🇮🇹Ciao a tutti!
Stavolta ho voluto fare un post diverso e mi sono imbattuta in una versione molto amatoriale di un Vlog.
Sono partita da Porto (o Oporto in italiano) e sono arrivata a Lisbona in treno.
Questa non è una guida di Lisbona.
Più che altro racconto quali sono i luoghi che più mi piacciono di questa città e quelli a cui sono particolarmente affezionata,avendoci vissuto più di un anno.
In realtà avrei voluto aggiungerne molti di più ma mi sono dovuta contenere altrimenti sarebbe diventato un documentario :)
Ecco a voi il link.
Buona visione.
🇬🇧Hi Everyone!
This time I decided to do a different post and I make a VLOG!
The journey start from Porto Campanha Station to Lisbon Oriente.
This is not a guide,it's just a resume of some of the best Lisbon corners for me because I lived there one year and I have fantastic memories!
Here the link.
Enjoy
Clicca qui/ Click here →TRENO PER LISBONA
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sabato 4 marzo 2017
(56)Treno per Lisbona-Vlog-
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Ubicazione:
Portogallo
domenica 24 agosto 2014
( Cap 33) Lisbona o Doha? Considerazioni esterne...
Nel momento della difficile scelta tra Lisbona e Doha (ecco
il nome della città araba) devo dire che è stato divertente sentire le opinioni
di parenti, amici e conoscenti.
Pareri totalmente discordanti tra loro che però mi piaceva
ascoltare per capire cosa ne pensasse al riguardo la gente che quotidianamente
mi circonda (anche se solo “virtualmente” viste le distanze.)
Mi piace ascoltare i punti di vista altrui e mi piace quando
sostengono fermamente le proprio tesi.
Ovviamente poi io seguo le mie.
Neanche a dirlo mio padre sosteneva che, conoscendomi, io
non sarei sopravvissuta un giorno a quella vita a Doha.
E io inizialmente pensavo si riferisse allo stile di vita
“lussuoso”.
No no…si riferiva al Burqa.
Chissà perché i genitori quando si tratta di te vedono sempre tutto molto
catastrofico.
A ridaje a
spiegargli che nessuno mi avrebbe costretta a indossare burqa e chador e che al
massimo avrei dovuto evitare minigonne e scollature…
No. Lui vede il mondo arabo con i suoi occhi e lo immagina
solo così.
Ma non solo lui ovviamente. Anche amici, miei coetanei, non
facevano altro che chiedermi del burqa ,degli alcolici o del fatto che avrei
dovuto chiedere a LUI il permesso per mettere il naso fuori casa.(Queste sono state le considerazioni più
gettonate, manco a dirlo)
Alcuni amici invece erano gasatissimi riguardo Doha.
-Pensa che macchine
pazzesche !Lamborghini,Ferrari…! Wow
-Pensa che negozi! Gucci
,Luis Vuitton…!Wow
E lo dicevano a me
che in Italia ho una modestissima Ford Ka e i miei negozi preferiti sono Zara e
H&M .
Chi mi conosce bene sa che tutto ciò non mi esalta per
nulla. Anzi.
Alcuni invece erano scioccati da entrambe le destinazioni.
Ma in Italia quando
tornate? (mi chiedevano come se fossimo due pazzi incoscienti).
Mmm…altra domanda?
Non poteva ovviamente mancare la domanda di rito (dico di
rito perché quando fu per la Tanzania me lo sentii ripetere per tutti i giorni
prima della partenza, vedi Post Cap 5-6-7 ) :
Ma che vai a fare tu in Portogallo?
Cioè lui va li a lavorare e tu che fai? Ti annoierai? Mica puoi trovare
lavoro in Portogallo dove la crisi è più forte dell’Italia. No, no. Non sarà
una cosa facile.
Nonostante la domanda e la considerazione poco gentile sono cosciente del fatto però che Lisbona al
momento offra poco lavoro già ai portoghesi, figuriamoci per un’italiana che
NON parla portoghese. Si sa.
