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sabato 21 marzo 2015

(Cap 46)Pause,bici e miradouros.

Rieccomi qui.

Non ho scritto per tanto tempo. Per una serie di motivi. Primo su tutti sono stata presa da altro che mi ha portato via molte energie.
E molta pazienza.

Principalmente in questi mesi ho riaperto i libri e dato alcuni esami.
E sono rientrata in Italia per i vari appelli.

Tutti gli esami sono andati abbastanza bene. Sono io che ho rischiato  di impazzire.
Ovviamente ironizzo, ma ci sono state delle giornate in cui ci sono andata abbastanza vicino.

E’ strano quando riapri i libri e non hai più 20 anni ma invece hai 10 anni di contributi alle spalle.
Sono cambiata tanto in questi anni ed è cambiato molto il mio modo di rapportarmi a un esame.
Io da studentessa poco volenterosa a cui bastava il minimo per andare avanti (il mio motto era massimo risultato=minimo sforzo) sono arrivata ad essere una perfezionista quasi esagerata.

E forse mi preferivo prima.

Sicuramente vivevo  meglio. E avevo più vita sociale.

Essere uno studente a tempo pieno è pesante. E’ uno stress senza limiti, una frustrazione senza limiti. Non è mai abbastanza e ti senti in colpa se un pomeriggio lo passi in palestra o fai tardi una sera e l’indomani perdi mezza giornata che potevi dedicare allo studio.
E’ pesante anche perché nessuno ,o almeno molta poca gente capisce realmente come ti senti e sembra quasi sia un gioco o un modo per passare tempo,specialmente visti i miei 30 anni.

Comunque sono contenta di aver sfruttato questa mia pausa lavorativa forzata ed essermi dedicata a tempo pieno a una cosa che fino adesso era stata fatta solo nei ritagli di tempo.
Ho sempre preparato esami tra un volo e un altro e in orari e situazioni scomode.
Adesso che vivo una situazione “normale” con orari normali e il giusto tempo a disposizione mi fa quasi strano.Giuro.

Nonostante questa mia vita da pseudo-reclusa delle ultime settimane devo dire che mi sono cercata di ritagliare vari momenti per godermi questa nuova vita portoghese. E ne sono sempre più colpita.
Adesso sono circa 4 mesi che abito qui e inizio ad avere delle mie idee meno da turista per caso.

Lisbona è proprio una bella città. Ci sono punti e scorci che pur avendoli visti cento volte ogni volta che ci ripasso davanti sembra la prima volta. Parlo soprattutto dei miradouros ovvero dei punti (o terrazze)da cui si possono godere delle viste meravigliose che lasciano senza fiato.














Sono venuti vari amici a trovarci. E mi diverto un sacco a fare da cicerona per la città.
La città pur essendo una capitale non è poi così grande ed molto piacevole camminare e intrufolarsi in stradine o calçadas.
Qui cammino tantissimo.
Non camminavo così tanto da anni.

Ogni volta che torno in Italia mi rendo conto quanto sia limitante il fatto che si preferisca quasi sempre l’auto piuttosto che una sanissima passeggiata o l'utilizzo di un mezzo pubblico.
Colonne di macchine in fila con guidatori scorbutici che inveiscono sugli altri perchè intasano le strade.Come se loro stessero facendo una cosa differente.

Ho anche acquistato una bici che uso per fare lunghe passeggiate sul lungo Tejo che è proprio davanti casa nostra.
Il costo della vita è decisamente basso anche se devo dire proporzionato agli stipendi, bassi anche loro.

La crisi c’è anche qui.Senza dubbio si avverte.
Ma la città è comunque molto curata,i mezzi funzionano perfettamente così come gli uffici pubblici e il portoghese medio ha un senso civico che in Italia abbiamo solo in pochi.

Insomma in queste settimane mi sono dedicata ad osservare questa nuova città e i suoi abitanti.
Sto cercando di farmi l’orecchio con il portoghese ma ancora la strada è lunga.
E il mio spagnolo non mi aiuta ma anzi,mi induce continuamente all’errore.

Ecco a voi la nuova lingua denominata portignol di cui io sono in assoluto la regina.Ma in fondo ci capiamo lo stesso e ancora per poco ce lo facciamo andare bene.

