mercoledì 16 novembre 2016

(Cap 55) Rio de Janeiro.Una esplosione di colori.









Eccomi di ritorno da una,anche se breve ,immersione in terra brasileira.

Breve perché, oggettivamente 5 giorni sono nulli per visitare il Brasile ma possono essere sufficienti per visitare Rio de Janeiro.











E come si dice chi si accontenta gode.Pare.

Innanzitutto è stato un viaggio interamente fai da te. Dal volo all'albergo e alle varie visite/escursioni.
Primo perché il risparmio era considerevole (in agenzia mi era stato chiesto il doppio) ma poi perché diciamo la verità organizzare una vacanza è una delle cose che più adoro fare.

Una volta trovato il volo (che era diretto da Porto) ho cercato di capire quale potesse essere la zona migliore dove soggiornare.Sappiamo bene che Rio è una città particolare, una strada può sembrare Beverly Hills e la strada dopo può essere una baraccopoli.

Allora ho iniziato a leggere i vari diari di viaggi su internet. 
Sono molto utili a mio avviso. Chiaramente è meglio leggerne differenti perché trovi sempre quelle che io chiamo le “italianate” (la pasta era scotta, la pizza non era buona e la mozzarella non era fresca ).
In linea di massima ,però, leggere i diari di viaggi può essere molto utile sia per la scelta della zona dove dormire che per i vari percorsi da fare una volta arrivati sul posto.
Nel mio caso sono stati estremamente utili tanto da riportarveli qui in caso vogliate fare un salto nella fantastica Rio.

Per quanto riguarda l’alloggio molti suggerivano Copacabana , Ipanema o Leblon, quindi lungo la costa dove si trovano le famose spiagge lunghissime, bianchissime e decisamente pittoresche(poi vi spiegherò perché).

Copacabana offre soluzioni di alloggio molto più economiche  rispetto a Ipanema ma pare che la sera non sia molto sicuro camminare a piedi. Per questo motivo abbiamo scelto Ipanema ed effettivamente la scelta è stata azzeccata. 
E’ un bellissimo quartiere , a mio avviso abbastanza sicuro e ben collegato con metro e bus per poter andare in centro città (calcolate 20-30 min in bus ,dipende  dal traffico).

L’hotel scelto è stato MAR IPANEMA trovato a una cifra abbordabile e tutto sommato si è rivelato positivo. Senza grandi pretese. Con una ottima colazione con frutta freschissima e ottimi centrifugati.

Da li abbiamo quasi sempre preso gli autobus cittadini per spostarci in città, alla modica cifra di 3,80 Reais (circa 1 euro) che si pagano direttamente a bordo al controllore o al conducente .I bus permettono inevitabilmente  di vedere molto di più rispetto alla metro e di assistere a delle scene di strada imperdibili. Anche i bus in se hanno da raccontare.

Il secondo giorno infatti dovevamo andare al Cristo Rei (di cui avevamo già comprato i biglietti il giorno prima sul sito per evitare file http://www.tremdocorcovado.rio/) ed eravamo relativamente di fretta perché la prenotazione è a orari fissi (in quanto per andare su in cima al Corcovado, la  montagna alla cui sommità si trova appunto il Cristo Rei devi prendere un trenino) e se si arriva in ritardo non c’è possibilità di rimborso.








Dunque dicevo, eravamo alla fermata del bus e dopo qualche minuto arriva il nostro ,la  Circular 1 ,saliamo su e nel momento di pagare ci accorgiamo che abbiamo un taglio grande di banconote (50 reais),lui ci dice che non ha resto …e noi    “e quindi che si fa?” .

 Le risposte  che mi sarei  aspettata  potevano essere: “Scendete , cambiate i soldi e aspettate un altro bus (insomma caxxi vostri), oppure “Salite sul bus ,aspettate qui di lato  e alla prossima fermata quando saliranno altre persone cercherò di cambiarli”. No?!

