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mercoledì 9 dicembre 2015

(Cap 50)Winds of change

Sono passati alcuni mesi dal mio ultimo post.


Mesi stressanti ma che mi piace definire "intensi" e ricchi di novità'.

Dove eravamo rimasti...

Dunque tornai in Italia  lo scorso Marzo per vari motivi, lavorativi e non.

Trauma nel trauma.

Per quanto io mi stessi sforzando,cercando di creare una sorta di autoconvincimento,(di cui mi rendo conto solo adesso )in realta' cercavo di scacciare via il mio reale pensiero.
Ovvero...
No.Non faceva per me.
L'Italia non fa per me.
Almeno adesso.In futuro chissa'.

Troppo demotivante.Troppo.

Una volta che hai vissuto fuori e' difficile tornare e riadattarsi a tutti i controsensi italiani.Che sono troppi.

In maniera assurda ho impiegato meno tempo ad ambientarmi in Tanzania o in Portogallo.


Cerco sempre di trovare il lato positivo delle cose e cerco  di "andare oltre" in determinate situazioni.

Ma in questo caso era uno sforzo troppo grande.Mi metteva tristezza stare li.
Al momento l'Italia e' un paese triste.



E...

E poi arrivò una telefonata improvvisa.
Una proposta lavorativa.Un colloquio su Skype. Una partenza imminente.


In meno di 72 ore ho organizzato un trasloco e fatto un biglietto sola andata.

Detta cosi' forse può sembrare che io fossi priva di paura e perplessità'.
Ovviamente non e' andata proprio così.

Per 72 ore non ho quasi chiuso occhio e pensato a tutte le possibili variabili di questa scelta.Pro e contro.Contro e pro.Quasi a farmi scoppiare il cervello.

E' una pazzia lasciare in Italia, a 31 anni ,un lavoro quasi sicuro.
Una pazzia che nessuno fa.
Chi mi garantiva che il nuovo lavoro per quanto allettante sarebbe andato bene?Chi mi garantiva che non me ne sarei pentita per sempre?

Nessuno, purtroppo.


E allora stavolta ho ascoltato me stessa.

E ho scelto.
Quello che volevo in quel momento non era li.
Non era a Roma.Non era L'Italia.

E cosi' via...nuova avventura.E da qualche mese sono ritornata a tempo indeterminato a Lisbona.


Pentita?Per nulla.Lo rifarei altre 100  volte.

Il lavoro e' sempre nell'ambito aeronautico. E mi piace.
L'addestramento iniziale e' stato un po' tosto e quasi tutti giorni pensavo di non farcela.
Anche piu' volte nello stesso giorno,veramente.
Attimi di sconforto autodistruttivi.Al mio solito,insomma.

Un training interamente in inglese su un sistema operativo tutto nuovo e io, diciamo la verità non sono mai stata una grande amante del sistema informatico.

Piu' che altro non avevo mai lavorato con un pc davanti a me.
Una cosa e' usarlo nei momenti di svago, tutt'altra e' utilizzare un sistema operativo pieno di codici , di sigle e di roba a me assolutamente sconosciuta.

Insomma,dopo tanti sbagli e tanta ma tanta pazienza sono riuscita nell'impresa.


Vivere a Lisbona a tempo pieno si sta rivelando più bello del previsto .La città mi piace sempre di più.

E' una città vivibile. Non e' caotica come Roma,la gente e' molto più serena.Lo vedi in ogni piccolo gesto e in normali situazioni quotidiane.
Molto spesso si immagina il Portogallo come un paese povero.L'italiano medio e' convinto che sia molto più povero dell'Italia.
Ma si ricrede subito.Così com'è capitato a me.
Lo vedo dalle espressioni  di vari  amici e parenti che sono venuti a trovarci in questi mesi.
Nessuno si aspetta Lisbona cosi' bella e al contempo così moderna.

Mi piace accompagnare in giro per la città' gli amici che vengono a trovarci(tempo libero permettendo).


Mi piace poter mostrare i lati magici di questa città'.E ce ne sono davvero tanti.E la cosa buffa e' che ne scopro sempre di nuovi.E il lato bello è che non mi stanco di scoprirne.