Insomma...avrei mille cose da raccontarvi.Non è una città che può solo essere descritta.Bisogna viverla per capire realmente di cosa si sta parlando. E  chi ci è stato o ci ha vissuto sa a cosa mi riferisco.

Però che Lisbona fosse innegabilmente stupenda, per certi versi me lo immaginavo anche.Ciò che non mi immaginavo minimamente è quanto fosse meravigliosa la città di Porto.

Ma Porto merita senza dubbio un post a parte.
Ve ne parlerò nei prossimi giorni.

A presto


sabato 13 dicembre 2014

(Cap 42) "Un mese a Lisbona"

Eccomi qui!

Scusate l’assenza. Senza rendermene conto è volato un mese!

Un mese intenso. Il mio primo mese a Lisbona.

 E devo dire che è andato abbastanza bene.

Questa città mi piace davvero tanto. Ha un qualcosa che mi affascina e al contempo non la trovo poi così diversa dalla mia cultura.
Il primo mese a Lisbona è stato dedicato principalmente alla ricerca della casa e a tutte le faccende burocratiche e non che ne derivano.

La ricerca della casa  me l’aspettavo molto più facile ma non è stato proprio così.

Innanzitutto la maggior parte delle case vengono affittate senza mobili.
E’ stata un’impresa cercare una casa arredata.
I prezzi non sono neanche così bassi come tutti erano soliti dirmi.
Forse se sei un Erasmus e dividi casa con 5 persone.
E dire che non eravamo alla ricerca di un supermega attico vista Tago.
Cercavamo essenzialmente qualcosa che fosse vicino alla metro e comunque non distante dall’aeroporto, per ovvi motivi.
Alla fine abbiamo trovato un giusto compromesso. Un appartamento non distante dall’aeroporto ma molto, molto carino. Che si trova nel fantastico e modernissimo quartiere Expo, costruito per l’esposizione universale nel 1998.
E’ ben collegato con i mezzi pubblici che ho scoperto subito essere efficientissimi.
Quasi commovente. Vi giuro. Impagonabile a qualsiasi città italiana.

E’ stato molto facile ambientarsi in una città così. Niente a che vedere, ovviamente, con quel che fu ambientarsi in Tanzania.
Il paragone è inevitabile e mi fa quasi sorridere, per certi versi.
Per quanto sia infatti una città  “diversa” ,dove non ero mai stata e dove si parla una lingua a me  quasi sconosciuta , Lisbona è comunque una città a misura d’uomo.
Con la conseguenza che tutto  appare “facile” e “logico”. L’esatto opposto della Tanzania.
Tutto è più o meno come in Italia. A primo impatto i portoghesi mi ricordano gli inglesi (un po’ pignoli e “precisini”) ma hanno anche tanto carattere latino che li accomuna tanto a noi.

Sono una via di mezzo. Il che rende la permanenza qui davvero piacevole.

Non avevo aspettative particolari su Lisbona ma devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso.
E’ una città moderna che conserva le sue origini in maniera gelosa. E’ una città molto attiva e vivace ma al tempo stesso non frenetica.

Lisbona ti mette di buon umore.

 Chiaramente questo è il mio primo impatto, serve ancora tempo per poter giudicare in maniera completa.
E ovviamente cercherò di raccontarvi il più possibile provando ad entrare nel cuore della vita della splendida città portoghese.

La mia assenza in queste settimane è dovuta principalmente a un “progetto”. 
Anzi no. 
A  ben due progetti ,diversi tra loro ,che sto cercando di portare avanti e che mi tolgono via tanto tempo. Progetti a cui tengo tanto e che non vi sto nemmeno a raccontare adesso perché non sono inerenti al blog.

Insomma impossibile fermarsi pure qui a Lisbona!
Ma cercherò di scrivere appena possibile e di raccontare di questa mia nuova meravigliosa avventura!

ATE’ LOGO! (bye)



Miradouro das portas do sol




martedì 11 novembre 2014

(Cap 41) Lisbona -One way-


I primi giorni in una città hanno sempre qualcosa di magico.
Immaginate poi se ci devi andare a vivere. E’ tutto più accentuato.
Ecco potrei definire così i primi giorni a Lisbona.

Sono atterrata con un volo diretto dalla grigia Luton a una caldissima Lisbona (30 gradi).
Scendo dall’aereo con  un gruppo di pallidi inglesi e vengo investita da un piacevolissimo CALDO.

