (ehi ehi ehi) "




Ultimamente non ho scritto molto, è vero.
Causato probabilmente da doversi fattori.
Quali…Il tempo, sicuramente.
Il nuovo lavoro per quanto non mi impegni intere giornate (come lo era quello da Assistente di Volo dove  potevo arrivare anche 12-15 ore al giorno)mi  toglie inevitabilmente del tempo che prima dedicavo al Blog.
Ma non si tratta solo di questo.
La realtà è un’altra. In Italia non riesco a scrivere . O perlomeno, riesco a scrivere ma…perdo un po’ di spirito  come dire ,goliardico.
Ho scritto dei post nelle ultime settimane che non ho poi voluto pubblicare.
 Perché erano post privi di ironia, di humor. Erano polemici. E non è questo il mio obiettivo.
 Questo Blog nasce per raccontare si la mia storia, ma per raccontarla in maniera allegra. A nessuno interessa intristirsi con considerazioni e opinioni della realtà italiana , per altro  argomenti  principali di tutte le conversazioni virtuali e reali della nostra penisola.
 La crisi ,il lavoro, la classe politica e loro scelte. BLA BLA BLA.


Comunque sia, torniamo a noi.
Come vi raccontavo nei post precedenti ho avuto un’opportunità lavorativa qui a Roma.
Un lavoro completamente diverso ma che rimane nell’ambito aeronautico.
E ho conosciuto tanta, tantissima gente. Colleghi e non.
 E come sapete solitamente si parla anche un po’ di se.

“Sono Valentina, ho 30 anni e vengo da Catania. L’ultimo anno ho vissuto in Tanzania, sono momentaneamente (ma residente) a Roma e tra qualche mese mi trasferirò a Lisbona”
E questi mi guardano come per dire  che te sei fumata?

Questa mia parentesi romana non era messa in conto. Non così almeno.
 Ero tornata per qualche mese con l’obiettivo principale di riprendere a studiare e completare i miei studi e ,se ci fosse scappato un lavoro da assistente di volo (stagionale, ovviamente) sarei tornata su un aeroplano per qualche mese prima di partire per Lisbona.
E invece no.
Ma facciamo un passo indietro.
Quando  due anni fa la famosa compagnia aerea dove avevo il FANTAMEGAFIGHISSIMO contratto a tempo indeterminato decise di chiudere, io e LUI decidemmo di trasferire  baracca e burattini da Catania a Roma, la sua città. Roma è più comoda rispetto a Catania quando “pendoli” con un paese straniero. E’ chiaramente collegata meglio.
Quindi per quanto io in effetti sia residente sulla carta nella città eterna da più di un anno, in realtà non ci avevo mai vissuto prima di qualche mese fa, quando sono rientrata in Italia.
Venivo spesso sia con LUI che per altri motivi, tra cui anche lavorativi. Ma la mia permanenza si limitava al massimo a una settimana .Ed e’ molto diverso.
Quindi quando lo scorso Maggio tornai dalla Tanzania e mi venne fatta questa famosa proposta lavorativa decisi di fermarmi un po’ a Roma.
Ed è stata per certi versi una “scoperta”.
All’inizio ,specie dopo la Tanzania, Roma mi sembrava New York City.
Roma si sa è stupenda. Ma è pur sempre una città italiana che per quanto meravigliosa è purtroppo poco curata.
 I mezzi pubblici ci sono ma non sono minimamente sufficienti alla domanda. Allora tocca usare la macchina e la macchina porta caos e ingorghi.

 Quindi proprio per questo motivo potrebbe sembrarmi Dar es Salaam…

Ciò che mi fa ridere, ma proprio tanto sono i romani de Roma, daaa a capitale.
Quando vivi qui ti rendi conto che Alberto Sordi o Carlo Verdone non hanno fatto che semplicemente “fotografare” scene di vita quotidiana.
Ci sono tanti marchesi del grillo e tanti Ivano e Jessica, così tanto per fare un esempio. Anzi ce n’è più dell’immaginabile.