Non ho scritto in questi mesi anche perché volevo avere materiale su cui scrivere.

In Tanzania iniziai il Blog dopo un anno dall'arrivo.Sapevo cosa raccontare perché lo avevo già vissuto e lo stavo ancora vivendo.

Non si può' pretendere di scrivere qualcosa che non si "veda".


Adesso credo di iniziare ad avere le idee più' chiare e la "chiave" adatta per portarvi alla scoperta di questa incantevole Lisboa.

Pubblico spesso immagini della città sul mio profilo Instagram tutto puo' succedere quindi se interessati seguitemi anche li (trovate il link nella home page del blog).

Ate'a proxima!






domenica 26 aprile 2015

(Cap 49) Tanzania.Un anno dopo.


Spesso mi viene chiesto  “Ti manca la Tanzania?”




A quasi un anno dal rientro definitivo in Europa inizio a vedere quel periodo leggermente sfocato e una sensazione stranissima mi invade al ricordo di quelle  immagini e di quei momenti.







Se qualcuno mi avesse detto, prima della partenza in Tanzania, in quel famoso periodo in cui avevo mille dubbi, paure e incertezze quanto sarebbe stato difficile invece ritornare in Europa e riabituarsi a vivere qui gli avrei dato indiscutibilmente del pazzo.

Questo  non era proprio nei mie piani. Questo pensiero non mi aveva minimante sfiorato il cervello. Del resto in Europa ci sono nata. Perché non sarei dovuta esser  felice?

Non avrei mai creduto che sarebbe stato così difficile  e anche così noioso.
Si purtroppo anche noioso.
L’adrenalina che io provavo in Tanzania non esiste in Europa. O almeno ,Io non la provo.
Io provavo adrenalina pure per andare a fare la spesa. O ogni mattina per andare a lavoro.
Quelle strade in Bajaj ,specialmente durante la stagione delle piogge, erano al pari di Gardaland o di un qualsiasi altro parco giochi.


Era  tutto nuovo, tutto era una scoperta e una continua avventura con un margine di rischio in certi casi.
Per quanto io abbia cercato di spiegarlo anche attraverso il blog  devo dire che le mie descrizioni sono comunque riduttive. Fidatevi.
E chi ha vissuto li con me sa di cosa sto parlando.

Comunque ritornando alla domanda inziale la risposta è Si.

Mi manca terribilmente.

Mi mancano le persone conosciute, mi manca la mia routine, mi mancano pure gli assurdi e kitsch matrimoni tanzani in Hotel. Mi manca l’estate tutto l’anno. Mi  mancano le ananas e i manghi più buoni del mondo. Mi manca fare un safari. Mi manca l’isoletta di Bongoyo dove mangiavo aragoste con le mani e dove bevevo la tangawizi. Mi manca la semplicità della vita vissuta li. Mi mancano le risate per ogni singola stranezza .Mi manca la semplicità della gente e la loro spensieratezza. Mi manca conoscere expat di ogni tipo e farmi raccontare le loro vite assurde e straordinarie.
Mi manca vivere li.

Li era una vita fondamentalmente lenta. Molto lenta. Ogni singola cosa veniva fatta con lentezza.E forse assaporavo meglio tutto.
Pole pole ero diventata pure io. Semplicemente ti adegui e ti mimetizzi alla società in cui vivi.

In maniera paradossale il rientro in Europa e ricominciare una vita qui  è stato più traumatizzante del trasferirmi in  East Africa.

Lisbona è bella. Bellissima. Una città meravigliosa e davvero unica per certi aspetti. Ma lo è in vacanza.
Vivere a Lisbona è più o meno come vivere in Italia. Un governo allo sbando e tre quarti della popolazione in cerca di lavoro. Lo stipendio medio è di 700-800 euro.
In compenso la città è molto vivibile e organizzata.