Bellissima sensazione.

Prendo un taxi e vado nell’appartamento che abbiamo per le prossime 2 settimane, il tempo di trovare una sistemazione definitiva.
 LUI arriva con un altro volo stasera (Per motivi di lavoro).
Mi metto a parlare con il tassista, solite domande di rito “che ci fai qui” o “è la prima volta che vieni a Lisbona” ecc. Me lo dice inizialmente in portoghese ma gli chiedo gentilmente di ripeterlo in inglese perché non ho capito ASSOLUTAMENTE nulla di quello che mi ha detto.
Arrivo a casa. E’ un appartamento condiviso. La padrona di casa ,Ines ,una ragazza della mia età affitta le stanze di casa sua tramite il famoso sito Airbnb.
L’appartamento è davvero carino. Do un’occhiata veloce ma vedo che tutto corrisponde come nelle foto del sito. Molto accogliente.
Mi siedo sul letto.
Non sono stanca, per nulla .Ma sono tanto curiosa.
Allora prendo le chiavi ed esco. Voglio finalmente vedere questa Lisbona .
Siamo in una zona semicentrale,Alameda, non molto distante dal centro. Vado a piedi.
Mi trovo davanti ad un parco… proseguo dritto e percorro tutta la Avenida Almirante Reis.


      











Sono senza parole. La città è un mix. Percorro questa strada e vedo un mix di città che ho già visto.
Prima di tutto mi ricorda la mia Catania. Alcuni palazzi sono identici.
Poi mi ricorda Barcellona. Impressionante quanto somigli a Barcellona!
Poi in alcuni punti mi ricorda L’Havana con i suoi bellissimi palazzi abbandonati.
Passa un tram.
Il primo tram. L’ho sempre visto in foto o in televisione.
E a quel punto mi ha ricordato pure San Francisco e i suoi Cable car.


In questa prima passeggiata passo quartieri diversi, pure una sorta di China Town ,a Largo Martin Moniz.
E poi ad un certo punto mi ritrovo a Rossio, una delle piazze principali.

Una piazza stupenda. Piena di caffè ,di gente ,di vita.
Oltrepasso e arrivo in una strada, Rua Augusta, che porta dritti al fiume Tiago. 

Uno spettacolo senza fine.
Sono già volate quasi tre ore da quando sono uscita e  LUI sta per arrivare a casa, quindi faccio marcia e indietro e prendo la metro. E qui mi pare pure Berlino in quanto ad efficienza.

Ma che città è?!

Chiaramente venendo da Catania, Dar es Salaam e poi Roma mi rendo conto che al minimo cenno di trasporto pubblico  efficiente   ho un attimo di smarrimento.Capitemi.

Torno a casa e dopo poco arriva LUI  che con la stessa curiosità mia di qualche ora prima mi chiede

Com’è Lisbona? Se po’ fa?

 E io  Se po fa, se po’ fa .


Decisamente se po’ fa.








giovedì 23 ottobre 2014

(Cap 39) "I love Uk"

Eccoci qui.

Scrivo da una caffetteria chiamata Prèt a manger ,una delle mie preferite in Uk.
Fa molto Carrie Bradshow, lo so. Una Carrie Bradshow dei poveri, ovviamente.(Per chi non sapesse chi sia ,è il personaggio principale di Sex and The city).
In realtà non ho connessione in Hotel quindi ho preso  il pc e sono venuta qui e usare internet “a scrocco” (come NON direbbero gli anglofoni).

Come dicevo precedentemente ,non siamo a Londra ma in un paesino del West Sussex  chiamato Crawley.
Questa piccola Crawley  è  una cittadina vicinissima all’aeroporto di Gatwick, motivo per cui piena di Piloti, assistenti di volo e in generale di personale di compagnie aeree.
Infatti mi è capitato passeggiando, di incontrare tanta gente che avevo conosciuto nella precedente compagnia.
Tutti qui per lavoro ,si intende.
Questo perché siamo Choosy (schizzinosi), mi verrebbe da pensare.
(Celebre aggettivo che ci diede il nostro ex ministro del lavoro)
Ma non tocchiamo questo tasto. Non ci avveleniamo, tanto è inutile.

Quando ho detto che ci saremmo fermati due settimane vicino Londra puntualmente qualcuno mi ha chiesto
 “Ma se lui lavora tu che fai”?