Non mi riempiranno sicuramente di offerte lavorative. OVVIO.
Ma sicuramente l’atteggiamento pessimista e negativo non
porta da nessuna parte.
Anche se rimani al paesello tuo.
Sicuramente la prima cosa da fare sarà imparare il
portoghese. Una volta presa una certa familiarità con la lingua inizierò la mia
ricerca.
Doha avrebbe avuto, di buono ,che probabilmente, io avrei
potuto iniziare a lavorare sin da
subito. Sia perché la lingua parlata è l’inglese e sia perché la città è in
continua evoluzione per quanto riguarda il business. Specialmente i settori
dove avrei applicato io ,ovvero compagnie aeree/aeroporti e alberghi.
Devo dire però che un
discreto numero di amici e familiari mi
hanno anche sostenuto e incoraggiato.
Soprattutto per quanto riguarda Lisbona.
Chi ha avuto modo di visitarla mi parla di una città meravigliosa. Meravigliosamente vivibile.
Un clima stupendo ,il mare, gente fantastica, vita notturna,
costi bassi, ,i miradores (i magnifici panorami)e molto, molto altro.
Lo scopriremo…
E ovviamente sarò qui per raccontarlo.
Atè Logo (Arrivederci).
Iniziamo a far pratica con la lingua…
domenica 13 luglio 2014
(Cap31)"Mini-decalogo per un colloquio di successo"
Nell'attesa delle prossime novità riguardo il Blog (a brevissimo) ,volevo riprendere un discorso già affrontato nel Cap. 29.
Nel penultimo post avevo infatti parlato della situazione lavorativa
in Italia.
E forse facendolo non ho messo molta positività al riguardo.
Anzi.
Mio fratello mi ha detto :
“Vale ,l’ho letto mentre stavo studiando e mi hai fatto
venir voglia di chiudere i libri”
Oddio.
No. No. Non ci siamo. Non era quello che volevo far
intendere.
Mi spiego.
Stavo solo raccontando un mio punto di vista. Una mia
esperienza.
Quella delle raccomandazioni è una storia vecchia.
Vecchissima .E per quanto reale non dobbiamo assolutamente fare in modo che
questo possa minimamente influenzare la nostra presentazione.
I raccomandati ci sono sempre stati e ci saranno sempre. C’è
poco da dire, ma non dobbiamo dimenticare che c’è anche tanta gente che ricopre
determinate posizioni perché se l’è sudato e guadagnato con anni e anni di
studi e di gavetta.
Se ci fermiamo a pensare “tanto
non mi pijano ” non andiamo da
nessuna parte.
E noi dobbiamo andare da una parte ben precisa.
Ho letto tanto, specie nell’ultimo anno.
Ho letto e ho visto alcuni video su Youtube sull’argomento.
E allora sono arrivata a una sorta di conclusione.
Una sorta di check-list
da tenere in considerazione prima di presentarsi per una candidatura.
Mi riferisco
chiaramente a candidature di tipo generico.
1. Innanzitutto parliamo dell’ invio della candidatura.
Il web offre tanto, tantissimo. Attraverso il web puoi
inviare una candidatura a Sidney.
O a Civitavecchia.
E’ un mezzo indispensabile.
Ma proprio per questo suo essere vasto ,può anche portarci
fuori strada.
Personalmente, preferisco, portare i CV a mano. Anche se,
chiaramente, non è sempre possibile.
Dipende anche dal tipo di azienda a cui si deve applicare.
Ad ogni modo la cosa più importante è focalizzarsi verso un obiettivo. E’ vero ,verissimo, che le proposte lavorative sono scarse ma ciò
non toglie che siamo persone valide e abbiamo anche noi delle ambizioni
precise. Quindi monitorare costantemente siti delle aziende che ci interessano
e ovviamente le pagine riguardanti le candidature. Mi è capitato di essere chiamata per un colloquio proprio
per la tempestività dell’invio della candidatura. E viceversa di non essere
stata chiamata per non averlo mandato in tempo.