In Italia invece manco quello. Le strade di Roma Capitale  sono in uno stato primitivo. La città ha un sistema di trasporti primitivo.  La gente è nervosa e lo dimostra in tutte le occasioni possibili. In macchina, nel negozio o sull’autobus.  Il nervosismo genera maleducazione .E potrei continuare la descrizione ancora un po’.

Ma con ciò non voglio dire che sto malissimo e che la vita qui è terribile.
Ovviamente no.
 Ho trovato la mia dimensione e cerco di trovare il lato positivo delle cose.
Ma semplicemente non è come vivere li. Un abisso. E’ impossibile negarlo.
E la cosa assurda che a dirlo adesso è anche LUI che non era mai stato molto positivo riguardo laTanzania.
Anche lui ammette che in effetti li era tutta un'altra storia.

Forse  sto idealizzando .Come spesso accade si idealizza qualcosa che poi noi corrisponde perfettamente alla realtà.
Del resto  provando a riflettere in maniera obiettiva e oggettiva non posso non ammettere che ,per quanto bello sia stato, anche li ci sono stati momenti pesanti e duri.
Per quanto cercassi di non pensarci e di non angosciarmi al problema  in realtà quando sentivo che a qualcuno avesse preso la malaria o la dengue  le allegrie passavano rapidamente.
Il sistema immunitario dei tanzani è decisamente differente dal nostro,  sono  indubbiamente più forti fisicamente ,quando  invece era un expat  a prendere qualcosa di simile non era mai una cosa carina. Per nulla. Ho visto persone stare male seriamente e in alcuni casi anche a rischio di vita.

Un’altra cosa che mi pesava tanto era essere molto limitata negli spostamenti.
In Europa a qualsiasi ora della notte posso muovermi in maniera autonoma. E in centro puoi camminare in maniera più o meno sicura.
In Tanzania dopo il tramonto spostarsi da soli poteva essere rischioso, sebbene non mi sia mai personalmente successo nulla dovevi comunque stare attento anche perché le strade non erano assolutamente illuminate.

Ad ogni modo sono esperienze che innegabilmente  mi hanno cambiata.
Indubbiamente questa esperienza mi ha anche dato un briciolo di sicurezza in più in me stessa. E per certi versi mi hanno aiutato anche a capire quali sono i miei limiti.

Delle volte nei miei pensieri più assurdi penso che un giorno tornerò di nuovo li, con un biglietto solo andata e riprendo la mia vita li così come l’ho lasciata.
Mi piace pensarlo e mi fa star bene l’idea. Anche se rimane solo nella mia immaginazione.

Vi inserisco il video del mio ultimo pomeriggio a Dar, un percorso che ho fatto per circa 12 mesi ogni giorno, più o meno alla stessa ora.


Alla prossima :)


sabato 4 aprile 2015

(Cap 47)Porto.Una piacevole sorpresa.



Tutto nacque da una semplice  domanda.

Vale, cosa vorresti per il tuo compleanno ?

Una domanda che ogni anno LUI puntualmente mi chiede in preda a una sorta di panico generato da un VUOTO assoluto come lo sarebbe tutto il genere maschile davanti a una situazione taaaanto difficile.

Risposta abbastanza scontata.Almeno per me.
Tra le cose che adoro ricevere in regalo ,senza dubbio quella che ne esce vincitrice in assoluto è un viaggio.

Che sia un gitarella fuori porta, un safari o un road trip in California devo dire che indubbiamente questo è per eccellenza il regalo che più preferisco ricevere (Ma ddai?)

Il piacere che si prova andando alla scoperta di qualcosa di nuovo è impagabile.
Nessuna borsa o gioiello può competere al riguardo. 

E allora abbiamo iniziato a organizzare un viaggio direzione Porto.
Che per noi in effetti è una gita fuori porta.

Porto  (o Oporto in italiano)dista circa 300 km da Lisbona e si può raggiungere sia in bus (più economico)che treno ma anche in aereo (con tariffe talvolta più vantaggiose del treno).
Abbiamo optato per il treno e ho scoperto che se ti registri e  prenoti sul sito delle  ferrovie http://www.cp.pt/passageiros/pt  si riescono  anche a trovare sconti del 50 % sulle tariffe.