Come se qui ci si potesse annoiare.

Partiamo dal fatto che in assoluto l’Inghilterra è il posto che più ho amato negli ultimi 14 anni.
Si lo so cosa state pensando.

C’è  freddo, piove sempre, si mangia male
OK.

Sarà anche vero, ma quando venni qui 14 anni fa a tutto pensavo  tranne che a questi luoghi comuni che a me personalmente  neanche  venivano in mente.
Sicuramente il clima non è dei migliori. Impossibile negarlo.
Ma questo per me ,passava davvero in secondo piano .Non avevo proprio tempo di stare li a pensare al clima.
Pioveva? Portavo l’ombrello. STOP.
C’era freddo? Mi coprivo. STOP.
Imitavo gli inglesi.
 La  loro giornata con la pioggia era una giornata più o meno come le altre, dovevi solamente  coprirti un po’ di più.
 A loro non cambia più di tanto.
Quando tornai in Italia mi resi conto quanto sto maledetto clima influenzasse in maniera esponenziale i miei connazionali.
Una giornata con la pioggia, in Italia ,è una giornata negativa, negativissima.
Una giornata in  cui, per quanto possibile, bisogna annullare tutti gli impegni e cercare di ripararsi il più possibile  dalla maledizione divina chiamata PIOGGIA.
Sto ironizzando, chiaro, ma delle volte credo davvero che molta gente la consideri  quasi una maledizione  di cui una volta colpiti si rimane stregati per sempre!

La mancanza di cibo italiano  non mi colpì minimamente. Lo avevo mangiato per tutti quegli anni. Non ne sentivo la  mancava.
Puntavo invece ad assaggiare tutte quelle cucine strane che  a Catania non trovavo assolutamente.
Mi riferisco alla cucina indiana, thailandese ,giapponese e via dicendo. Che adesso  si trovano tranquillamente pure a Catania ma 14 anni fa  non era ancora così di moda andare a mangiare fuori cose diverse .Il sushi per esempio, oltre a essere caro era poco gettonato ( il pesce crudo?!bleah)
Quello che mi piacque subito di Londra fu il fatto che in soli 2 giorni trovai non uno ma ben due lavori ed ebbi quindi anche la possibilità di scegliere quello che preferivo tra i due. Roba futuristica.
Parliamo di lavoretti .Ovvio. Ma per i miei 18 anni andavano più che bene.
Facevo la Nanny(che in italiano tradurremo come una tata o baby sitter) a una deliziosa bambina di 8 mesi in un delizioso paesino chiamato Epping che stava a 45 minuti di metro a nord di Londra, nell’Essex.
E siccome avevo il fine settimana libero e volevo fare qualche soldino in più  trovai un altro lavoro nel weekend in un delizioso ristorantino molto posh non molto distante da casa.
Nelle mattine del weekend giravo per Londra e ogni volta andavo a vedere qualcosa di diverso.
Una volta il British Museum, una volta Camden Town.
Londra mi piaceva proprio perché potevi essere un po’ come volevi .Potevi essere “una  che va al Museo” o “una che va in un mercato” come Camden. Non ci sono etichette.
Chiaramente questa era la visione di una diciottenne che veniva da una  città media italiana. A quell’età vedi ancora tutto FIGO.
Poi le successive volte iniziai a realizzare che Londra può avere anche dei grossi difetti come i costi esageratamente eccessivi o il servizio sanitario scadentissimo(pure peggio del nostro).
Nonostante tutto però Londra rimane la mia preferita, forse perché è la prima vera città in cui ho vissuto, dopo la mia natale.
E la cosa assurda è che dopo tutti questi anni ci sono ancora cose che non ho visto.
Sicuramente per il fatto che la città è semplicemente immensa e poi anche per il fatto che cambia davvero rapidamente. In un paio di anni ho trovato nuovi edifici e nuovi quartieri che magari prima non erano così famosi.
Un posto in cui non ero mai stata era Shoreditch, un aerea dell’East end che per anni è stata quasi snobbata ma adesso piena di mercatini vintage e  caffè e clubs.










Semplicemente meraviglioso e merita una capatina.
Poi stavolta ho deciso di usare la bici per girare uno dei parchi che più adoro, Hyde Park .E devo dire che è stato piacevolissimo visto anche il clima in questi giorni è stato meraviglioso.