Il romano ne ha una per tutti. Sovente polemico ma di fondo un gran simpaticone.
L’argomento che ai romani piace tanto è sicuramente il cibo.
Ai romani je devi dà da magna’ mi disse un giorno una tipa alla fermata del bus.
Ed è vero. Se per esempio decidiamo, che so ,di andare a fare una passeggiata in centro o sul lago di Bracciano l’obbiettivo non è la passeggiata in se ma     Namose  a magnà na cosetta ….
Ora, non è che in Sicilia siamo tutti vegani e filiformi.
 Ovviamente no.
 Ma non ne parliamo così tanto ,credo.
In queste serate di magnate se ti prendi un’ insalata potresti essere visto malissimo e etichettato come  quello che se magna l’insalata.
NO.
Meglio magnasse na Grigia, na coda a vaccinara con contorno de cicoria ripassata en padella.
Giusto na cosettina per smorzà a fame.
Adoro anche la donna romana der quartiere. Lei ,leggings leopardati ,orecchini d’oro giganti, trucco da maschera di cera richiama il figlioletto all’ordine e alla disciplina:

AOOOOO VIE’ NPO QUI CHE TE TRITO DE BOTTE,TACCI TUA.MO M’HAI ROTTO ER CAZZO.TE POSSINO.

Quando si dice eleganza e semplicità.

Quando mi viene chiesto  da nddo vieni   e rispondo dalla città sicula ci sono in genere due risposte.
 Ci sono quelli che amano la Sicilia, quelli che l’hanno girata un sacco(anche più di me) e che conoscono musei/siti/spiagge/ristoranti e sono perdutamente  innamorati della mia terra.
Oppure quelli che hanno un’idea della Sicilia che risale ai primi dell’800.Quelli che mi chiedono se ho parenti mafiosi, se i miei vicini di casa  sono i clandestini dei barconi o se è pericoloso girare per le strade.
Si, mi hanno chiesto anche questo.
Tempo fa un tizio mi disse che il cugino del fratello dell’amico della sorella una volta era stato in Sicilia e il proprietario della casa che avevano in affitto gli disse che a Catania rubano le macchine ,quindi ne avevano dedotto essere  un posto poco raccomandabile.
Peccato che Roma non sia minimante immune da questo fastidioso crimine e sicuramente non lo sarà meno dei livelli di Catania o di un’altra grande città italiana.
Ma questo non lo diremo al cugino del fratello dell’amico della sorella.

Poi, parliamo delle strade della capitale.
 Beh ,si sa.
Roma è grande. Tanto grande.
Però poi ci sono delle strade che giri che ti rigiri te le trovi spuntare ovunque per quanto sono lunghe.
Come appunto la mitica portuense o la via del mare (ostiense).O la Aurelia
O il raccordo.
IL RACCORDO.
Ecco ,il raccordo meriterebbe un post a parte.
Puoi rimanerci 10 minuti come tutta mattina. E un grande punto interrogativo.
Ho da poco superato il “trauma da raccordo”.
Adesso so quando prenderlo e quando NON prenderlo assolutamente. Una volta capito ciò hai svoltato.
Oppure la famosa Via della Scafa ,che porta Ostia , dove LUI sostiene che si svolga il ciclo della vita.
Secondo lui la gente nasce, cresce, muore e pure si riproduce su questa strada.
 File interminabili.
Ma anche qui basta capire gli orari e il gioco è fatto.

Questa permanenza a Roma procede bene, meglio del previsto.
Adoro prendere il tram e andare a fare un giro in centro. Adoro Trastevere. E campo dei fiori. E villa Borghese o villa Pamphili. Mi piace l’aria che si respira. Mi piacciono i ponti e le viste sul Tevere (il Tevere in se un po’ meno visto che è abitato da simpatiche pantegane).
Roma è piena di arte. Ci sono sempre mostre, teatri, concerti, cinema all’aperto. Ci sono tante cose da fare.
Villa Doria Pamphili

Fori imperiali


Piazza del Popolo


Via Margutta


Vista dal Campidoglio

Talmente tante che mi rendo conto di aver ancora visto poco, pochissimo. Ma indubbiamente è una città ,se non addirittura, LA città su cui è difficile mettere un punto di arrivo.
E’ una continua scoperta e anche se so che durerà poco perché a breve andremo via di nuovo ,inizio quasi già a sentirla “mia” e non pensavo potesse accadere…

Daje regaaa

Alla prossima!






domenica 24 agosto 2014

( Cap 33) Lisbona o Doha? Considerazioni esterne...






Nel momento della difficile scelta tra Lisbona e Doha (ecco il nome della città araba) devo dire che è stato divertente sentire le opinioni di parenti, amici e conoscenti.
Pareri totalmente discordanti tra loro che però mi piaceva ascoltare per capire cosa ne pensasse al riguardo la gente che quotidianamente mi circonda (anche se solo “virtualmente” viste le distanze.)
Mi piace ascoltare i punti di vista altrui e mi piace quando sostengono fermamente le proprio tesi.
Ovviamente poi io seguo le mie.
Neanche a dirlo mio padre sosteneva che, conoscendomi, io non sarei sopravvissuta un giorno a quella vita a Doha.
E io inizialmente pensavo si riferisse allo stile di vita “lussuoso”.
No no…si riferiva al Burqa. Chissà perché i genitori quando si tratta di te vedono sempre tutto molto catastrofico.
A ridaje a spiegargli che nessuno mi avrebbe costretta a indossare burqa e chador e che al massimo avrei dovuto evitare minigonne e scollature…
No. Lui vede il mondo arabo con i suoi occhi e lo immagina solo così.