Siamo partiti intorno alle 8:30 a.m. dalla stazione di Oriente (per noi più comoda) e siamo arrivati a Porto intorno alle  1050 a.m. Un viaggio molto comodo, i treni sono puliti e silenziosi. Ma qui è una normalità.

Siamo arrivati alla stazione di Porto Campanha che non è la centrale ma è comunque ben collegata con la famosissima stazione di Sao Bento.
Chiamarla una stazione sembra quasi un insulto.
La stazione di Sao Bento risale al 1900 ed è interamente  rivestita di azulejos




Quindi ci siamo diretti verso la guesthouse che avevamo prenotato che si trova a 5 minuti a piedi da Sao Bento.
Una boutique guesthouse per l’esattezza, che abbiamo trovato davvero deliziosa.
Ci hanno accolto con caffè è biscottini e una mappa per spiegarci la città. Molto carino e molto curato, e ve lo consiglio assolutamente  http://shiadu.com/casa-dos-loios/home/ .



Posate le valigie in camera siamo andati subito alla scoperta della città.

E sotto consiglio della ragazza della guesthouse ci siamo diretti subito alla Torre dei chierici (torre dos clerigos) che è il simbolo della città di Porto.
Una vista da togliere il fiato….!








Proprio questa bellissima vista ha permesso di pianificare il percorso successivo.
Abbiamo deciso di andare diretti lungo il fiume Douro e andare alla scoperta del quartiere Ribeira ,che è il quartiere più caratteristico di Porto.





Dall’altra parte del fiume si trova Vila Nova De Gaia che non è altro che la zona dove hanno sede le grandi aziende produttrici del famoso Porto, nelle quali si possono fare anche le degustazioni.




Indubbiamente questa è una cosa da non perdere anche perché il Porto è un vino liquoroso molto dolce che piacerà proprio a tutti.
Abbiamo scoperto così che ci sono sette tipi di Porto tra cui i principali sono il Ruby e il Tawny e che la sua storia risale addirittura in epoca romana e poi riconosciuto ufficialmente nella seconda metà del 700.
Proprio per questa lunga storia  la valle del Douro ,ovvero la zona esclusiva di produzione del Vinho do Porto venne dichiarata nel 2001 Patrimonio Mondiale dell’umanità dall’Unesco.



L’indomani abbiamo proseguito il nostro giro visitando Il mercato coperto  di Bolhao .
Questo mercato è diviso in 4 sezioni: Fiori, pesce, carni e verdure. Si trovano anche dei piccoli Bar in cui è possibile fare degustazioni di formaggi e vino a prezzi decisamente abbordabili.








Poi siamo andati a vedere la famosa livraria Lello e Irmao, una antichissima libreria(originariamente  una biblioteca) che si trova in Rua das Carmelitas .
Realizzata nel 1869 ,la libreria ,che pare sia una delle più belle al mondo, è  stata di ispirazione nientepocodimenoche alla scrittrice J.K.Rowling ,famosa per la celebre serie di romanzi di Harry Potter.
Purtroppo è severamente vietato scattare foto quindi dovete “accontentarvi” della mia personale descrizione.
L’edificio è un mix tra tradizione neogotica e architettura liberty caratterizzato da  una imponente scala sinuosa, il soffitto decorato ,le pareti di legno intarsiato e lucernaio di vetri decorati.
Questa libreria ha qualcosa di assolutamente magico e non mi stupisce che J.K. Rowling ,che visse  a Porto per un periodo, ne sia rimasta affascinata.


Porto è una città piccolina, proprio per questo suggerisco di perdersi tra le sue stradine del centro storico  partendo da vie come Rua do Marcadores o Rua de Santa Catarina.
E’ pieno di negozi vintage ,uno più bello dell’altro.
E’ stata dura trattenersi e astenersi dallo shopping.







Raramente nei miei post consiglio ristoranti particolari, ma stavolta farò un’eccezione.
Questo ristorantino ,Casa mundo ,situato al numero 73 di  Rua des  Caldeireiros , angusto in apparenza è semplicemente fantastico.


