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domenica 26 aprile 2015

(Cap 49) Tanzania.Un anno dopo.


Spesso mi viene chiesto  “Ti manca la Tanzania?”




A quasi un anno dal rientro definitivo in Europa inizio a vedere quel periodo leggermente sfocato e una sensazione stranissima mi invade al ricordo di quelle  immagini e di quei momenti.







Se qualcuno mi avesse detto, prima della partenza in Tanzania, in quel famoso periodo in cui avevo mille dubbi, paure e incertezze quanto sarebbe stato difficile invece ritornare in Europa e riabituarsi a vivere qui gli avrei dato indiscutibilmente del pazzo.

Questo  non era proprio nei mie piani. Questo pensiero non mi aveva minimante sfiorato il cervello. Del resto in Europa ci sono nata. Perché non sarei dovuta esser  felice?

Non avrei mai creduto che sarebbe stato così difficile  e anche così noioso.
Si purtroppo anche noioso.
L’adrenalina che io provavo in Tanzania non esiste in Europa. O almeno ,Io non la provo.
Io provavo adrenalina pure per andare a fare la spesa. O ogni mattina per andare a lavoro.
Quelle strade in Bajaj ,specialmente durante la stagione delle piogge, erano al pari di Gardaland o di un qualsiasi altro parco giochi.


Era  tutto nuovo, tutto era una scoperta e una continua avventura con un margine di rischio in certi casi.
Per quanto io abbia cercato di spiegarlo anche attraverso il blog  devo dire che le mie descrizioni sono comunque riduttive. Fidatevi.
E chi ha vissuto li con me sa di cosa sto parlando.

Comunque ritornando alla domanda inziale la risposta è Si.

Mi manca terribilmente.

Mi mancano le persone conosciute, mi manca la mia routine, mi mancano pure gli assurdi e kitsch matrimoni tanzani in Hotel. Mi manca l’estate tutto l’anno. Mi  mancano le ananas e i manghi più buoni del mondo. Mi manca fare un safari. Mi manca l’isoletta di Bongoyo dove mangiavo aragoste con le mani e dove bevevo la tangawizi. Mi manca la semplicità della vita vissuta li. Mi mancano le risate per ogni singola stranezza .Mi manca la semplicità della gente e la loro spensieratezza. Mi manca conoscere expat di ogni tipo e farmi raccontare le loro vite assurde e straordinarie.
Mi manca vivere li.

Li era una vita fondamentalmente lenta. Molto lenta. Ogni singola cosa veniva fatta con lentezza.E forse assaporavo meglio tutto.
Pole pole ero diventata pure io. Semplicemente ti adegui e ti mimetizzi alla società in cui vivi.

In maniera paradossale il rientro in Europa e ricominciare una vita qui  è stato più traumatizzante del trasferirmi in  East Africa.

Lisbona è bella. Bellissima. Una città meravigliosa e davvero unica per certi aspetti. Ma lo è in vacanza.
Vivere a Lisbona è più o meno come vivere in Italia. Un governo allo sbando e tre quarti della popolazione in cerca di lavoro. Lo stipendio medio è di 700-800 euro.
In compenso la città è molto vivibile e organizzata.

In Italia invece manco quello. Le strade di Roma Capitale  sono in uno stato primitivo. La città ha un sistema di trasporti primitivo.  La gente è nervosa e lo dimostra in tutte le occasioni possibili. In macchina, nel negozio o sull’autobus.  Il nervosismo genera maleducazione .E potrei continuare la descrizione ancora un po’.

Ma con ciò non voglio dire che sto malissimo e che la vita qui è terribile.
Ovviamente no.
 Ho trovato la mia dimensione e cerco di trovare il lato positivo delle cose.
Ma semplicemente non è come vivere li. Un abisso. E’ impossibile negarlo.
E la cosa assurda che a dirlo adesso è anche LUI che non era mai stato molto positivo riguardo laTanzania.
Anche lui ammette che in effetti li era tutta un'altra storia.

Forse  sto idealizzando .Come spesso accade si idealizza qualcosa che poi noi corrisponde perfettamente alla realtà.
Del resto  provando a riflettere in maniera obiettiva e oggettiva non posso non ammettere che ,per quanto bello sia stato, anche li ci sono stati momenti pesanti e duri.
Per quanto cercassi di non pensarci e di non angosciarmi al problema  in realtà quando sentivo che a qualcuno avesse preso la malaria o la dengue  le allegrie passavano rapidamente.
Il sistema immunitario dei tanzani è decisamente differente dal nostro,  sono  indubbiamente più forti fisicamente ,quando  invece era un expat  a prendere qualcosa di simile non era mai una cosa carina. Per nulla. Ho visto persone stare male seriamente e in alcuni casi anche a rischio di vita.