2. La chiamata.
Bene. Ci hanno chiamato. Il primo passo è stato fatto.
Adesso si fa sul serio. Personalmente vado sempre preparata
ai colloqui e cerco di prepararmi anche dei discorsi. Studio l’azienda
attraverso la pagina web e cerco notizie sui motori di ricerca.
Per esempio ,riguardo le compagnie aeree cerco di
documentarmi su quanti e quali aerei hanno, che basi operative e che progetti futuri hanno in programma.
Cerco di leggere i forum e se posso contatto personalmente
qualcuno che ci lavori già anche tramite i Social Networks .E’ importante
capire l’azienda e anticipare le possibili domande che possano farti. Oltre a
fare bella figura il Recruiter
penserà di aver davanti una persona professionale e interessata alla posizione.
3. Il giorno del colloquio.
Neanche a dirlo la
sera prima evitate Hangover (sbornie)
e notti brave. Cercare di riposare indiscutibilmente
ci farà apparire il viso più rilassato.
L’abbigliamento è
un punto fondamentale.
“L’abito non fa il monaco…?” SBAGLIATO.
Un abbigliamento
consono è fondamentale, a prescindere dalla posizione che si sta andando a ricoprire. Cercate
di essere formali e naturali .Niente personalizzazioni eccessive. Evitate collane e bracciali rumorosi. Per le donne un trucco
sobrio e una pettinatura semplice. Nessun profumo forte.
Per gli uomini barba curata e suit. Se potete togliete i piercing e
coprite i tatuaggi.
Negli ultimi
colloqui ho visto gente davvero poco presentabile. Attenzione, gente qualificatissima.
Puoi avere anche
2 lauree ma e se poi arrivi a un colloquio con le scarpe
sporche e i capelli lucidi (non di gel ) non
chiederti come mai non hanno scelto te.
4.Puntualità.
Ovvio. Non dovrei neanche evidenziarlo. Ma magari nel caso
in cui il colloquio non sia nella vostra città, cercate di organizzarvi preventivamente su taxi,
treni, aerei.
In aereo vedevo gente letteralmente dare di matto quando
c’era ritardo sui voli del mattino e mi raccontavano che dovevano andare a fare
un colloquio o un concorso.
Non fare mai pieno affidamento nei mezzi di trasporto.(A
meno che non vivi a Copenaghen).
Scioperi, ritardi e vulcani islandesi dal nome
impronunciabile potrebbero rovinare i vostri piani.
5. In Azienda
Bene siamo arrivati in azienda. Siate molto discreti e
pensate che probabilmente ci saranno altri uffici dove altra gente sta magari
lavorando. Togliete le suonerie. Ed evitate di parlare a voce alta.
Presentarsi al personale addetto all’accettazione.
Cercare per quanto possibile di avere un leggero sorriso
stampato in faccia.
Con questo non voglio dire che dovete avere il sorriso di un
clown. Ma magari la persona che ti passa accanto potrebbe essere proprio la
persona che andrà a esaminarti.
6 .Attesa
In genere fanno un elenco in base al numero dei candidati.
E da li bisogna aspettare il propri turno. Sono attese
snervanti. E lo sono per tutti.
Ma evitate di bere 35 caffè e di fumare 2 pacchi di
sigarette. Cercate il più possibile di distrarvi .Io a volte porto un libro,
oppure faccio conoscenza con gli altri candidati. Anche loro saranno tesi come
voi e magari parlare dell’ultima vacanza può farvi rilassare entrambi.
7.Colloquio
Eccoci. Dicono il vostro nome.
L’adrenalina è alle stelle. Per quanto io cerchi di essere
sempre rilassata, quel momento esatto mi fa venire le palpitazioni. Che per
fortuna ,in genere, terminano appena mi siedo con la commissione davanti.