Ma non solo lui ovviamente. Anche amici, miei coetanei, non facevano altro che chiedermi del burqa ,degli alcolici o del fatto che avrei dovuto chiedere a LUI il permesso per mettere il naso fuori  casa.(Queste sono state le considerazioni più gettonate, manco a dirlo)

Alcuni amici invece erano gasatissimi riguardo Doha.
-Pensa che macchine pazzesche !Lamborghini,Ferrari…! Wow
-Pensa che negozi! Gucci ,Luis Vuitton…!Wow
 E lo dicevano a me che in Italia  ho una modestissima  Ford Ka e i miei negozi preferiti sono Zara e H&M .
Chi mi conosce bene sa che tutto ciò non mi esalta per nulla. Anzi.

Alcuni invece erano scioccati da entrambe le destinazioni.
Ma in Italia quando tornate? (mi chiedevano come se fossimo due pazzi incoscienti).
Mmm…altra domanda?

Non poteva ovviamente mancare la domanda di rito (dico di rito perché quando fu per la Tanzania me lo sentii ripetere per tutti i giorni prima della partenza, vedi Post Cap 5-6-7 ) :

Ma che vai a fare tu in Portogallo?
Cioè lui va li a lavorare e tu che fai? Ti annoierai? Mica puoi trovare lavoro in Portogallo dove la crisi è più forte dell’Italia. No, no. Non sarà una cosa facile.

Nonostante la domanda e la considerazione poco gentile  sono cosciente del fatto però che Lisbona al momento offra poco lavoro già ai portoghesi, figuriamoci per un’italiana che NON parla portoghese. Si sa.
Non mi riempiranno sicuramente di offerte lavorative. OVVIO.
Ma sicuramente l’atteggiamento pessimista e negativo non porta da nessuna parte.
Anche se rimani al paesello tuo.

Sicuramente la prima cosa da fare sarà imparare il portoghese. Una volta presa una certa familiarità con la lingua inizierò la mia ricerca.

Doha avrebbe avuto, di buono ,che probabilmente, io avrei potuto iniziare  a lavorare sin da subito. Sia perché la lingua parlata è l’inglese e sia perché la città è in continua evoluzione per quanto riguarda il business. Specialmente i settori dove avrei applicato io ,ovvero compagnie aeree/aeroporti e alberghi.

 Devo dire però che un discreto numero di amici e  familiari mi hanno anche sostenuto e incoraggiato.
Soprattutto per quanto riguarda Lisbona.
Chi ha avuto modo di visitarla  mi parla di una città meravigliosa. Meravigliosamente vivibile.
Un clima stupendo ,il mare, gente fantastica, vita notturna, costi bassi, ,i miradores (i magnifici panorami)e molto, molto altro.
Lo scopriremo…
E ovviamente sarò qui per raccontarlo.

Atè Logo (Arrivederci).
Iniziamo a far pratica con la lingua…






domenica 13 luglio 2014

(Cap31)"Mini-decalogo per un colloquio di successo"


Nell'attesa delle prossime novità riguardo il Blog (a brevissimo) ,volevo riprendere un discorso già affrontato nel Cap. 29.

Nel penultimo post avevo infatti  parlato della situazione lavorativa in Italia.
E forse facendolo non ho messo molta positività al riguardo.
Anzi.
Mio fratello mi ha detto :
“Vale ,l’ho letto mentre stavo studiando e mi hai fatto venir voglia di chiudere i libri”
Oddio.
No. No. Non ci siamo. Non era quello che volevo far intendere.
 Mi spiego.
Stavo solo raccontando un mio punto di vista. Una mia esperienza.
Quella delle raccomandazioni è una storia vecchia. Vecchissima .E per quanto reale non dobbiamo assolutamente fare in modo che questo possa minimamente influenzare la nostra presentazione.
I raccomandati ci sono sempre stati e ci saranno sempre. C’è poco da dire, ma non dobbiamo dimenticare che c’è anche tanta gente che ricopre determinate posizioni perché se l’è sudato e guadagnato con anni e anni di studi e di gavetta.
Se ci fermiamo a pensare “tanto non mi  pijano ” non andiamo da nessuna parte.
E noi dobbiamo andare da una parte ben precisa.
Ho letto tanto, specie nell’ultimo anno.
Ho letto e ho visto alcuni video su Youtube sull’argomento.
E allora sono arrivata a una sorta di conclusione.
Una sorta di check-list da tenere in considerazione prima di presentarsi per una candidatura.
Mi riferisco  chiaramente a candidature di tipo generico.