Un’altra cosa che mi pesava tanto era essere molto limitata negli spostamenti.
In Europa a qualsiasi ora della notte posso muovermi in maniera autonoma. E in centro puoi camminare in maniera più o meno sicura.
In Tanzania dopo il tramonto spostarsi da soli poteva essere rischioso, sebbene non mi sia mai personalmente successo nulla dovevi comunque stare attento anche perché le strade non erano assolutamente illuminate.

Ad ogni modo sono esperienze che innegabilmente  mi hanno cambiata.
Indubbiamente questa esperienza mi ha anche dato un briciolo di sicurezza in più in me stessa. E per certi versi mi hanno aiutato anche a capire quali sono i miei limiti.

Delle volte nei miei pensieri più assurdi penso che un giorno tornerò di nuovo li, con un biglietto solo andata e riprendo la mia vita li così come l’ho lasciata.
Mi piace pensarlo e mi fa star bene l’idea. Anche se rimane solo nella mia immaginazione.

Vi inserisco il video del mio ultimo pomeriggio a Dar, un percorso che ho fatto per circa 12 mesi ogni giorno, più o meno alla stessa ora.


Alla prossima :)


giovedì 15 gennaio 2015

(Cap 45)"Alla scoperta di Sintra"

Poche settimane fa ci siamo concessi un piccolo tour.

Siamo andati a SINTRA.

Sintra è una cittadina meravigliosa che si trova a pochi kilometri da Lisbona ed è facilmente raggiungibile in treno da varie stazioni della città.
Noi per comodità siamo partiti dalla stazione di Oriente ma abbiamo fatto un cambio treno a metà percorso.Se si parte dalla stazione di Rossio,in pieno centro città ,ci sono treni diretti.Il costo del biglietto è di 2,50 Euro.

Sintra merita sicuramente una visita se venite a Lisbona.
Il paesaggio culturale di Sintra è patrimonio dell’Unesco e camminando per le vie di questa caratteristica cittadina si capisce perché.
E’ una cittadina che sembra magica. Percorrendo le sue stradine sembra quasi di trovarsi in un film d’animazione.

Appena arrivati subito a vedere il Palacio Nacional ,costruito da Joao I nel XIV secolo e  poi ampliato da Manuel I. 
Un palazzo che ha di caratteristico un mix di stili con elementi rinascimentali ,manuelini gotici e moreschi.


Usciti da li abbiamo fatto un giretto per il minuscolo centro storico...














 ...e siamo andati a piedi verso il famoso Palacio da Pena.

Noi al solito... facciamo i fighi e poi ci malediciamo da soli.In silenzio.

La strada non era eccessiva ,circa 2-3 km,ma in ripidissima salita e inoltre faceva un caaaldo.Tanto caldo.Non normale ,considerando che fosse dicembre.
E io avevo un maglionicino dolcevita.
Che ho maledetto per tutta la giornata.Ovviamente.
Quindi o ci si veste adeguati al clima o si usufruisce di un comodissimo servizio navetta ,scoperto solo alla fine del tour, che con soli 5 euro (A/R) ti porta fino a su.

Nonostante ciò devo dire che ne è valsa la pena (scusando i giochi di parole).
Il palazzo è incantevole. Sembra quasi di entrare a Eurodisney.









Questo castello fu voluto da Federico II di Sassonia come regalo alla consorte, la Regina Maria II, ed è un espressione di architettura Romantica Europea in Portogallo  mischiata a gotico, rinascimentale ,barocco e manuelino e presenta cupole orientali, pareti di azulejos, sale indiana e arabe e uno stile decisamente stravagante. In precedenza era un Monastero di frati francescani.
L’architetto  tedesco a cui venne affidato il progetto si inspirò anche ai castelli della Baviera.

Il tour in realtà è stato incompleto.Almeno fino al momento.

Era infatti troppo tardi per andare a vedere il Castello do Mouros, altra meta decisamente imperdibile. 

Ma vivendo qui ci si può permettere il lusso di vedere le cose con calma e di poterci ritornare quando si vuole!


Alla prossima! :)



sabato 13 dicembre 2014

(Cap 42) "Un mese a Lisbona"

Eccomi qui!

Scusate l’assenza. Senza rendermene conto è volato un mese!

Un mese intenso. Il mio primo mese a Lisbona.

 E devo dire che è andato abbastanza bene.

Questa città mi piace davvero tanto. Ha un qualcosa che mi affascina e al contempo non la trovo poi così diversa dalla mia cultura.
Il primo mese a Lisbona è stato dedicato principalmente alla ricerca della casa e a tutte le faccende burocratiche e non che ne derivano.

La ricerca della casa  me l’aspettavo molto più facile ma non è stato proprio così.