E’gestito dalla cuoca, la  padrona di casa che proprio dentro casa sua ha organizzato 4 modesti tavolini e  offre alla modica cifra di 4.60 euro un pranzo completo con: zuppa , piatto principale (a scelta tra 4 opzioni), un dolce e il caffè.
Lasciando perdere la qualità del cibo che ho ritenuto ottima devo dire che è stato indubbiamente uno dei pranzi più caratteristici  fatti fin’ ora in Portogallo.Quindi 10 e lode alla Senhora per la sua attività.

Maestosa e elegante è la Cattedrale de Se  .
In stile romanico  ,presenta un chiostro gotico e pareti di azulejos bianche e azzurre.
Fuori dalla cattedrale si affaccia una stupenda vista sul fiume Douro e sul quartiere di Ribeira.


Siamo andati anche a vedere il Palacio da Bolsa ,il palazzo della Borsa ,in stile neoclassico iniziato nel 1842.
E’ uno degli edifici più importanti di Porto  ed è stato costruito dall’associazione commerciale cittadina.
Tra le sale più belle ,la Sala Araba utilizzata oggi per il ricevimento di Personalità o vertici di stato in visita.


Attenzione le visite sono guidate e a orari ben precisi,
quindi vi consiglio di consultare prima il sito   http://www.palaciodabolsa.com/

Il terzo e ultimo giorno abbiamo visitato la zona del Palacio da Musica che è un complesso di sale da concerto  realizzata nel  2001 in occasione della candidatura di Porto come Capitale Europea della Cultura  anche se i lavori non finirono in tempo e furono ultimati nel 2005.
Purtroppo anche qui le visite guidate erano solo in alcune fasce orarie e sfortunamente  per questo non siamo riusciti ad entrare.(Controllate qui gli orari http://www.casadamusica.com/)
Ma pare valga assolutamente la pena .Peccato ,sarà per la prossima volta.
Poi abbiamo passeggiato per la Rua Cedofeita e dintorni,meno turistica e piena di negozietti,bar ecc…







Ed è proprio qui che ci siamo fatti coraggio e abbiamo assaggiato la specialità di Porto, la celeberrima francesinha .
Ne avevo già sentito parlare e i racconti erano stati alquanto variegati. Chi l'ha amata e chi nn la mangerebbe proprio mai piu'.
E avevo letto il post della bravissima Chiara Santamaria in  Ma che davvero?





La francesina  di base è un panino. Un panino con tutto però. Salame ,una fettina di carne di vitello, salsiccia e wurstel. Affogato in un mare di formaggio fuso e una salsa alla birra. E questa è la versione basica. Poi c’è una versione “speciale” con pure l’uovo su.



Personalmente non l’ho gradita .E’ fatta per veri stomaci, stomaci forti. Un mix di sapori che per me sono stati  fin troppi . Ma chiaramente gusti son gusti.
Ho preferito di gran lunga il Caldo Verde,una tipica zuppa portoghese a base di cavolo e patate.




Porto è una città deliziosa e per certi aspetti mi è piaciuta molto più di Lisbona.
Ha un qualcosa di magico e dei colori unici. Non è per nulla caotica e la si visita tranquillamente a piedi, approfittandone per perdersi nelle vie, o calçadas , e scovare stradine meravigliose e incredibilmente  suggestive.
Ci ritornerò sicuramente.



Muito Obrigado  ;)

























sabato 21 marzo 2015

(Cap 46)Pause,bici e miradouros.

Rieccomi qui.

Non ho scritto per tanto tempo. Per una serie di motivi. Primo su tutti sono stata presa da altro che mi ha portato via molte energie.
E molta pazienza.

Principalmente in questi mesi ho riaperto i libri e dato alcuni esami.
E sono rientrata in Italia per i vari appelli.

Tutti gli esami sono andati abbastanza bene. Sono io che ho rischiato  di impazzire.
Ovviamente ironizzo, ma ci sono state delle giornate in cui ci sono andata abbastanza vicino.

