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sabato 21 marzo 2015

(Cap 46)Pause,bici e miradouros.

Rieccomi qui.

Non ho scritto per tanto tempo. Per una serie di motivi. Primo su tutti sono stata presa da altro che mi ha portato via molte energie.
E molta pazienza.

Principalmente in questi mesi ho riaperto i libri e dato alcuni esami.
E sono rientrata in Italia per i vari appelli.

Tutti gli esami sono andati abbastanza bene. Sono io che ho rischiato  di impazzire.
Ovviamente ironizzo, ma ci sono state delle giornate in cui ci sono andata abbastanza vicino.

E’ strano quando riapri i libri e non hai più 20 anni ma invece hai 10 anni di contributi alle spalle.
Sono cambiata tanto in questi anni ed è cambiato molto il mio modo di rapportarmi a un esame.
Io da studentessa poco volenterosa a cui bastava il minimo per andare avanti (il mio motto era massimo risultato=minimo sforzo) sono arrivata ad essere una perfezionista quasi esagerata.

E forse mi preferivo prima.

Sicuramente vivevo  meglio. E avevo più vita sociale.

Essere uno studente a tempo pieno è pesante. E’ uno stress senza limiti, una frustrazione senza limiti. Non è mai abbastanza e ti senti in colpa se un pomeriggio lo passi in palestra o fai tardi una sera e l’indomani perdi mezza giornata che potevi dedicare allo studio.
E’ pesante anche perché nessuno ,o almeno molta poca gente capisce realmente come ti senti e sembra quasi sia un gioco o un modo per passare tempo,specialmente visti i miei 30 anni.

Comunque sono contenta di aver sfruttato questa mia pausa lavorativa forzata ed essermi dedicata a tempo pieno a una cosa che fino adesso era stata fatta solo nei ritagli di tempo.
Ho sempre preparato esami tra un volo e un altro e in orari e situazioni scomode.
Adesso che vivo una situazione “normale” con orari normali e il giusto tempo a disposizione mi fa quasi strano.Giuro.

Nonostante questa mia vita da pseudo-reclusa delle ultime settimane devo dire che mi sono cercata di ritagliare vari momenti per godermi questa nuova vita portoghese. E ne sono sempre più colpita.
Adesso sono circa 4 mesi che abito qui e inizio ad avere delle mie idee meno da turista per caso.

Lisbona è proprio una bella città. Ci sono punti e scorci che pur avendoli visti cento volte ogni volta che ci ripasso davanti sembra la prima volta. Parlo soprattutto dei miradouros ovvero dei punti (o terrazze)da cui si possono godere delle viste meravigliose che lasciano senza fiato.














Sono venuti vari amici a trovarci. E mi diverto un sacco a fare da cicerona per la città.
La città pur essendo una capitale non è poi così grande ed molto piacevole camminare e intrufolarsi in stradine o calçadas.
Qui cammino tantissimo.
Non camminavo così tanto da anni.

Ogni volta che torno in Italia mi rendo conto quanto sia limitante il fatto che si preferisca quasi sempre l’auto piuttosto che una sanissima passeggiata o l'utilizzo di un mezzo pubblico.
Colonne di macchine in fila con guidatori scorbutici che inveiscono sugli altri perchè intasano le strade.Come se loro stessero facendo una cosa differente.

Ho anche acquistato una bici che uso per fare lunghe passeggiate sul lungo Tejo che è proprio davanti casa nostra.
Il costo della vita è decisamente basso anche se devo dire proporzionato agli stipendi, bassi anche loro.

La crisi c’è anche qui.Senza dubbio si avverte.
Ma la città è comunque molto curata,i mezzi funzionano perfettamente così come gli uffici pubblici e il portoghese medio ha un senso civico che in Italia abbiamo solo in pochi.