Innanzitutto la maggior parte delle case vengono affittate senza mobili.
E’ stata un’impresa cercare una casa arredata.
I prezzi non sono neanche così bassi come tutti erano soliti dirmi.
Forse se sei un Erasmus e dividi casa con 5 persone.
E dire che non eravamo alla ricerca di un supermega attico vista Tago.
Cercavamo essenzialmente qualcosa che fosse vicino alla metro e comunque non distante dall’aeroporto, per ovvi motivi.
Alla fine abbiamo trovato un giusto compromesso. Un appartamento non distante dall’aeroporto ma molto, molto carino. Che si trova nel fantastico e modernissimo quartiere Expo, costruito per l’esposizione universale nel 1998.
E’ ben collegato con i mezzi pubblici che ho scoperto subito essere efficientissimi.
Quasi commovente. Vi giuro. Impagonabile a qualsiasi città italiana.

E’ stato molto facile ambientarsi in una città così. Niente a che vedere, ovviamente, con quel che fu ambientarsi in Tanzania.
Il paragone è inevitabile e mi fa quasi sorridere, per certi versi.
Per quanto sia infatti una città  “diversa” ,dove non ero mai stata e dove si parla una lingua a me  quasi sconosciuta , Lisbona è comunque una città a misura d’uomo.
Con la conseguenza che tutto  appare “facile” e “logico”. L’esatto opposto della Tanzania.
Tutto è più o meno come in Italia. A primo impatto i portoghesi mi ricordano gli inglesi (un po’ pignoli e “precisini”) ma hanno anche tanto carattere latino che li accomuna tanto a noi.

Sono una via di mezzo. Il che rende la permanenza qui davvero piacevole.

Non avevo aspettative particolari su Lisbona ma devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso.
E’ una città moderna che conserva le sue origini in maniera gelosa. E’ una città molto attiva e vivace ma al tempo stesso non frenetica.

Lisbona ti mette di buon umore.

 Chiaramente questo è il mio primo impatto, serve ancora tempo per poter giudicare in maniera completa.
E ovviamente cercherò di raccontarvi il più possibile provando ad entrare nel cuore della vita della splendida città portoghese.

La mia assenza in queste settimane è dovuta principalmente a un “progetto”. 
Anzi no. 
A  ben due progetti ,diversi tra loro ,che sto cercando di portare avanti e che mi tolgono via tanto tempo. Progetti a cui tengo tanto e che non vi sto nemmeno a raccontare adesso perché non sono inerenti al blog.

Insomma impossibile fermarsi pure qui a Lisbona!
Ma cercherò di scrivere appena possibile e di raccontare di questa mia nuova meravigliosa avventura!

ATE’ LOGO! (bye)



Miradouro das portas do sol




giovedì 23 ottobre 2014

(Cap 39) "I love Uk"

Eccoci qui.

Scrivo da una caffetteria chiamata Prèt a manger ,una delle mie preferite in Uk.
Fa molto Carrie Bradshow, lo so. Una Carrie Bradshow dei poveri, ovviamente.(Per chi non sapesse chi sia ,è il personaggio principale di Sex and The city).
In realtà non ho connessione in Hotel quindi ho preso  il pc e sono venuta qui e usare internet “a scrocco” (come NON direbbero gli anglofoni).

Come dicevo precedentemente ,non siamo a Londra ma in un paesino del West Sussex  chiamato Crawley.
Questa piccola Crawley  è  una cittadina vicinissima all’aeroporto di Gatwick, motivo per cui piena di Piloti, assistenti di volo e in generale di personale di compagnie aeree.
Infatti mi è capitato passeggiando, di incontrare tanta gente che avevo conosciuto nella precedente compagnia.
Tutti qui per lavoro ,si intende.
Questo perché siamo Choosy (schizzinosi), mi verrebbe da pensare.
(Celebre aggettivo che ci diede il nostro ex ministro del lavoro)
Ma non tocchiamo questo tasto. Non ci avveleniamo, tanto è inutile.

Quando ho detto che ci saremmo fermati due settimane vicino Londra puntualmente qualcuno mi ha chiesto
 “Ma se lui lavora tu che fai”?

Come se qui ci si potesse annoiare.

Partiamo dal fatto che in assoluto l’Inghilterra è il posto che più ho amato negli ultimi 14 anni.
Si lo so cosa state pensando.

C’è  freddo, piove sempre, si mangia male
OK.

Sarà anche vero, ma quando venni qui 14 anni fa a tutto pensavo  tranne che a questi luoghi comuni che a me personalmente  neanche  venivano in mente.
Sicuramente il clima non è dei migliori. Impossibile negarlo.
Ma questo per me ,passava davvero in secondo piano .Non avevo proprio tempo di stare li a pensare al clima.
Pioveva? Portavo l’ombrello. STOP.
C’era freddo? Mi coprivo. STOP.
Imitavo gli inglesi.
 La  loro giornata con la pioggia era una giornata più o meno come le altre, dovevi solamente  coprirti un po’ di più.
 A loro non cambia più di tanto.
Quando tornai in Italia mi resi conto quanto sto maledetto clima influenzasse in maniera esponenziale i miei connazionali.
Una giornata con la pioggia, in Italia ,è una giornata negativa, negativissima.
Una giornata in  cui, per quanto possibile, bisogna annullare tutti gli impegni e cercare di ripararsi il più possibile  dalla maledizione divina chiamata PIOGGIA.
Sto ironizzando, chiaro, ma delle volte credo davvero che molta gente la consideri  quasi una maledizione  di cui una volta colpiti si rimane stregati per sempre!