Un altro posto che merita tanto è sicuramente Hampstead Heath. E’ un grande parco a nord di Londra che si trova appunto ad Hampstead, un quartiere davvero elegante famoso perché scelto  da ,intellettuali,musicisti e artisti (un “certo” Sigmund Freud  ,per esempio).














Insomma Londra è per me in assoluto la città in cui annoiarsi è davvero difficile.
Ho sempre qualcosa da fare .Da vedere. Da scoprire.

Per non parlare del resto. Mi riferisco alle deliziose Brighton e Portsmouth in cui sono stata la settimana scorsa…
Ma forse mi sono dilungata troppo…
Ne parleremo nel prossimo post. A presto!






martedì 30 settembre 2014

(Cap36) It's a final countdown



Ebbene si. Si fa il conto alla rovescia. La partenza si avvicina.
Come mi sento?
Non lo so.
Non ho il tempo per pensare a come mi sento. Sommersa dalle  1000 cose da fare prima della nuova avventura a Lisbona. 
Ah e poi c’è una novita’.
Non andiamo diretti a Lisbona. Ma si fa un pit stop di tre settimane  a Londra.
LUI deve andare li per motivi di lavoro.
In realtà non staremo proprio Londra ma in un paesino del sud chiamato Crawley che si trova nella contea di West Sussex.
Per quanto Londra sia la città che in assoluto preferisco(chi ha letto i primi post sa a cosa mi riferisco) devo dire che sono contenta di soggiornare da un’altra parte. Potrò vedere una parte dell’Inghilterra che non ho mai visto. 
Infatti il mio progetto è che mentre LUI sarà a lavoro io prenderò la mia reflex e girerò un po’ i dintorni.


Dopo le tre  settimane in UK andremo a Lisbona dove abbiamo trovato una casa "momentanea" che ci servirà come appoggio per cercare una casa più stabile con affitto a lungo termine.
Avevo rimosso quanto fosse impegnativo cercare casa in un paese straniero.
Le ricerche possono durare anche settimane.
Devi valutare bene sia la posizione ,il tipo di appartamento e i servizi .E sopratutto che offra una cifra che non sia spropositata.
E per far tutto ciò preferisco essere li sul posto per evitare al massimo qualsiasi ipotetica fregatura .

(Mi viene adesso in mente la frase Non fare il portoghese o fare come i portoghesi.
Viene utilizzata da noi quando si usufruisce di un servizio senza pagarlo. Quindi mi ha sempre dato l'idea che i portoghesi siano un popolo furbetto. 
E invece no.
Mi sono documentata su questo strano modo di dire e cosa scopro?Che i poveri portoghesi non c'entravano proprio nulla!
Nel VIII secolo l'ambasciatore del Portogallo dello stato Pontificio  invitò i portoghesi residenti a Roma a vedere uno spettacolo Teatrale presso il Teatro Argentina,bastava dire di essere portoghesi per poter accedere gratuitamente.
Ebbene ...molti romani si spacciarono per portoghesi per poter entrare ad assistere alla rappresentazione.
Quindi era riferito ai Romani!Andiamo bene.)

Comunque sia,la partenza si avvicina e sono tanto,tanto contenta.

E mi torna,inevitabilmente in mente la partenza in Tanzania. Due anni fa.
 Andare in un altro continente specie un contiente come l'Africa fu una cosa completamente diversa. Neanche minimamente paragonabile.
Per quanto io adesso possa avere mille dubbi e mille perplessità non è nulla rispetto a Dar es Salaam dove i problemi erano proprio di altro tipo.
Dalle medicine allo shampoo.Li dovevo portare tanta roba perchè non trovavo moltissimo.
In Portogallo e particolarmente  in una capitale come Lisbona ho i miei dubbi sul non trovare  per esempio un farmaco,dell'acqua naturale o una crema idratante.

Comunque non voglio riempirmi di tante o poche aspettative...le scopriremo vivendo!


Ufficialmente  -10 giorni alla partenza!
EVVAI!



venerdì 26 settembre 2014

(Cap 35) "Quando ti laurei?Quando ti sposi?Quando fai un figlio?"



Ecco.
Ci sono anni della tua vita post adolescenza che va tutto bene.
 Vivi la tua vita più o meno serenamente e nessuno ti fa domande.
Al massimo ti viene chiesto come va a scuola.