In genere trovi davanti a te 2-3 esaminatori che ti
osservano con un volto privo di emozioni.
Delle volte sei più fortunato e troverai esaminatori con un
finto sorriso di plastica (specie nel settore naviganti).
E’ il tuo momento.
In genere iniziano sempre con il “….ci parli un po’ di lei…”
E li… VENDITI.
Devi vendere la tua professionalità al meglio.
Non esagerare con i superlativi. E con le menzogne.
Cerca invece di dire la verità.
Sii umile. Umile ma determinato.
Ovviamente cercate di non toccarsi anelli, capelli ecc.
Classici gesti di nervosismo.
Se invece ci sono colloqui di gruppo, in genere vedono anche
come interagisci con gli altri. In questo caso evita di parlare sopra altri o
di prevalere. Otterresti l’effetto contrario.
Se la lingua del colloquio
non è la tua lingua madre cerca di parlare lentamente e di scandire bene
le parole (specialmente in inglese si tende a parlare velocemente).
Parla delle esperienze lavorative presenti nel CV e cerca di ricordarti bene le date.
Quando l’interlocutore vi pone una domanda lasciatelo
terminare. Se una risposta non la sapete provateci comunque. Spesso proprio il
modo di gestire quella situazione di stress può essere interpretata dagli
esaminatori.
Ovviamente non fare mai domande su stipendi ,ferie ecc .
Se ve ne parlano loro è un conto. Ma quelle sono notizie che
avrete in un momento successivo.
(Specialmente in Italia lo stipendio non viene mai
menzionato, al contrario all’estero è
probabile che l’esaminatore possa affrontare l’argomento).
Se vi vengono fatte domande scomode ,tipo “Ha intenzione di sposarsi?” o “Ha intenzione di
avere figli?” evitate di fare facce strane ma rispondete cercando di dire
quello che vi fa stare meglio.
Al momento di congedarsi consiglio sempre di sorridere ,ringraziare
e ,se possibile, stringere la mano.
Cercare di non trascinare sedie o di fare rumore con i
tacchi o dimenticare fogli, documenti,borse
ecc.
8.L’attesa
Altro momento di attesa. Se le candidature erano tante
probabilmente dovrete aspettare qualche giorno per l’esito della selezione.
Ovviamente cercate di non pensarci.
In genere scambio sempre qualche contatto con gli altri
candidati in modo da capire quando e se iniziare a rassegnarmi all’idea di non
ricevere risposta.
Sconsiglio vivamente di chiamare per sollecitare.
Controllare chiaramente la vostra email e evitate di
lasciare il telefono senza suoneria (cosa che accade a me).
E’ andata bene?
Può anche darsi che vi richiamino per un altro iter
selettivo o delle visite mediche di idoneità. Dipende dal tipo di mansione.
E’ andata male…?
Beh …succede. Vuol dire che non era il VOSTRO momento. O
magari realmente non eravate tagliati per quell’azienda. Anziché inveire contro
gli esaminatori (sti stronzi…) cercate
di capire se e dove potete aver sbagliato. Può capitare a tutti di non passare un
colloquio. Non è la fine del mondo.
Penso anche che il destino possa giocare un suo ruolo.
Ricordo ancora la dura sconfitta di non essere presa all’
ultimo colloquio di un lungo iter
selettivo nella compagnia di bandiera.
La presi malissimo. Ma se mi avessero presa non avrei potuto
fare l’esperienza che ho fatto successivamente in un’altra azienda più piccolina ma che mi ha
dato davvero tanto sia professionalmente che soprattutto a livello umano. E si
sa non si cresce solo con il lavoro.
Con questa sorta di check-list
non è mia intenzione fare la “maestrina “ o dispensare consigli “scontati”.
E un mio mini-decalogo su come affrontare al meglio un’
esperienza del genere. Anzi è proprio il mio mini-decalogo che ho imparato
dalle mie ultime selezioni.
Beh allora… cross finger
! :)
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