La mancanza di cibo italiano  non mi colpì minimamente. Lo avevo mangiato per tutti quegli anni. Non ne sentivo la  mancava.
Puntavo invece ad assaggiare tutte quelle cucine strane che  a Catania non trovavo assolutamente.
Mi riferisco alla cucina indiana, thailandese ,giapponese e via dicendo. Che adesso  si trovano tranquillamente pure a Catania ma 14 anni fa  non era ancora così di moda andare a mangiare fuori cose diverse .Il sushi per esempio, oltre a essere caro era poco gettonato ( il pesce crudo?!bleah)
Quello che mi piacque subito di Londra fu il fatto che in soli 2 giorni trovai non uno ma ben due lavori ed ebbi quindi anche la possibilità di scegliere quello che preferivo tra i due. Roba futuristica.
Parliamo di lavoretti .Ovvio. Ma per i miei 18 anni andavano più che bene.
Facevo la Nanny(che in italiano tradurremo come una tata o baby sitter) a una deliziosa bambina di 8 mesi in un delizioso paesino chiamato Epping che stava a 45 minuti di metro a nord di Londra, nell’Essex.
E siccome avevo il fine settimana libero e volevo fare qualche soldino in più  trovai un altro lavoro nel weekend in un delizioso ristorantino molto posh non molto distante da casa.
Nelle mattine del weekend giravo per Londra e ogni volta andavo a vedere qualcosa di diverso.
Una volta il British Museum, una volta Camden Town.
Londra mi piaceva proprio perché potevi essere un po’ come volevi .Potevi essere “una  che va al Museo” o “una che va in un mercato” come Camden. Non ci sono etichette.
Chiaramente questa era la visione di una diciottenne che veniva da una  città media italiana. A quell’età vedi ancora tutto FIGO.
Poi le successive volte iniziai a realizzare che Londra può avere anche dei grossi difetti come i costi esageratamente eccessivi o il servizio sanitario scadentissimo(pure peggio del nostro).
Nonostante tutto però Londra rimane la mia preferita, forse perché è la prima vera città in cui ho vissuto, dopo la mia natale.
E la cosa assurda è che dopo tutti questi anni ci sono ancora cose che non ho visto.
Sicuramente per il fatto che la città è semplicemente immensa e poi anche per il fatto che cambia davvero rapidamente. In un paio di anni ho trovato nuovi edifici e nuovi quartieri che magari prima non erano così famosi.
Un posto in cui non ero mai stata era Shoreditch, un aerea dell’East end che per anni è stata quasi snobbata ma adesso piena di mercatini vintage e  caffè e clubs.










Semplicemente meraviglioso e merita una capatina.
Poi stavolta ho deciso di usare la bici per girare uno dei parchi che più adoro, Hyde Park .E devo dire che è stato piacevolissimo visto anche il clima in questi giorni è stato meraviglioso.




Un altro posto che merita tanto è sicuramente Hampstead Heath. E’ un grande parco a nord di Londra che si trova appunto ad Hampstead, un quartiere davvero elegante famoso perché scelto  da ,intellettuali,musicisti e artisti (un “certo” Sigmund Freud  ,per esempio).














Insomma Londra è per me in assoluto la città in cui annoiarsi è davvero difficile.
Ho sempre qualcosa da fare .Da vedere. Da scoprire.

Per non parlare del resto. Mi riferisco alle deliziose Brighton e Portsmouth in cui sono stata la settimana scorsa…
Ma forse mi sono dilungata troppo…
Ne parleremo nel prossimo post. A presto!






martedì 14 ottobre 2014

(Cap 38)"Il bagaglio di una expat"



Inizi a realizzare che la partenza si avvicina nel momento in cui apri il bagaglio vuoto e inizi a pensare di metterci dentro qualcosa.

Fare i bagagli è una scocciatura diciamo la verità.

Se penso ai primi bagagli ,ovvero i miei primi viaggi ,scoppio a ridere.

Ricordo il mio scambio culturale in Ungheria all’età di 17 anni o la gita del 5°liceo a Praga.
In entrambi i casi portai roba per poter fare un tour mondiale di 40 settimane.
Partendo dal Monte Bianco e finendo alle Isole Samoa. Con  tanto di sci, dopo sci  e costumi coordinati, nel caso fossero serviti.
(Esagero ,ma non del tutto).
Non avevo idea su cosa potesse servirmi fuori casa e  tanto meno a cosa non potevo assolutamente fare a meno.

Mi serviva tutto.

E allora portavo tutto.