Non mi sarei aspettata di certo con una calma inverosimile: “Scendete, andate al Mc Donald qui davanti ,cambiate i soldi e io vi aspetto qui  ” 
Allora siamo scesi giù ma ovviamente la cassiera del Mc era probabilmente più rilassata dell’autista perché non avendo soldi anche lei in cassa è andata a cambiarli a sua volta ed è ritornata con una flemma e una lentezza invidiabile. 
Questo è durato almeno 10 minuti. 
Il bus ha ritardato la sua corsa per noi.

Ecco questa cosa mi ha decisamente riportato alla Tanzania (e il pole pole  vedi La punizione).Un episodio del genere non sarebbe mai successo in Europa.Ovviamente.

La prima mattina utile abbiamo deciso di passarla in spiaggia, esattamente nella lunghissima spiaggia di Ipanema e cercare di capire cosa avessero di tanto diverso dalle nostre.
Innanzitutto la spiaggia è lunghissima. Enorme.
Le più famose spiagge di Rio sono Ipanema e Copacabana.
Nelle spiaggie di Rio accade di tutto.














Ero letteralmente a bocca aperta.
Tanta, tantissima gente.
Chi prende il sole, chi fa sport, chi cerca di venderti qualcosa.
In pochi minuti vengo invitata all'acquisto di gamberi pronti da mangiare ,di formaggio arrostito direttamente li davanti a me, pannocchie alla griglia, diversi tipi di bevande, panini, dolci,frutta, torte e perfino hamburger vegani.
























Immaginatevi la scena. La state immaginando?
Ecco,ad un certo punto, accanto a me si avvicina una ragazza.
Si mette in costume, mette il telo sulla sabbia e come se fosse la cosa più naturale del mondo e soprattutto il luogo più adatto inizia a fare nientepocodimenoche TAI CHI.





Indubbiamente la spiaggia di Rio è un luogo unico, impossibile da perdere.
Le spiagge sono gratuite, piene di campi di calcio, beach volley, beach tennis, pateca e futevoley.
Quest’ultimo mi ha particolarmente colpita.
Si tratta di una variante del beach volley ma la palla deve essere colpita senza usare  mani e piedi. Vederli giocare è stupendo.
In generale mi ha sorpresa il fatto di quanto Rio sia una città edonistica.
Non è difficile incontrare palestre attrezzate all'aria aperta e numerose piste ciclabili.
La domenica mattina i 22 km di costa vengono chiusi al traffico e aperte al pubblico per running, skate, roller ,bike etc.
Last but not least, il surf.








Rio pare sia la capitale del surf in Brasile grazie ai suoi 40 km di costa.
Esiste anche un servizio bus chiamato chiamato SURFBUS che ti permette con circa 5 usd di recarti con la tua tavola in moltissime spiagge della città. 

Altra cosa assolutamente imperdibile è il famosissimo  Pão de Açúcar

Anche in questo caso abbiamo optato per acquistare i biglietti online per evitare le file.
Mi era stato consigliato di andare al tramonto e lo stesso consiglio a voi.
I colori ,l’atmosfera e la sensazione che vedrete da questo punto sono sensazionali.
















In netto contrasto a tutte queste meraviglie abbiamo deciso di fare un Tour delle Favelas.
Dopo varie ricerche su internet abbiamo scelto un tour  FAVELA TOUR
Il tour è stato in Portoghese ma potete anche chiedere di averlo in italiano.
E’ stata una esperienza surreale.
Abbiamo visitato prima quella di Rocinha e poi quella di Vila Canoas.
Rocinha è la più grande favela del Brasile e anche la più estesa di tutto il sud America con  70.000 abitanti dichiarati dallo stato ma pare che il numero reale arrivi al doppio.
La prima cosa scioccante di Rocinha è che per arrivarci passi prima da un quartiere abbastanza agiato.
Quindi si passa da una realtà medio-alta a una immagine di estrema povertà, il tutto a pochi metri.
E’ situata su un morro (montagna) ed è un enorme, gigantesco agglomerato di case costruite a caso.
Una immensa baraccopoli.
Ma ciò che lascia senza parole è il fatto che in una situazione di assoluto degrado si sia sviluppata una economia non indifferente sfatando così un enorme pregiudizio.
Nella mia mente le favelas erano unicamente baracche.
No. All’interno ci sono molteplici esercizi commerciali.
Dal supermercato al parrucchiere, dal meccanico ai bar ,ristoranti, scuole ,e persino banche e un sushi bar.


