Insomma in queste settimane mi sono dedicata ad osservare questa nuova città e i suoi abitanti.
Sto cercando di farmi l’orecchio con il portoghese ma ancora la strada è lunga.
E il mio spagnolo non mi aiuta ma anzi,mi induce continuamente all’errore.

Ecco a voi la nuova lingua denominata portignol di cui io sono in assoluto la regina.Ma in fondo ci capiamo lo stesso e ancora per poco ce lo facciamo andare bene.

Insomma...avrei mille cose da raccontarvi.Non è una città che può solo essere descritta.Bisogna viverla per capire realmente di cosa si sta parlando. E  chi ci è stato o ci ha vissuto sa a cosa mi riferisco.

Però che Lisbona fosse innegabilmente stupenda, per certi versi me lo immaginavo anche.Ciò che non mi immaginavo minimamente è quanto fosse meravigliosa la città di Porto.

Ma Porto merita senza dubbio un post a parte.
Ve ne parlerò nei prossimi giorni.

A presto


giovedì 18 dicembre 2014

(Cap 43) La lingua portoghese



Non avevo mai avuto a che fare con la lingua portoghese.Mai.

Non ero mai stata in Portogallo  ne’ in Brasile ne' tantomeno in altri luoghi dove si parla questa lingua (Angola, Capo Verde, Guinea Bissau, Macao, Goa Mozambico ,Sao Tomè e Principe, Timor est).
Quel poco di portoghese  mi era arrivato attraverso la musica. Qualche canzone qua e là  ma non capendo le parole non avevo neanche mai memorizzato il significato.
Oppure preparando Linguistica Romanza all’Università il cui studio erano appunto basato sulle lingue romanze ,tra cui anche il portoghese. Ma era uno studio generale e comunque focalizzato sulla comune origine che hanno queste lingue,ovvero, il latino.

Il nulla, in parole povere.

Ho studiato inglese, francese e spagnolo.Facendo l’assistente di volo e poi viaggiando per conto mio devo dire che in qualche maniera ho ”rafforzato” il mio orecchio e in genere alcune lingue le riconosco facilmente .Diciamo che con le lingue ho abbastanza dimestichezza, semplicemente mi piacciono. That’s it.

O almeno erano solita pensarlo.

La scorsa estate quando lavoravo in Aeroporto mi accadde una cosa strana.
Non una ,ma più volte ,non capivo che lingua parlassero dei  passeggeri.
Passeggeri palesemente  europei ma non spagnoli, non francesi ,non belgi,non svedesi che parlavano una lingua che io non capivo "al volo".

Ed erano sempre portoghesi.

Naaaaaamo bene pensavo dato che il trasferimento nella capitale portoghese sarebbe stato solo qualche mese dopo.

Poi ad ottobre  quando mi trovavo a Londra  mi accadde un altro evento che mi lasciò perplessa.
Ero con LUI sul treno che da Crawley portava a Londra Victoria.
E davanti a noi una coppia che parlava animatamente.
Non ero interessata alla loro conversazione anche perché non parlavano in inglese. Ero comunque distratta dal paesaggio ,dal telefono, insomma non li stavo ascoltando minimamente.
Quando loro scesero dal treno , LUI si girò verso di me divertito e mi fece:

 “Hai capito che lingua era quella?”
e io con aria quasi da saccente  
mah, credo fossero russi”.

E LUI con una grossa risata:

“No vale ,erano portoghesi”.

Ma siamo seri?!!
Ma che lingua è???

Le prima settimane a Lisbona sono state stranissime anche per questa lingua stranissima.
Cioè fin quando si deve leggere qualcosa ,ce la si può fare. Non è poi così difficile da capire.
Ma il problema è capire mentre parlano .
Mentre parlano tra di loro faccio associazioni di russo, arabo e a volte pure tedesco. Panico.
Questo in realtà accadeva i primi giorni. Adesso pian piano cerco di abituare il mio orecchio a questi suoni e ad associare e ricordare sillabe e sintagmi.
Le prime settimane comunicavo in spagnolo e inglese. Poi pian piano aggiungevo qualche parola di portoghese.Tipo:

May I have un cortado por favor, Obrigada.