E’ strano quando riapri i libri e non hai più 20 anni ma invece hai 10 anni di contributi alle spalle.
Sono cambiata tanto in questi anni ed è cambiato molto il mio modo di rapportarmi a un esame.
Io da studentessa poco volenterosa a cui bastava il minimo per andare avanti (il mio motto era massimo risultato=minimo sforzo) sono arrivata ad essere una perfezionista quasi esagerata.

E forse mi preferivo prima.

Sicuramente vivevo  meglio. E avevo più vita sociale.

Essere uno studente a tempo pieno è pesante. E’ uno stress senza limiti, una frustrazione senza limiti. Non è mai abbastanza e ti senti in colpa se un pomeriggio lo passi in palestra o fai tardi una sera e l’indomani perdi mezza giornata che potevi dedicare allo studio.
E’ pesante anche perché nessuno ,o almeno molta poca gente capisce realmente come ti senti e sembra quasi sia un gioco o un modo per passare tempo,specialmente visti i miei 30 anni.

Comunque sono contenta di aver sfruttato questa mia pausa lavorativa forzata ed essermi dedicata a tempo pieno a una cosa che fino adesso era stata fatta solo nei ritagli di tempo.
Ho sempre preparato esami tra un volo e un altro e in orari e situazioni scomode.
Adesso che vivo una situazione “normale” con orari normali e il giusto tempo a disposizione mi fa quasi strano.Giuro.

Nonostante questa mia vita da pseudo-reclusa delle ultime settimane devo dire che mi sono cercata di ritagliare vari momenti per godermi questa nuova vita portoghese. E ne sono sempre più colpita.
Adesso sono circa 4 mesi che abito qui e inizio ad avere delle mie idee meno da turista per caso.

Lisbona è proprio una bella città. Ci sono punti e scorci che pur avendoli visti cento volte ogni volta che ci ripasso davanti sembra la prima volta. Parlo soprattutto dei miradouros ovvero dei punti (o terrazze)da cui si possono godere delle viste meravigliose che lasciano senza fiato.














Sono venuti vari amici a trovarci. E mi diverto un sacco a fare da cicerona per la città.
La città pur essendo una capitale non è poi così grande ed molto piacevole camminare e intrufolarsi in stradine o calçadas.
Qui cammino tantissimo.
Non camminavo così tanto da anni.

Ogni volta che torno in Italia mi rendo conto quanto sia limitante il fatto che si preferisca quasi sempre l’auto piuttosto che una sanissima passeggiata o l'utilizzo di un mezzo pubblico.
Colonne di macchine in fila con guidatori scorbutici che inveiscono sugli altri perchè intasano le strade.Come se loro stessero facendo una cosa differente.

Ho anche acquistato una bici che uso per fare lunghe passeggiate sul lungo Tejo che è proprio davanti casa nostra.
Il costo della vita è decisamente basso anche se devo dire proporzionato agli stipendi, bassi anche loro.

La crisi c’è anche qui.Senza dubbio si avverte.
Ma la città è comunque molto curata,i mezzi funzionano perfettamente così come gli uffici pubblici e il portoghese medio ha un senso civico che in Italia abbiamo solo in pochi.

Insomma in queste settimane mi sono dedicata ad osservare questa nuova città e i suoi abitanti.
Sto cercando di farmi l’orecchio con il portoghese ma ancora la strada è lunga.
E il mio spagnolo non mi aiuta ma anzi,mi induce continuamente all’errore.

Ecco a voi la nuova lingua denominata portignol di cui io sono in assoluto la regina.Ma in fondo ci capiamo lo stesso e ancora per poco ce lo facciamo andare bene.

Insomma...avrei mille cose da raccontarvi.Non è una città che può solo essere descritta.Bisogna viverla per capire realmente di cosa si sta parlando. E  chi ci è stato o ci ha vissuto sa a cosa mi riferisco.

Però che Lisbona fosse innegabilmente stupenda, per certi versi me lo immaginavo anche.Ciò che non mi immaginavo minimamente è quanto fosse meravigliosa la città di Porto.

Ma Porto merita senza dubbio un post a parte.
Ve ne parlerò nei prossimi giorni.

A presto