Queste sono le vie principali dove si trovano la maggior parte delle attività commerciali e dove possibile passare con i mezzi pubblici e privati. Nelle stradine laterali è unicamente possibile andare a piedi.














All'interno delle favela a loro volta ci sono realtà contrastanti. La realtà della favela non è unicamente legata al narcotraffico e alla criminalità. Oltre ai negozi e le varie attività ci sono anche  spazi culturali, varie botteghe di pittori e artigiani e scuole di samba ,di teatro, televisioni e radio locali e biblioteche.
Quello che più colpisce è l’orgoglio di questa gente. Il non mollare e andare avanti.
Ho reputato sin dall'inizio doveroso visitare le favelas e devo dire che senza dubbio rimane la cosa che più mi ha scioccata a Rio. Ci sono moltissimi pregiudizi al riguardo e non dimentichiamo che molti di questi tour collaborano, finanziano e sostengono tantissime associazioni di solidarietà con i ricavati delle visite.
Il FAVELA TOUR per esempio finanzia interamente le scuole "MORANGUINHOS" e "SACI SABE TUDO", che abbiamo anche visitato.




Un altro quartiere che mi è piaciuto tantissimo è Santa Teresa.
Si può arrivare con il bondinho, un trenino  gratuito che collega questo quartiere da Lapa(la stazione è a circa 10 minuti a piedi dalla Fermata della metro Cinelandia).
Molto,molto caratteristico.






















Mi sarebbe piaciuto visitarlo magari con una bella giornata di sole in quanto quel giorno siamo stati accompagnati da una continua e intermittente pioggia con vento traverso.
Ma si sa ,in vacanza può succedere anche questo.

Consiglierei Rio?
Si,certamente. Una città coloratissima, piena di contrasti a ritmo di samba e bossa nova.
Alla prossima J










lunedì 17 ottobre 2016

(Cap 54) Stereotipi italiani sul Portogallo

Ola bom dia Pessoal!

Sono cambiate un paio di cosucce in questi ultimi mesi.
Direi tante cosucce e il tempo per scrivere è stato poco e nullo.
Ma di questo ne parleremo in un altro momento.

Quello di cui vorrei parlarvi oggi è invece un argomento che ultimamente mi diverte parecchio.
Quando parlo con italiani (che non vivono in Portogallo)o vado in Italia a trovare famiglia e amici inevitabilmente vengo sommersa da giusta e lecita curiosità di vario tipo.

Ma il denominatore comune delle domande lo si può sintetizzare in

Come si vive in Portogallo?

Solitamente replico raccontando il mio punto di vista sul paese, la mia personale esperienza o di quella di qualche amico qui. Creando una piacevole conversazione interattiva con il mio interlocutore.

Altre volte  nel momento in cui cerco di raccontare la mia esperienza mi succede che vengo invece sommersa da una serie di  Opinioni precostituite su persone o gruppi, che prescindono dalla valutazione del singolo caso ed sono frutto di antecedenti processi d’ipergeneralizzazione e ipersemplificazione, ovvero risultato di  false operazione deduttive(Treccani).
Ovvero ,quelli che comunemente vengono chiamati stereotipi.

Una serie di cliché sul Portogallo mi hanno portato alla realizzazione del fatto che in media l’italiano NON ha proprio una idea precisa sul Portogallo e ne parla con una serie infinita di stereotipi e di cose per sentito dire.

Ecco qui alcune “certezze” italiane sulla terra Portoghese e sui suoi abitanti. La maggior parte di queste persone ovviamente non hai mai visitato il paese in questione.

1)Il Portogallo è povero, poverissimo.

Si ha questa idea del Portogallo di terzo mondo. Un paese in uno stato di abbandono e degrado. Gente povera e senza lavoro.
Finchè lo dice un danese beh…posso anche capire il paragone ma quando lo sento dire da un italiano mi viene quasi da ridere.