Ma POI ad un certo punto della tua vita che di solito si aggira  tra i 25 e i 28 anni ( anno più, anno meno) qualcuno inizia a farti le gettonatissime domande:

Quando ti laurei? Quando ti sposi? Quando fai un figlio?

Tutti li bramosi di sapere le tue tempistiche.
Ora. C’è da dire che tante volte non è necessariamente detto che siano domande dettate da cattiveria o pseudo malizia.
Magari  molte volte uno lo dice pour parler. E ci può anche stare.
Ma.
Ma.
Sono cose personali e talvolta anche delicate. Soprattutto le ultime due.
Non è una cosa del tipo “che vestito ti metti domani”.
Si tratta di legarsi a una persona. O di mettere al mondo na’ creatura.
Non è mica “famose na carbonara”.
Comunque sia nel mio singolo e personale caso sono domande ormai ininterrotte da circa 4-5 anni.

C’ho fatto er callo. Come direbbero qui a Roma

A volte penso che dovrei mettermi le cuffie stile “Lascia o Raddoppia”  e rispondere a tutte le domande senza prendere fiato.
Però ciò che mi fa riflettere è come molte persone vedano la vita con delle tappe e delle scadenze.
Cosa  si fa e cosa non si fa. Cosa è giusto e cosa è sbagliato.
E’ snaturato per alcuni che una donna di 30 anni non pensi a riprodursi ma pensi a rifarsi una posizione lavorativa.
A quell’età devi darci dentro.  Deve essere il tuo unico obiettivo. Madre Natura pare non aspetti.

Il tempo scorre mica vorrai diventà na mamma-nonna?
Guarda che farli a 30-40 non è come farlo a 20 anni.
Guarda che poi diventa difficile accudire na creatura

Guarda che poi …
Guarda che poi…
Guarda che poi…
...

Oh ma dico io. Mai lo chiedessero a LUI.
Tutti a me.
Ancora c’è sta cosa del “Tu donna partorirai con dolore..” che anche ai tempi nostri può essere decifrato con   “mo ’so ca**i tuoi “.

Come se per fare i figli non si fosse in due. Come fosse unica scelta della donna.
Cioè perché a LUI anziché chiedergli  “come va il lavoro?” o “che ne pensi di Zaza" non gli viene chiesto la data presunta o reale della sua ipotetica riproduzione?
Lo trovo politicamente scorretto.E fastidioso.

Tornata dalla Tanzania, pensavo che si avesse  un briciolo di curiosità per questa terra sconosciuta , speravo in qualche modo che magari le domande cambiassero. Magari speravo si puntasse  che so' sui leoni o sullo swahili.

E invece no.

-Che state aspettando?
-Guarda che nella vita non si vive di soli divertimenti,poi te ne pentirai.
-Potreste farlo crescere in Africa così si fa gli anticorpi.

Potrei proseguire ma ve lo risparmio.

Vogliamo parlare invece del matrimonio?
Tutti li a chiedermi continuamente la data di tale evento.
Io lo dico che secondo me le principesse Disney ci hanno deviato il cervello.
E’ così. C’è poco da fare.
 Diversamente non mi spiego tutto questo accanimento.
Secondo me qualcuno sogna  ancora che un principe azzurro venga e ti porti all’altare.
Che tu indossi un abito bianco stile principesco e che viva un giorno da principessa.

E poi ci sono quelle come me che pensano che il matrimonio non sia il fantomatico giorno principesco ma tutto quello che viene dopo.

Non mi emoziona il matrimonio. Non lo nego. A quello sono bravi tutti. Basta una carta di credito.
Il difficile è altro.
Giorni fa in aeroporto parlavo con dei passeggeri, palesemente ultrasettantenni .Ebbene non vi nascondo che mi hanno non poco emozionato.
Erano molti complici ,si vedeva palesemente. E contenti. Eh si contenti perché andavano a farsi 15 giorni di megavacanza alle Maldive.
 La signora scherzosamente  mi ha detto “Dopo anni e anni di lavoro ,55  anni insieme ,4 figli e 7 nipoti ,Signorina ,pensa che non lo meritiamo?
Si certo, eccome se lo meritate, le ho risposto sorridendo.

Non sono qui per giudicare nessuno. Il mondo è bellissimo perché vario.
Frase scontata ma, indubbiamente, una delle mie preferite. Uno dei miei evergreen.