1.       Innanzitutto parliamo dell’ invio della candidatura.
Il web offre tanto, tantissimo. Attraverso il web puoi inviare una candidatura a Sidney.
O a Civitavecchia.
E’ un mezzo indispensabile.
Ma proprio per questo suo essere vasto ,può anche portarci fuori strada.
Personalmente, preferisco, portare i CV a mano. Anche se, chiaramente, non è sempre possibile.
Dipende anche dal tipo di azienda a cui si deve applicare.
Ad ogni modo la cosa più importante è focalizzarsi verso un obiettivo. E’ vero ,verissimo, che le proposte lavorative sono scarse ma ciò non toglie che siamo persone valide e abbiamo anche noi delle ambizioni precise. Quindi monitorare costantemente siti delle aziende che ci interessano e ovviamente le pagine riguardanti le candidature. Mi è capitato   di essere chiamata per un colloquio proprio per la tempestività dell’invio della candidatura. E viceversa di non essere stata chiamata per non averlo mandato in tempo.

 2.      La chiamata.
Bene. Ci hanno chiamato. Il primo passo è stato fatto.
Adesso si fa sul serio. Personalmente vado sempre preparata ai colloqui e cerco di prepararmi anche dei discorsi. Studio l’azienda attraverso la pagina web e cerco notizie sui motori di ricerca.
Per esempio ,riguardo le compagnie aeree cerco di documentarmi su quanti e quali aerei hanno, che basi operative  e che progetti futuri hanno in programma. Cerco di leggere  i  forum e se posso contatto personalmente qualcuno che ci lavori già anche tramite i Social Networks .E’ importante capire l’azienda e anticipare le possibili domande che possano farti. Oltre a fare bella figura il Recruiter penserà di aver davanti una persona professionale e interessata alla posizione.

3.  Il giorno del colloquio.
   Neanche a dirlo la sera prima evitate Hangover (sbornie) e notti brave. Cercare di riposare      indiscutibilmente ci farà apparire il viso più rilassato.
   L’abbigliamento è un punto fondamentale.
  “L’abito non fa il monaco…?” SBAGLIATO.
  Un abbigliamento consono è fondamentale, a prescindere dalla posizione che si sta andando   a ricoprire. Cercate di essere formali e naturali .Niente personalizzazioni eccessive. Evitate  collane e  bracciali rumorosi. Per le donne un trucco sobrio e una pettinatura semplice.  Nessun profumo forte.
  Per gli uomini barba curata e suit. Se potete togliete i piercing e coprite i tatuaggi.      
  Negli ultimi colloqui ho visto gente davvero poco presentabile. Attenzione, gente  qualificatissima.                                  
 Puoi avere anche 2  lauree ma e se  poi arrivi a un colloquio con le scarpe sporche e i capelli lucidi (non di gel ) non chiederti come mai non hanno scelto te.
4.Puntualità.
Ovvio. Non dovrei neanche evidenziarlo. Ma magari nel caso in cui il colloquio non sia nella vostra città, cercate  di organizzarvi preventivamente su taxi, treni, aerei.
In aereo vedevo gente letteralmente dare di matto quando c’era ritardo sui voli del mattino e mi raccontavano che dovevano andare a fare un colloquio o un concorso.
 Non fare mai  pieno affidamento nei mezzi di trasporto.(A meno che non vivi a Copenaghen).
Scioperi, ritardi e vulcani islandesi dal nome impronunciabile potrebbero rovinare i vostri piani.
5. In Azienda
Bene siamo arrivati in azienda. Siate molto discreti e pensate che probabilmente ci saranno altri uffici dove altra gente sta magari lavorando. Togliete le suonerie. Ed evitate di parlare a voce alta.
Presentarsi al personale addetto all’accettazione.
Cercare per quanto possibile di avere un leggero sorriso stampato in faccia.
Con questo non voglio dire che dovete avere il sorriso di un clown. Ma magari la persona che ti passa accanto potrebbe essere proprio la persona che andrà a esaminarti.
6 .Attesa
In genere fanno un elenco in base al numero dei candidati.
E da li bisogna aspettare il propri turno. Sono attese snervanti. E lo sono per tutti.
Ma evitate di bere 35 caffè e di fumare 2 pacchi di sigarette. Cercate il più possibile di distrarvi .Io a volte porto un libro, oppure faccio conoscenza con gli altri candidati. Anche loro saranno tesi come voi e magari parlare dell’ultima vacanza può farvi rilassare entrambi.