Il Portogallo è più o meno simile all'Italia. Sono due paesi che attraversano una forte crisi economica, senza dubbio. Ma per il terzo mondo siamo decisamente lontani.
Lisbona è una città moderna e molto confortevole. Se la paragoniamo a Roma purtroppo devo dire che stravince la capitale Portoghese. Pulita, ordinata, estremo senso civico, mezzi pubblici funzionanti e di tutti i tipi(tram, metro, bus, ascensori, elevadores e traghetti di linea che collegano una parte all’altra del fiume Tago ).

2)In Portogallo si parla spagnolo?

Una mia amica tempo fa mi disse “Sono contenta di venire in Portogallo così rispolvero il mio spagnolo”.

Tante, tantissime persone ancora oggi fanno confusione sulle lingue della penisola iberica.
Il portoghese è simile allo spagnolo come l’italiano è simile al francese. Per farvi capire.

Sono lingue neo latine, ci sono moltissime somiglianze ma sono lingue totalmente differenti.
Inoltre tra portoghesi e spagnoli non corre buon sangue (non si odiano ma di certo non si amano) quindi se venite in Portogallo vi consiglio di parlare in Inglese se dovete comunicare perché state certi che anche se non bravissimi in inglese proveranno comunque a darvi una risposta (basti pensare che qui non esiste il doppiaggio dei film stranieri quindi sono abituati alla lingua inglese anche più di noi).
Ma non chiedetelo in spagnolo. Vi guarderanno maluccio e faranno finta di non sentirvi.

3)Il portoghese è identico all’italiano.

Quando sento questa frase mi viene in mente una mattina di inizi Ottobre dello scorso anno.
Ero al Centro da Saude (la nostra ASL) e cercavo di registrarmi  al servizio sanitario nazionale e di mettermi  in lista per avere un medico curante.
La tizia allo sportello presentava la stessa allegria dei nostri corrispettivi impiegati dei corrispettivi uffici italiani. E la stessa predisposizione alle lingue straniere.

Io non capivo NULLA di quello che stesse dicendo.
E lei sicuramente non faceva nulla per farsi capire.

Il problema del portoghese non è sicuramente leggerlo(indubbiamente per noi italiani è semplice)ma capirlo mentre ti parlano. O mentre si parlano.
Io per impararlo benino ci ho messo sei mesi e ancora sono lontana dal definirmi brava.
Quindi NO,il portoghese non è come l'italiano.E non è manco così facile come si pensi.

4)I portoghesi sono come gli spagnoli.
Altra somiglianze con gli altri vicini di confine.
Si tende a pensare che i portoghesi siano caciaroni come gli spagnoli (che poi pure li possiamo aprire un capitolo a parte in quanto a stereotipo come se la Spagna fosse tutta così),facciano la siesta, mangino tapas e bevano fino a notte fonda.

No. Il portoghese medio è moolto più riservato. ll portoghese medio sta sulle sue ed è molto discreto. Io mi riferisco al portoghese del sud o di Lisbona. Nelle zone settentrionali sicuramente hanno un carattere più socievole e aperto ma comunque nulla a che vedere con l’idea (come dicevamo stereotipata a sua volta )che l’italiano ha nei confronti degli spagnoli.

5)Si mangia solo Baccalà.
E’ vero l’alimento principale della cucina portoghese è spesso considerato il baccalà. Ma è ridicolo fermarsi solo a questo. Ci sono tantissime varietà di pesce e di carne cucinate in tantissimi modi.
Non lo avrei detto ma la cucina portoghese dopo quella italiana a mio avviso è la migliore in Europa. Mi riferisco anche e soprattutto ai prodotti base di qualità come l’olio di oliva, pomodori, formaggi ,carni,pesce,vino. 
Insomma i tipici sapori mediterranei .Avevo anche scritto un post al riguardo. Potete vedere qui. (Cap 53)Che se magna in Portogallo?

6) I portoghesi sono persone tirchie.