Che non si può proprio sentire. Una lingua inventata.

Non tutti i portoghesi, ovviamente, capiscono spagnolo e inglese.
 Ecco perché  devo fare un mix delle 3 lingue per cercare di farmi capire.
 Una cosa divertentissima in fondo. In pratica ridiamo tutti .Sia io che l’interlocutore.Mette quasi allegria.
E in qualche modo riuscivamo a capirci, e all’inizio è questo quello che conta.

Mentre sono in metro, sul bus o  tram cerco di “rubare” le loro conversazioni. E di captare il più possibile.
(Impicciona ,si ,ma per giusta causa).

Ma non è per nulla facile, ve lo assicuro!

 Innanzitutto sembra che cantino. Non solo.
Delle volte ho l’impressione che sia un mix di lingue incomprensibili.

Per rendere l’idea il portoghese sembra lo spagnolo parlato da un rumeno ubriaco. 

Ragion per cui abbiamo seriamente deciso di prendere lezioni di portoghese. Per forza, non vedo altra soluzione.
Non posso continuare a parlare inglese e spagnolo e a inserire una parola in portoghese. Non è una lingua.

E allora si. Ci siamo decisi. Inizieremo delle lezioni a breve.
E’ necessario, altrimenti rimani fuori.

E,per la cronaca, il prossimo che mi dice che il portoghese è  uguale allo spagnolo lo picchio. Giuro!!







sabato 13 dicembre 2014

(Cap 42) "Un mese a Lisbona"

Eccomi qui!

Scusate l’assenza. Senza rendermene conto è volato un mese!

Un mese intenso. Il mio primo mese a Lisbona.

 E devo dire che è andato abbastanza bene.

Questa città mi piace davvero tanto. Ha un qualcosa che mi affascina e al contempo non la trovo poi così diversa dalla mia cultura.
Il primo mese a Lisbona è stato dedicato principalmente alla ricerca della casa e a tutte le faccende burocratiche e non che ne derivano.

La ricerca della casa  me l’aspettavo molto più facile ma non è stato proprio così.

Innanzitutto la maggior parte delle case vengono affittate senza mobili.
E’ stata un’impresa cercare una casa arredata.
I prezzi non sono neanche così bassi come tutti erano soliti dirmi.
Forse se sei un Erasmus e dividi casa con 5 persone.
E dire che non eravamo alla ricerca di un supermega attico vista Tago.
Cercavamo essenzialmente qualcosa che fosse vicino alla metro e comunque non distante dall’aeroporto, per ovvi motivi.
Alla fine abbiamo trovato un giusto compromesso. Un appartamento non distante dall’aeroporto ma molto, molto carino. Che si trova nel fantastico e modernissimo quartiere Expo, costruito per l’esposizione universale nel 1998.
E’ ben collegato con i mezzi pubblici che ho scoperto subito essere efficientissimi.
Quasi commovente. Vi giuro. Impagonabile a qualsiasi città italiana.

E’ stato molto facile ambientarsi in una città così. Niente a che vedere, ovviamente, con quel che fu ambientarsi in Tanzania.
Il paragone è inevitabile e mi fa quasi sorridere, per certi versi.
Per quanto sia infatti una città  “diversa” ,dove non ero mai stata e dove si parla una lingua a me  quasi sconosciuta , Lisbona è comunque una città a misura d’uomo.
Con la conseguenza che tutto  appare “facile” e “logico”. L’esatto opposto della Tanzania.
Tutto è più o meno come in Italia. A primo impatto i portoghesi mi ricordano gli inglesi (un po’ pignoli e “precisini”) ma hanno anche tanto carattere latino che li accomuna tanto a noi.

Sono una via di mezzo. Il che rende la permanenza qui davvero piacevole.