Fortuna che le compagnie low cost  non erano ancora così famose e potevo ancora contare sulla clemenza di qualche operatore aeroportuale di una compagnia aerea che non dava ancora importanza al peso del bagaglio (adesso sarebbe un’eresia).
Le prime vacanze avevo con me non bagagli, ma degli esseri umani.
Avrei anche potuto rischiare l’arresto.

Quando poi partii per la prima volta a Londra da sola all'età di 18 anni ero già  in una fase di grandi progressi. O almeno pensavo.
Misi accuratamente le cose nel bagaglio secondo reale necessità.
Peccato che non avevo messo in conto di andare a Londra e non in un villaggio sperduto del Burundi. 
Tante ma tante cose inutili anche quella volta.

La mia quarta vacanza a Parigi, invece, feci una solenne promessa.
 E per la prima volta riuscii quasi a mantenerla.
 Anche perché iniziai a realizzare seriamente  come  un bagaglio pesante nuocesse  gravemente alla mia spina dorsale ,nonostante i miei 19 anni.

Indubbiamente fare poi l’Assistente di volo ha dato una sostanziale svolta  al mio modo di fare bagagli.
Grazie a Dio.
Impari a capire ciò che ti serve realmente e ad  alleggerire al massimo il bagaglio.

Da li a seguire anche le mie vacanze presero una piega diversa. 
E un peso diverso.

E così con grande orgoglio che ricordo che io e LUI partimmo 3 anni fa per un FANTASTICO tour di California- Nevada e Arizona con un e dico UN bagaglio a mano a testa.
Sono riuscita  nella mia impresa. Anche se mi ci sono voluti circa 10 anni.
Vero anche che  negli Usa trovi Laundry self service (lavanderie)praticamente ad ogni angolo ,perfette per i travellers.
 A metà vacanza, infatti, andammo li e lavammo la nostra roba alla modica cifra di 2 $.
Poi ad un certo punto due anni fa i miei grandi progressi furono messi a dura prova dal trasferimento in Tanzania.
Cioè, non stavo andando in vacanza a Parigi o a Copenaghen dove se ti dimentichi qualcosa te lo compri.
Mi stavo trasferendo in Tanzania a tempo (inizialmente)indeterminato.
La prima volta in Tanzania feci un bagaglio che mi riportò indietro al mio  primo viaggio in Ungheria.
Ma non tanto di vestiti, quanto di TUTTO. Di tutto il resto.
Dallo shampoo al lievito per dolci,per intenderci.

Stavolta invece con trasferimento a Lisbona e pit stop nelle Isole Britanniche  mi sono ridimensionata.
In fondo se dovesse mancarmi qualcosa sono certa di trovare tutto .E se non lo trovo, va bene lo stesso. Si sopravvive.

E quindi con mio immensa gioia ho il piacere di comunicarvi che il mio bagaglio per questo trasloco pesa solo 20 kg .
Stavolta ho superato me stessa.
Grandi soddisfazioni.

Se qualcuno lo avesse detto a quella ragazzina di 17 anni che 13 anni dopo sarebbe  riuscita a fare un trasloco con solo  20 kg di bagaglio non ci avrebbe assolutamente creduto e sicuramente lo avrebbe preso  per un pazzo.
Ne sono certa.






mercoledì 8 ottobre 2014

(Cap 37)"Noi e i Social Network"


In questi giorni ho letto un articolo interessante che mi ha dato spunto a una riflessione.

Una ragazza olandese di nome Zilla ha fatto una sorta di esperimento che nasce da un progetto universitario.
Ha fatto credere a tutti di essere stata in vacanza nel sud est asiatico(Cambogia ,Laos e Thailandia ) ma in realtà non si è mai mossa dalla sua città ,Amsterdam.
Fantastico.
E ovviamente lo scopo era quello di dimostrare come i Social Network non sempre rappresentino la vita reale.

“Creiamo un mondo ideale che non ha niente a che fare con quello reale. Volevo provare com’è estremamente facile distorcere la realtà” –  afferma Zilla.

Alcune foto sono state modificate con Photoshop altre invece sono state realmente  scattate in piscina dietro casa sua e la classica foto del piatto della cena era stata invece scattata nella sua cucina.

Bene.
Anzi no, Male.

Ma  è davvero così? Davvero i Social Network riescono a modificare la nostra percezione della realtà?

Certo. Lo fanno continuamente. E io ne sono un esempio.

Quando ero in Tanzania postavo ogni tanto delle foto al mare ,in piscina e in varie spiagge.
Quando tornavo in Italia tutti non facevano che dirmi “che bello sei sempre al mare, che bello passi la tua vita in spiaggia…” ecc ecc.
Ovviamente non era così. Non sempre. Anzi. Delle settimane il mare non lo vedevo assolutamente.
Ma siccome pubblicavo in genere solo quel tipo di foto sono stata etichettata come “quella che andava sempre  al mare”.
LUI che invece al mare ci andava anche più di me ma non postava le foto su Facebook era invece  “poverino, lavora sempre”.