“Non fare il portoghese..”
Quante volte abbiamo sentito questa battuta riferito a una persona che non vuole pagare?
In effetti questa pare essere una cosa del tutto infondata.

Ne avevo parlato anche qui.(Cap 36)It's a final countdown

Questo modo di dire risale al ‘700 quando il Re del Portogallo inaugurò a Roma uno spettacolo  teatrale il cui ingresso era gratuito ai cittadini portoghesi residenti a Roma, ma pare che alcuni romani si finsero portoghesi per evitare di pagare l’ingresso…quindi in realtà l’idea che abbiamo su questo modo di dire è un po’ distorta in quanto a non voler pagare erano proprio i romani.

Questi sono alcuni dei divertenti commenti degli italiani sul Portogallo.Come credo già sapete mi diverte spesso sentire i punti di vista della gente. 
Quelli sulla Tanzania erano favolosi(morirai di malaria o peggio ancora morirai di fame).
Mi permette di riflettere sulle cose e poi analizzarle a modo mio.
Generalizzando posso dire che l’Italiano è sempre un po’ saputello e ne ha una per tutti.
Gli piace sapere che c’è sempre qualcuno che sta peggio di lui e la cosa lo conforta parecchio.
Questo però in effetti fa parte di quelli che sono gli stereotipi degli italiani all’estero…
Ma di questo ne parliamo la prossima volta.

Adeus :)









domenica 14 febbraio 2016

(Cap 53) Che se magna in Portogallo ?


Uno dei post più letti per eccellenza sul mio blog ,ancora oggi a distanza di quasi due anni è "Che se magna in Tanzania?"

Un post che scrissi così ,senza grandi aspettative che però in realtà fu il primo ad impennare i numeri dei lettori.

Beh allora ci riproviamo. In versione portoghese,stavolta.
Dunque…
Da dove potrei iniziare…

C’è talmente tanto  da dire che il problema è semmai cercare di sintetizzarlo, perché a differenza della cucina tanzana ,decisamente ristretta, la cucina portoghese ha una incredibile varietà di piatti e di particolarità.

Brevemente potrei dire che la cucina portoghese è molto ricca, semplice, per certi aspetti salutare, genuina e molto molto “tasty” (buona).

Con tutta onestà vi dico che, oltre confine, è molto probabilmente la cucina migliore che io abbia mai provato in Europa.

Complici i sapori , mediterranei come i nostri ,influenzati  anche da odori e spezie  provenienti dal Nord Africa e dal mondo Arabo.

Mangiar fuori è molto conveniente. Non è raro trovare delle tascas, che non sono altro che delle semplici osterie molto, molto semplici e in genere a conduzione familiare dove puoi trovare a prezzi molto molto contenuti (dai 4 agli 8 euro) dei pasti completi  con contorni vari (in genere riso ,verdura o patate).




L’alimento che indubbiamente mi ha lasciata di sasso è stato l’ Olio di Oliva (azeite).
Non sapevo minimamente che il Portogallo fosse tra i primi produttori di Olio mondiale.
E non sapevo che l’olio di oliva fosse quasi al pari del nostro a livello di qualità.
Ottimo.



O Il vino(vinho)
Il Portogallo pare essere all’11° posto tra i paesi produttori al mondo.
Vinho tintos (vini rossi),brancos(bianchi),roseè(rosati) e l’originale vinho verde (vino verde).
Tra i migliori vi segnalo il Moscato di Setubal ,il Porto (con le sue numerose varianti Ruby,Tawny,Colheita,LBV e Vintage),Touriga Nacional ,Baga,Tinta Roriz,Alvarinho,Loureiro.





E anche i formaggi(Queijos)
Di latte di capra ,di pecora o di mucca.
Servito solitamente come antipasto nei ristoranti,  se ne trova una quantità infinità di diversa qualità.
L’eccellenza è  il Queijo de Estrela Dop.





I pasti principali portoghesi sono Colazione (Pequeno Almoço),Pranzo (almoço) e cena (jantar).