Non avevo aspettative particolari su Lisbona ma devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso.
E’ una città moderna che conserva le sue origini in maniera gelosa. E’ una città molto attiva e vivace ma al tempo stesso non frenetica.

Lisbona ti mette di buon umore.

 Chiaramente questo è il mio primo impatto, serve ancora tempo per poter giudicare in maniera completa.
E ovviamente cercherò di raccontarvi il più possibile provando ad entrare nel cuore della vita della splendida città portoghese.

La mia assenza in queste settimane è dovuta principalmente a un “progetto”. 
Anzi no. 
A  ben due progetti ,diversi tra loro ,che sto cercando di portare avanti e che mi tolgono via tanto tempo. Progetti a cui tengo tanto e che non vi sto nemmeno a raccontare adesso perché non sono inerenti al blog.

Insomma impossibile fermarsi pure qui a Lisbona!
Ma cercherò di scrivere appena possibile e di raccontare di questa mia nuova meravigliosa avventura!

ATE’ LOGO! (bye)



Miradouro das portas do sol




martedì 30 settembre 2014

(Cap36) It's a final countdown



Ebbene si. Si fa il conto alla rovescia. La partenza si avvicina.
Come mi sento?
Non lo so.
Non ho il tempo per pensare a come mi sento. Sommersa dalle  1000 cose da fare prima della nuova avventura a Lisbona. 
Ah e poi c’è una novita’.
Non andiamo diretti a Lisbona. Ma si fa un pit stop di tre settimane  a Londra.
LUI deve andare li per motivi di lavoro.
In realtà non staremo proprio Londra ma in un paesino del sud chiamato Crawley che si trova nella contea di West Sussex.
Per quanto Londra sia la città che in assoluto preferisco(chi ha letto i primi post sa a cosa mi riferisco) devo dire che sono contenta di soggiornare da un’altra parte. Potrò vedere una parte dell’Inghilterra che non ho mai visto. 
Infatti il mio progetto è che mentre LUI sarà a lavoro io prenderò la mia reflex e girerò un po’ i dintorni.


Dopo le tre  settimane in UK andremo a Lisbona dove abbiamo trovato una casa "momentanea" che ci servirà come appoggio per cercare una casa più stabile con affitto a lungo termine.
Avevo rimosso quanto fosse impegnativo cercare casa in un paese straniero.
Le ricerche possono durare anche settimane.
Devi valutare bene sia la posizione ,il tipo di appartamento e i servizi .E sopratutto che offra una cifra che non sia spropositata.
E per far tutto ciò preferisco essere li sul posto per evitare al massimo qualsiasi ipotetica fregatura .

(Mi viene adesso in mente la frase Non fare il portoghese o fare come i portoghesi.
Viene utilizzata da noi quando si usufruisce di un servizio senza pagarlo. Quindi mi ha sempre dato l'idea che i portoghesi siano un popolo furbetto. 
E invece no.
Mi sono documentata su questo strano modo di dire e cosa scopro?Che i poveri portoghesi non c'entravano proprio nulla!
Nel VIII secolo l'ambasciatore del Portogallo dello stato Pontificio  invitò i portoghesi residenti a Roma a vedere uno spettacolo Teatrale presso il Teatro Argentina,bastava dire di essere portoghesi per poter accedere gratuitamente.
Ebbene ...molti romani si spacciarono per portoghesi per poter entrare ad assistere alla rappresentazione.
Quindi era riferito ai Romani!Andiamo bene.)

Comunque sia,la partenza si avvicina e sono tanto,tanto contenta.

E mi torna,inevitabilmente in mente la partenza in Tanzania. Due anni fa.
 Andare in un altro continente specie un contiente come l'Africa fu una cosa completamente diversa. Neanche minimamente paragonabile.
Per quanto io adesso possa avere mille dubbi e mille perplessità non è nulla rispetto a Dar es Salaam dove i problemi erano proprio di altro tipo.
Dalle medicine allo shampoo.Li dovevo portare tanta roba perchè non trovavo moltissimo.
In Portogallo e particolarmente  in una capitale come Lisbona ho i miei dubbi sul non trovare  per esempio un farmaco,dell'acqua naturale o una crema idratante.