Oppure.

Giorni fa ho incontrato delle amiche ,una delle quali non vedevo da  tanto tempo. Parlando del più e del meno delle nostre ultime novità  ad un certo punto mi disse “Va be, tanto di te si sa già tutto”.
Vi giuro che per un secondo non capivo a cosa si riferisse.
Ma poi ho capito era riferito al Blog e ai vari Social Network. E mi sono fatta una risata.
E’ vero che in questo Blog racconto della mia vita. Racconto fatti,aneddoti e eventi accaduti .E  traslochi.
 Ma racconto una parte della mia vita ,quella che può essere divertente o quella che può essere ritenuta tale. O quella che può essere interessante. Ma non racconto mica tutto.
 Ma mi pare OVVIO.
O no?
Forse non così tanto.

Trovo che questo sia il rovescio della medaglia.
Si perde l’importanza di chiedere perché tanto l’ho visto su Facebook, instagram ,Twitter & co.
Ma davvero i Social Network hanno questo potere su di noi? Sono diventati così potenti?

Tempo fa una ex collega  postò delle foto su Facebook con un abito da sposa e con uno sposo. Si stava sposando .E fin qui niente di strano ,no?
Il punto era che iniziarono a chiederle… 
ma è un fotomontaggio? E’ una foto vera? O peggio ancora Perché ti sei sposata velocemente? Sei in attesa?

Semplicemente questa ragazza negli ultimi due anni(in cui  l’azienda aveva chiuso  e quindi  non aveva più visto colleghi)aveva  incontrato una persona e dopo due anni convolato a nozze. Una cosa normalissima insomma.
MA
NON aveva mai postato su Facebook una sola foto con il fidanzato e quindi per molte persone questa “persona” sbucava dal  nulla. Non esisteva. Ecco il motivo di tanta curiosità. Chi è costui??
Pensate un po’ come ci siamo ridotti.

Esempi così potrei farne tantissimi. E credo anche voi. Penso che questa riflessione almeno una volta l’abbiate fatta anche voi.
Ormai i Social Network sono diventati la nostra vetrina? Ma quanto questa vetrina corrisponde alla realtà?
Siamo davvero così supermegafantastici come le nostre foto/post sui Social?
Indiscutibilmente  questo nuovo modo di comunicare ha cambiato la nostra vita quotidiana.
Ma ricordiamoci che è finto…Non è reale.
Dietro un selfie sorridente possono esserci infiniti significati. E non tutti felici. Anzi.
Questo per dire che e’ un gioco e va utilizzato in un certo modo e con un certo buon senso.
E un pizzico di leggerezza aggiungerei.


Se il povero Pirandello fosse vissuto ai giorni nostri oltre a Uno, Nessuno e centomila avrebbe sicuramente aggiunto “il modo in cui vieni visto attraverso i Social Network.”
Per fortuna se l’è evitato.
Beato lui.






martedì 30 settembre 2014

(Cap36) It's a final countdown



Ebbene si. Si fa il conto alla rovescia. La partenza si avvicina.
Come mi sento?
Non lo so.
Non ho il tempo per pensare a come mi sento. Sommersa dalle  1000 cose da fare prima della nuova avventura a Lisbona. 
Ah e poi c’è una novita’.
Non andiamo diretti a Lisbona. Ma si fa un pit stop di tre settimane  a Londra.
LUI deve andare li per motivi di lavoro.
In realtà non staremo proprio Londra ma in un paesino del sud chiamato Crawley che si trova nella contea di West Sussex.
Per quanto Londra sia la città che in assoluto preferisco(chi ha letto i primi post sa a cosa mi riferisco) devo dire che sono contenta di soggiornare da un’altra parte. Potrò vedere una parte dell’Inghilterra che non ho mai visto. 
Infatti il mio progetto è che mentre LUI sarà a lavoro io prenderò la mia reflex e girerò un po’ i dintorni.


Dopo le tre  settimane in UK andremo a Lisbona dove abbiamo trovato una casa "momentanea" che ci servirà come appoggio per cercare una casa più stabile con affitto a lungo termine.
Avevo rimosso quanto fosse impegnativo cercare casa in un paese straniero.
Le ricerche possono durare anche settimane.
Devi valutare bene sia la posizione ,il tipo di appartamento e i servizi .E sopratutto che offra una cifra che non sia spropositata.
E per far tutto ciò preferisco essere li sul posto per evitare al massimo qualsiasi ipotetica fregatura .