Esattamente come da noi, anche come orari.
I piatti cambiano molto da regione in regione e sono tantissimi, è stato difficile cercare di sintetizzarli in un unico post.
Ho cercato di creare una lista che a mio parere rappresenti  il TOP del Top, ovvero quello che non dovete assolutamente perdere se venite qui.

Iniziamo con il Pesce (peixe)

Bacalhau (Baccala’)
La leggenda narra che ci siano 365 ricette per cucinare il baccala’ una per ogni giorno dell’anno.
E secondo me non è manco una leggenda.
Lo cucinano in davvero tantissimi modi ,dai più semplici ai più elaborati.
Bacalhau a Braz (secondo me uno dei più apprezzati) a base di baccala’ uova, cipolle e patate.



Bacalahu com Nata con aggiunta di besciamella






Bacalahu assado( baccala arrostito)



Da non perdere assolutamente sono i Pastèis de Bacalhau.




Oppure le Sardinhas assadas decisamente più grandi delle nostre e molto, molto saporite.





Ma anche Polvo à Lagareiro (Polipo con patate e cipolle)





Choco frito(calamaro fritto)




Caldeirada de peixe (zuppa di pesce)







Ma anche Dourada no forno (Orata al forno),Lulas recheadas (seppioline ripiene),Ameijoas à bulhau Pato (zuppa di vongole).








Andando verso la carne secondo me i MUST sono:

-Arroz de Pato (risotto all’anatra)




-Cozido à Portuguesa ,uno dei piatti tradizionali a base di pollo, maiale ,manzo ,salsicce e sanguinaccio.
Per stomaci forti.Senza dubbio.





Se il Cozido a Portuguesa è per stomaci forti questo  piatto a seguire è per stomaci MOLTO,MOLTO forti.

-Francesinha , difficile spiegare cosa sia una Francesinha. Forse è più facile dire cosa NON c’è.
Di base è un panino con ripeno di Salame, vitello, chouriço e wurstel ,formaggio fuso uovo fritto e patatine fritte affogato il tutto in una salsa alla birra.
Ne avevo anche parlato nel Post dedicato a Porto, essendo una specialità tipica di questa città.




-Carne di Porco Alentejana
Piatto tipico appunto dell’Alentejo,al sud del Portogallo.
Uno spezzatino di maiale e vongole. Apparentemente un accostamento insolito, in realtà è uno dei piatti più apprezzati e non sono dai portoghesi.


-Tripas a moda do Porto .
Trippa. Con Fagioli bianchi.



-Alheira
Salsiccia di manzo





-Bifana.
Panino con fettina di maiale panata. Ottima per un pranzo veloce.




Ultime ma non meno importanti sono le zuppe(sopas)
Le zuppe portoghesi sono tantissime e davvero buonissime.
Io da grande amante di zuppe penso di averle assaggiate quasi tutte, in quanto in genere rappresentano il mio pranzo nella mia pausa pranzo.

-Caldo Verde
La più famosa. Zuppa a base di cavolo, patate e cipolla e uno, due fettine di chouriço.




-Canja de Galinha
Non è semplicemente un brodo di pollo, ma una saporitissima zuppa a base di gallina, carote, cipolla, chiodi di garofano delle volte la trovate anche con del riso. 




-Sopa de Abòbora
Zuppa di Zucca, porri, pomodori e carote

-Sopa de grao de bico
Zuppa di ceci, patate, cipolla e carote e carne di manzo o (pollo)

-Sopa de Ervilhas
Una zuppa di piselli, cipolle ,carote e patate


-Sopa de Agriao
Crescione,carote e patate,zucchine 

E molte molte altre ancora in numerosissime varianti.

In genere può ritenersi completo un pasto con sopa e una empanada



Le Empanadas  sono semplicemente dei fagottini di pasta con ripieno di pollo, manzo o verdure.

Direi che in questo post non c’è più spazio per i dolci.
Ne parleremo la prossima volta!

Atè a proxima !






















giovedì 14 gennaio 2016

(Cap 52) Limitless

Ricevo spesso dei messaggi privati sul trasferimento all’estero.