Comunque non voglio riempirmi di tante o poche aspettative...le scopriremo vivendo!


Ufficialmente  -10 giorni alla partenza!
EVVAI!



giovedì 31 luglio 2014

(cap 32) "And the winner is... "



LISBONA…!


Ebbene si dopo tante (ma tante taaante  considerazioni) ecco il nome della prossima destinazione.

Che  è arrivata ovviamente senza non poche perplessità.
Un ennesima volta io e LUI  a tavolino e valutiamo le nuove proposte lavorative. 
Un film già visto.

Ormai siamo bravi. La prima volta era stato meno divertente. La prima volta avevamo tanta (ma taaanta) paura di fallire.
La paura di fallire c’è anche adesso ma in noi si è creata una sorta di fiducia e uno spirito avventuriero tale da pensare che “forse” ce la si po’ fa’.
Se fosse arrivata solo la proposta di Lisbona sarebbe stato semplice.
Hai una proposta ,c’è poco da scegliere.
 E invece no.
 Troppo facile.
Insieme alla proposta di Lisbona ne arriva una nuova…un nota città di un ricco paese arabo(che non è ne’ la occidentale Dubai ne’ la figa Abu Dhabi, per intenderci ).
PANICO.
Ndo namo?
Considerazioni infinite. Giornate intere di considerazioni. E anche nottate.
Il contratto nella città araba propone tanti soldi ma una vita comunque sia…limitata.
Un benessere “finto”.
Ovviamente anche stavolta, così come lo fu per la Tanzania, ho passato ore su internet a leggere Blog, recensioni, informazioni ecc. ecc.
Le cose da valutare sono tante. E i soldi offerti sono tanti. Poi però pian piano inizi a chiederti 

come mai questi ti danno tutti ‘sti soldi…?”

Devi sottostare alle loro regole, al loro stile di vita. Che può anche piacere, per carità.
Tutto sta a capire come sei fatto tu.
Ci sono persone che morirebbero all’idea di poter guidare un porsche e frequentare posti superfighi ,andare a cena nel ristorante superfigo a mangiare roba superfiga con gente superfiga indossando borse/scarpe superfighe ( ho reso l’idea?)

Una vita da Red Carpet.

Si, ma non è la nostra vita.
Non è quello che io voglio dalla vita. Non è quello che LUI vuole dalla sua vita.

E allora ,dicevo ,io e lui ci siamo rimessi a tavolino per valutare tutte queste belle cose.
Un giorno eravamo a favore. Un giorno contro. Io addirittura sono stata capace di sostenere tesi diverse nell’arco della giornata. E anche nell’arco di poche ore.

Poi lui diceva a me    No,dai decidi tu.
E io       No,no decidi tu.

Due esemplari di cazzi confusi ( pardon me).
Abbiamo pure scritto pro e contro delle due città su un foglio di carta. Stile nomi-cose-città.
Roba da internamento immediato nel primo istituto di igiene mentale della regione Lazio.
Poi ad un certo punto abbiamo deciso.
Ed ha vinto Lisbona.
Città dove ne’ io ne’ lui siamo stati.
Ma…Lisbona è Europa.
In pratica è come se da Roma ci trasferissimo a Viterbo. Dietro casa, appunto.
La scelta di Lisbona è stata fatta dopo reali considerazioni delle nostre personalità. E’ una città che (pare) essere a misura d’uomo. E’ una città viva e culturalmente molto vivace.
L’opposto esatto della città araba.
Una nuova avventura ha inizio.
I dubbi e le perplessità ci sono sempre ma cerchiamo di scacciarli via con pensieri superpositivi e ottimisti.
Si parte!

I can’t wait
(direbbero gli anglofoni.)