Ma io sono fatta a modo mio.

E sti cazzi.












lunedì 15 settembre 2014

(Cap 34)"Rome wasn't built in a day (ehi ehi ehi) "




Ultimamente non ho scritto molto, è vero.
Causato probabilmente da doversi fattori.
Quali…Il tempo, sicuramente.
Il nuovo lavoro per quanto non mi impegni intere giornate (come lo era quello da Assistente di Volo dove  potevo arrivare anche 12-15 ore al giorno)mi  toglie inevitabilmente del tempo che prima dedicavo al Blog.
Ma non si tratta solo di questo.
La realtà è un’altra. In Italia non riesco a scrivere . O perlomeno, riesco a scrivere ma…perdo un po’ di spirito  come dire ,goliardico.
Ho scritto dei post nelle ultime settimane che non ho poi voluto pubblicare.
 Perché erano post privi di ironia, di humor. Erano polemici. E non è questo il mio obiettivo.
 Questo Blog nasce per raccontare si la mia storia, ma per raccontarla in maniera allegra. A nessuno interessa intristirsi con considerazioni e opinioni della realtà italiana , per altro  argomenti  principali di tutte le conversazioni virtuali e reali della nostra penisola.
 La crisi ,il lavoro, la classe politica e loro scelte. BLA BLA BLA.


Comunque sia, torniamo a noi.
Come vi raccontavo nei post precedenti ho avuto un’opportunità lavorativa qui a Roma.
Un lavoro completamente diverso ma che rimane nell’ambito aeronautico.
E ho conosciuto tanta, tantissima gente. Colleghi e non.
 E come sapete solitamente si parla anche un po’ di se.

“Sono Valentina, ho 30 anni e vengo da Catania. L’ultimo anno ho vissuto in Tanzania, sono momentaneamente (ma residente) a Roma e tra qualche mese mi trasferirò a Lisbona”
E questi mi guardano come per dire  che te sei fumata?

Questa mia parentesi romana non era messa in conto. Non così almeno.
 Ero tornata per qualche mese con l’obiettivo principale di riprendere a studiare e completare i miei studi e ,se ci fosse scappato un lavoro da assistente di volo (stagionale, ovviamente) sarei tornata su un aeroplano per qualche mese prima di partire per Lisbona.
E invece no.
Ma facciamo un passo indietro.
Quando  due anni fa la famosa compagnia aerea dove avevo il FANTAMEGAFIGHISSIMO contratto a tempo indeterminato decise di chiudere, io e LUI decidemmo di trasferire  baracca e burattini da Catania a Roma, la sua città. Roma è più comoda rispetto a Catania quando “pendoli” con un paese straniero. E’ chiaramente collegata meglio.
Quindi per quanto io in effetti sia residente sulla carta nella città eterna da più di un anno, in realtà non ci avevo mai vissuto prima di qualche mese fa, quando sono rientrata in Italia.
Venivo spesso sia con LUI che per altri motivi, tra cui anche lavorativi. Ma la mia permanenza si limitava al massimo a una settimana .Ed e’ molto diverso.
Quindi quando lo scorso Maggio tornai dalla Tanzania e mi venne fatta questa famosa proposta lavorativa decisi di fermarmi un po’ a Roma.
Ed è stata per certi versi una “scoperta”.
All’inizio ,specie dopo la Tanzania, Roma mi sembrava New York City.
Roma si sa è stupenda. Ma è pur sempre una città italiana che per quanto meravigliosa è purtroppo poco curata.
 I mezzi pubblici ci sono ma non sono minimamente sufficienti alla domanda. Allora tocca usare la macchina e la macchina porta caos e ingorghi.

 Quindi proprio per questo motivo potrebbe sembrarmi Dar es Salaam…

Ciò che mi fa ridere, ma proprio tanto sono i romani de Roma, daaa a capitale.
Quando vivi qui ti rendi conto che Alberto Sordi o Carlo Verdone non hanno fatto che semplicemente “fotografare” scene di vita quotidiana.
Ci sono tanti marchesi del grillo e tanti Ivano e Jessica, così tanto per fare un esempio. Anzi ce n’è più dell’immaginabile.