Persone che hanno letto il Blog.
Ma davvero tanti, tantissimi. E non sempre trovo il tempo di rispondere a tutti.

Chi mi chiede consigli, suggerimenti  o semplicemente aiuto per fare il grande passo.
Mi chiedono come abbia fatto io. Mi chiedono come sia possibile farlo.

Beh…per me è stato piuttosto  facile, per certi versi. Una volta chiusa l’azienda italiana per la quale io e il mio compagno lavoravamo , abbiamo fatto le valigie e siamo andati via.
 E in due è indubbiamente più semplice.

Ormai io e lui abbiamo creato una sorta di “teamwork” quando si tratta di trasferimenti.
Uno si dedica a una cosa e l’altro a un’altra. Che può essere dalla cosa più facile (ma non troppo) come cercare ed affittare casa a quelle più complicate, tipo registrarsi al Centro da Saùde (la nostra USL) o aprire un conto corrente.
Tutte cose apparentemente facili che però quando sei in un  paese straniero in cui si parla una lingua che non conosci assolutamente ,diventano un tantino più impegnative.

E indubbiamente sono andata oltre quelli che erano i miei LIMITI o perlomeno quelli che pensavo fossero i miei limiti.

Ed ecco qui che arrivo al punto della mia riflessione.

I LIMITI ,appunto.

Sono cresciuta ,come molte persone, pensando di averne tanti.
“Non ce la farò mai”
“Impossibile”
“Non ne ho le capacità”
Io personalmente sono un animo semi-distruttivo.
Capace di essere la migliore ma allo stesso tempo la migliore nemica di me stessa.
Questa sorta di dualismo accompagna da sempre la mia vita e con il tempo  e gli anni sto semplicemente giocando a sviluppare e ad andare oltre queste mie barriere ,cercando, dopo ogni inevitabile fallimento, di rimettermi sempre  in gioco e di rialzarmi senza troppi dolori.
Si è anche vero che mi sono sempre piaciute le sfide.
Questo forse ha giocato un ruolo a favore dei miei di limiti.

Ad esempio.
Se mi avessero detto all’ eta di 16 anni che mi sarei trasferita in Tanzania e poi in Portogallo non credo che ci avrei mai creduto.
 Figurati. 

Ma non perché vivere all’estero non mi interessasse (anzi era in cima alle cose che avrei voluto fare “da grande”)ma perché pensavo di non averne le capacità.

A quell'età avevo parecchi limiti per esempio.  
Il primo banale che mi viene in mente.
Mi ricordo quando cercavo di studiare Letteratura Inglese e mi preparavo l’interrogazione.
“Non ce la farò mai ad esprimermi come la mia professoressa”
“Non ce la farò mai a fare un discorso così lungo in inglese”
Beh... 15 anni più tardi l’inglese lo usavo quotidianamente per fare meeting a lavoro ed era la lingua principale con cui mi esprimevo nel mondo lavorativo e non solo.
Chi avrebbe mai potuto dirlo?

Questo banale esempio ma anche molti altri mi hanno portato a considerare quanto io fossi “limitata” nel senso buono del termine.

Conosco anche tantissima gente piena di limiti ,di costrizioni o di barriere di tutti i tipi.
Persone davvero valide , che per paura o per incapacità di andare oltre si fermano e rimangono li su se stessi ,nel loro habitat sicuro e privo di pericoli.
Molta gente non viaggia per paura dell’aereo, molta gente si accontenta del lavoro che ha per non rischiare ,molta gente si fa fondamentalmente delle pippe che non ci sono.
Con questo non voglio dire certo di esagerare, bisogna accompagnare tutto ,come sempre, da un minimo di buonsenso e di coscienza.
E’ questo quello che consiglio. Un piccolo percorso interiore fatto di analisi e introspezione (che belle parole eh)  cercando  prima di tutto di capire dove si vuole arrivare ma anche andando oltre le proprie capacità costruendo pian piano un proprio percorso, non necessariamente perfetto.
Perché in fondo la perfezione è pure noiosa,no?


Ognuno prende i limiti del suo campo visivo per i confini del mondo.”
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851