7.Colloquio
Eccoci. Dicono il vostro nome.
L’adrenalina è alle stelle. Per quanto io cerchi di essere sempre rilassata, quel momento esatto mi fa venire le palpitazioni. Che per fortuna ,in genere, terminano appena mi siedo con la commissione davanti.
In genere trovi davanti a te 2-3 esaminatori che ti osservano con un volto privo di emozioni.
Delle volte sei più fortunato e troverai esaminatori con un finto sorriso di plastica (specie nel settore naviganti).
E’ il tuo momento.
In genere iniziano sempre con il “….ci parli un po’ di lei…”
E li… VENDITI.
Devi vendere la tua professionalità al meglio.
Non esagerare con i superlativi. E con le menzogne.
Cerca invece di dire la verità.
Sii umile. Umile ma determinato.
Ovviamente cercate di non toccarsi anelli, capelli ecc. Classici gesti di nervosismo.
Se invece ci sono colloqui di gruppo, in genere vedono anche come interagisci con gli altri. In questo caso evita di parlare sopra altri o di prevalere. Otterresti l’effetto contrario.
Se la lingua del colloquio  non è la tua lingua madre cerca di parlare lentamente e di scandire bene le parole (specialmente in inglese si tende a parlare velocemente).
Parla delle esperienze lavorative presenti nel CV  e cerca di ricordarti bene le date.
Quando l’interlocutore vi pone una domanda lasciatelo terminare. Se una risposta non la sapete provateci comunque. Spesso proprio il modo di gestire quella situazione di stress può essere interpretata dagli esaminatori.
Ovviamente non fare mai domande su stipendi ,ferie ecc .
Se ve ne parlano loro è un conto. Ma quelle sono notizie che avrete in un momento successivo.
(Specialmente in Italia lo stipendio non viene mai menzionato, al contrario  all’estero è probabile che l’esaminatore possa affrontare l’argomento).
Se vi vengono fatte domande scomode ,tipo “Ha intenzione di sposarsi?” o “Ha intenzione di avere figli?” evitate di fare facce strane ma rispondete cercando di dire quello che vi fa stare meglio.
Al momento di congedarsi consiglio sempre di sorridere ,ringraziare e ,se possibile, stringere la mano.
Cercare di non trascinare sedie o di fare rumore con i tacchi o dimenticare fogli, documenti,borse  ecc.

8.L’attesa
Altro momento di attesa. Se le candidature erano tante probabilmente dovrete aspettare qualche giorno per l’esito della selezione.
Ovviamente cercate di non pensarci.
In genere scambio sempre qualche contatto con gli altri candidati in modo da capire quando e se iniziare a rassegnarmi all’idea di non ricevere risposta.
Sconsiglio vivamente di chiamare per sollecitare.
Controllare chiaramente la vostra email e evitate di lasciare il telefono senza suoneria (cosa che accade a me).


E’ andata bene?
Può anche darsi che vi richiamino per un altro iter selettivo o delle visite mediche di idoneità. Dipende dal tipo di mansione.

E’ andata male…?
Beh …succede. Vuol dire che non era il VOSTRO momento. O magari realmente non eravate tagliati per quell’azienda. Anziché inveire contro gli esaminatori (sti stronzi…) cercate di capire se e dove potete aver sbagliato. Può capitare a tutti di non passare un colloquio. Non è la fine del mondo.
Penso anche che il destino possa giocare un suo ruolo.
Ricordo ancora la dura sconfitta di non essere presa all’ ultimo colloquio  di un lungo iter selettivo nella compagnia di bandiera.
La presi malissimo. Ma se mi avessero presa non avrei potuto fare l’esperienza che ho fatto successivamente  in un’altra azienda più piccolina ma che mi ha dato davvero tanto sia professionalmente che soprattutto a livello umano. E si sa non si cresce solo con il lavoro.

Con questa sorta di check-list non è mia intenzione fare la “maestrina “ o dispensare consigli “scontati”.
E un mio mini-decalogo su come affrontare al meglio un’ esperienza del genere. Anzi è proprio il mio mini-decalogo che ho imparato dalle mie ultime selezioni.

Beh allora… cross finger  ! :)