Il romano ne ha una per tutti. Sovente polemico ma di fondo un gran simpaticone.
L’argomento che ai romani piace tanto è sicuramente il cibo.
Ai romani je devi dà da magna’ mi disse un giorno una tipa alla fermata del bus.
Ed è vero. Se per esempio decidiamo, che so ,di andare a fare una passeggiata in centro o sul lago di Bracciano l’obbiettivo non è la passeggiata in se ma     Namose  a magnà na cosetta ….
Ora, non è che in Sicilia siamo tutti vegani e filiformi.
 Ovviamente no.
 Ma non ne parliamo così tanto ,credo.
In queste serate di magnate se ti prendi un’ insalata potresti essere visto malissimo e etichettato come  quello che se magna l’insalata.
NO.
Meglio magnasse na Grigia, na coda a vaccinara con contorno de cicoria ripassata en padella.
Giusto na cosettina per smorzà a fame.
Adoro anche la donna romana der quartiere. Lei ,leggings leopardati ,orecchini d’oro giganti, trucco da maschera di cera richiama il figlioletto all’ordine e alla disciplina:

AOOOOO VIE’ NPO QUI CHE TE TRITO DE BOTTE,TACCI TUA.MO M’HAI ROTTO ER CAZZO.TE POSSINO.

Quando si dice eleganza e semplicità.

Quando mi viene chiesto  da nddo vieni   e rispondo dalla città sicula ci sono in genere due risposte.
 Ci sono quelli che amano la Sicilia, quelli che l’hanno girata un sacco(anche più di me) e che conoscono musei/siti/spiagge/ristoranti e sono perdutamente  innamorati della mia terra.
Oppure quelli che hanno un’idea della Sicilia che risale ai primi dell’800.Quelli che mi chiedono se ho parenti mafiosi, se i miei vicini di casa  sono i clandestini dei barconi o se è pericoloso girare per le strade.
Si, mi hanno chiesto anche questo.
Tempo fa un tizio mi disse che il cugino del fratello dell’amico della sorella una volta era stato in Sicilia e il proprietario della casa che avevano in affitto gli disse che a Catania rubano le macchine ,quindi ne avevano dedotto essere  un posto poco raccomandabile.
Peccato che Roma non sia minimante immune da questo fastidioso crimine e sicuramente non lo sarà meno dei livelli di Catania o di un’altra grande città italiana.
Ma questo non lo diremo al cugino del fratello dell’amico della sorella.

Poi, parliamo delle strade della capitale.
 Beh ,si sa.
Roma è grande. Tanto grande.
Però poi ci sono delle strade che giri che ti rigiri te le trovi spuntare ovunque per quanto sono lunghe.
Come appunto la mitica portuense o la via del mare (ostiense).O la Aurelia
O il raccordo.
IL RACCORDO.
Ecco ,il raccordo meriterebbe un post a parte.
Puoi rimanerci 10 minuti come tutta mattina. E un grande punto interrogativo.
Ho da poco superato il “trauma da raccordo”.
Adesso so quando prenderlo e quando NON prenderlo assolutamente. Una volta capito ciò hai svoltato.
Oppure la famosa Via della Scafa ,che porta Ostia , dove LUI sostiene che si svolga il ciclo della vita.
Secondo lui la gente nasce, cresce, muore e pure si riproduce su questa strada.
 File interminabili.
Ma anche qui basta capire gli orari e il gioco è fatto.

Questa permanenza a Roma procede bene, meglio del previsto.
Adoro prendere il tram e andare a fare un giro in centro. Adoro Trastevere. E campo dei fiori. E villa Borghese o villa Pamphili. Mi piace l’aria che si respira. Mi piacciono i ponti e le viste sul Tevere (il Tevere in se un po’ meno visto che è abitato da simpatiche pantegane).
Roma è piena di arte. Ci sono sempre mostre, teatri, concerti, cinema all’aperto. Ci sono tante cose da fare.
Villa Doria Pamphili

Fori imperiali


Piazza del Popolo


Via Margutta


Vista dal Campidoglio

Talmente tante che mi rendo conto di aver ancora visto poco, pochissimo. Ma indubbiamente è una città ,se non addirittura, LA città su cui è difficile mettere un punto di arrivo.
E’ una continua scoperta e anche se so che durerà poco perché a breve andremo via di nuovo ,inizio quasi già a sentirla “mia” e non pensavo potesse accadere…

Daje regaaa

Alla prossima!