(Mi viene adesso in mente la frase Non fare il portoghese o fare come i portoghesi.
Viene utilizzata da noi quando si usufruisce di un servizio senza pagarlo. Quindi mi ha sempre dato l'idea che i portoghesi siano un popolo furbetto. 
E invece no.
Mi sono documentata su questo strano modo di dire e cosa scopro?Che i poveri portoghesi non c'entravano proprio nulla!
Nel VIII secolo l'ambasciatore del Portogallo dello stato Pontificio  invitò i portoghesi residenti a Roma a vedere uno spettacolo Teatrale presso il Teatro Argentina,bastava dire di essere portoghesi per poter accedere gratuitamente.
Ebbene ...molti romani si spacciarono per portoghesi per poter entrare ad assistere alla rappresentazione.
Quindi era riferito ai Romani!Andiamo bene.)

Comunque sia,la partenza si avvicina e sono tanto,tanto contenta.

E mi torna,inevitabilmente in mente la partenza in Tanzania. Due anni fa.
 Andare in un altro continente specie un contiente come l'Africa fu una cosa completamente diversa. Neanche minimamente paragonabile.
Per quanto io adesso possa avere mille dubbi e mille perplessità non è nulla rispetto a Dar es Salaam dove i problemi erano proprio di altro tipo.
Dalle medicine allo shampoo.Li dovevo portare tanta roba perchè non trovavo moltissimo.
In Portogallo e particolarmente  in una capitale come Lisbona ho i miei dubbi sul non trovare  per esempio un farmaco,dell'acqua naturale o una crema idratante.

Comunque non voglio riempirmi di tante o poche aspettative...le scopriremo vivendo!


Ufficialmente  -10 giorni alla partenza!
EVVAI!



lunedì 15 settembre 2014

(Cap 34)"Rome wasn't built in a day (ehi ehi ehi) "




Ultimamente non ho scritto molto, è vero.
Causato probabilmente da doversi fattori.
Quali…Il tempo, sicuramente.
Il nuovo lavoro per quanto non mi impegni intere giornate (come lo era quello da Assistente di Volo dove  potevo arrivare anche 12-15 ore al giorno)mi  toglie inevitabilmente del tempo che prima dedicavo al Blog.
Ma non si tratta solo di questo.
La realtà è un’altra. In Italia non riesco a scrivere . O perlomeno, riesco a scrivere ma…perdo un po’ di spirito  come dire ,goliardico.
Ho scritto dei post nelle ultime settimane che non ho poi voluto pubblicare.
 Perché erano post privi di ironia, di humor. Erano polemici. E non è questo il mio obiettivo.
 Questo Blog nasce per raccontare si la mia storia, ma per raccontarla in maniera allegra. A nessuno interessa intristirsi con considerazioni e opinioni della realtà italiana , per altro  argomenti  principali di tutte le conversazioni virtuali e reali della nostra penisola.
 La crisi ,il lavoro, la classe politica e loro scelte. BLA BLA BLA.


Comunque sia, torniamo a noi.
Come vi raccontavo nei post precedenti ho avuto un’opportunità lavorativa qui a Roma.
Un lavoro completamente diverso ma che rimane nell’ambito aeronautico.
E ho conosciuto tanta, tantissima gente. Colleghi e non.
 E come sapete solitamente si parla anche un po’ di se.

“Sono Valentina, ho 30 anni e vengo da Catania. L’ultimo anno ho vissuto in Tanzania, sono momentaneamente (ma residente) a Roma e tra qualche mese mi trasferirò a Lisbona”
E questi mi guardano come per dire  che te sei fumata?

Questa mia parentesi romana non era messa in conto. Non così almeno.
 Ero tornata per qualche mese con l’obiettivo principale di riprendere a studiare e completare i miei studi e ,se ci fosse scappato un lavoro da assistente di volo (stagionale, ovviamente) sarei tornata su un aeroplano per qualche mese prima di partire per Lisbona.
E invece no.
Ma facciamo un passo indietro.
Quando  due anni fa la famosa compagnia aerea dove avevo il FANTAMEGAFIGHISSIMO contratto a tempo indeterminato decise di chiudere, io e LUI decidemmo di trasferire  baracca e burattini da Catania a Roma, la sua città. Roma è più comoda rispetto a Catania quando “pendoli” con un paese straniero. E’ chiaramente collegata meglio.
Quindi per quanto io in effetti sia residente sulla carta nella città eterna da più di un anno, in realtà non ci avevo mai vissuto prima di qualche mese fa, quando sono rientrata in Italia.
Venivo spesso sia con LUI che per altri motivi, tra cui anche lavorativi. Ma la mia permanenza si limitava al massimo a una settimana .Ed e’ molto diverso.
Quindi quando lo scorso Maggio tornai dalla Tanzania e mi venne fatta questa famosa proposta lavorativa decisi di fermarmi un po’ a Roma.
Ed è stata per certi versi una “scoperta”.
All’inizio ,specie dopo la Tanzania, Roma mi sembrava New York City.
Roma si sa è stupenda. Ma è pur sempre una città italiana che per quanto meravigliosa è purtroppo poco curata.
 I mezzi pubblici ci sono ma non sono minimamente sufficienti alla domanda. Allora tocca usare la macchina e la macchina porta caos e ingorghi.

 Quindi proprio per questo motivo potrebbe sembrarmi Dar es Salaam…

Ciò che mi fa ridere, ma proprio tanto sono i romani de Roma, daaa a capitale.
Quando vivi qui ti rendi conto che Alberto Sordi o Carlo Verdone non hanno fatto che semplicemente “fotografare” scene di vita quotidiana.
Ci sono tanti marchesi del grillo e tanti Ivano e Jessica, così tanto per fare un esempio. Anzi ce n’è più dell’immaginabile.

Il romano ne ha una per tutti. Sovente polemico ma di fondo un gran simpaticone.
L’argomento che ai romani piace tanto è sicuramente il cibo.
Ai romani je devi dà da magna’ mi disse un giorno una tipa alla fermata del bus.
Ed è vero. Se per esempio decidiamo, che so ,di andare a fare una passeggiata in centro o sul lago di Bracciano l’obbiettivo non è la passeggiata in se ma     Namose  a magnà na cosetta ….
Ora, non è che in Sicilia siamo tutti vegani e filiformi.
 Ovviamente no.
 Ma non ne parliamo così tanto ,credo.
In queste serate di magnate se ti prendi un’ insalata potresti essere visto malissimo e etichettato come  quello che se magna l’insalata.
NO.
Meglio magnasse na Grigia, na coda a vaccinara con contorno de cicoria ripassata en padella.
Giusto na cosettina per smorzà a fame.
Adoro anche la donna romana der quartiere. Lei ,leggings leopardati ,orecchini d’oro giganti, trucco da maschera di cera richiama il figlioletto all’ordine e alla disciplina:

AOOOOO VIE’ NPO QUI CHE TE TRITO DE BOTTE,TACCI TUA.MO M’HAI ROTTO ER CAZZO.TE POSSINO.

Quando si dice eleganza e semplicità.

Quando mi viene chiesto  da nddo vieni   e rispondo dalla città sicula ci sono in genere due risposte.
 Ci sono quelli che amano la Sicilia, quelli che l’hanno girata un sacco(anche più di me) e che conoscono musei/siti/spiagge/ristoranti e sono perdutamente  innamorati della mia terra.
Oppure quelli che hanno un’idea della Sicilia che risale ai primi dell’800.Quelli che mi chiedono se ho parenti mafiosi, se i miei vicini di casa  sono i clandestini dei barconi o se è pericoloso girare per le strade.
Si, mi hanno chiesto anche questo.
Tempo fa un tizio mi disse che il cugino del fratello dell’amico della sorella una volta era stato in Sicilia e il proprietario della casa che avevano in affitto gli disse che a Catania rubano le macchine ,quindi ne avevano dedotto essere  un posto poco raccomandabile.
Peccato che Roma non sia minimante immune da questo fastidioso crimine e sicuramente non lo sarà meno dei livelli di Catania o di un’altra grande città italiana.
Ma questo non lo diremo al cugino del fratello dell’amico della sorella.

Poi, parliamo delle strade della capitale.
 Beh ,si sa.
Roma è grande. Tanto grande.
Però poi ci sono delle strade che giri che ti rigiri te le trovi spuntare ovunque per quanto sono lunghe.
Come appunto la mitica portuense o la via del mare (ostiense).O la Aurelia
O il raccordo.
IL RACCORDO.
Ecco ,il raccordo meriterebbe un post a parte.
Puoi rimanerci 10 minuti come tutta mattina. E un grande punto interrogativo.
Ho da poco superato il “trauma da raccordo”.
Adesso so quando prenderlo e quando NON prenderlo assolutamente. Una volta capito ciò hai svoltato.
Oppure la famosa Via della Scafa ,che porta Ostia , dove LUI sostiene che si svolga il ciclo della vita.
Secondo lui la gente nasce, cresce, muore e pure si riproduce su questa strada.
 File interminabili.
Ma anche qui basta capire gli orari e il gioco è fatto.

Questa permanenza a Roma procede bene, meglio del previsto.
Adoro prendere il tram e andare a fare un giro in centro. Adoro Trastevere. E campo dei fiori. E villa Borghese o villa Pamphili. Mi piace l’aria che si respira. Mi piacciono i ponti e le viste sul Tevere (il Tevere in se un po’ meno visto che è abitato da simpatiche pantegane).
Roma è piena di arte. Ci sono sempre mostre, teatri, concerti, cinema all’aperto. Ci sono tante cose da fare.
Villa Doria Pamphili

Fori imperiali


Piazza del Popolo


Via Margutta


Vista dal Campidoglio

Talmente tante che mi rendo conto di aver ancora visto poco, pochissimo. Ma indubbiamente è una città ,se non addirittura, LA città su cui è difficile mettere un punto di arrivo.
E’ una continua scoperta e anche se so che durerà poco perché a breve andremo via di nuovo ,inizio quasi già a sentirla “mia” e non pensavo potesse accadere…

Daje regaaa

Alla prossima!