Un altro aspetto che
vorrei farvi conoscere è la moda.
La moda??!!! Direte
voi.
Nessuno si immagina che in Tanzania ci sia una moda. E
tantomeno lo immaginavo io.
Ma invece è così.
Le ragazze tanzane hanno una passione per la moda che
nessuno si aspetta.
Parliamo dell’abbigliamento.
Indubbiamente sono attratte dalla moda occidentale . Tutto
quello che è occidentale per loro è il top del top.
I negozi di abbigliamento tanzaniani sono pieni di roba pseudo-cinese
importata da Hong Kong ,dagli Emirati Arabi o dal Vietnam.
Personalmente la proprietaria del negozio si reca in queste
città,carica i bagagli all’inverosimile e porta la merce a Dar per venderla al
suo negozio. E la merce va letteralmente a ruba.
Per quanto riguarda le taglie... ti accontenti. Se trovi la
tua bene altrimenti le porti dal sarto e te le fai adeguare. Oppure le metti di
una taglia diversa.
Importano di tutto dai vestiti ai cappelli,dalle borse alle
scarpe. Purché sia alla moda.
Lo scorso anno ho visto delle ragazze indossare i famosi
stivali “ugg” pur non essendoci (ovviamente)nessuna necessità trattandosi di
stivali tipicamente invernali.
Ma la moda è moda e sappiamo quante sciocchezze
può portarci a fare (vedi gli anni 80 e i capelli cotonati).
Oltre a seguire la moda occidentale,a loro piace tantissimo
utilizzare le loro stoffe. E qui arriviamo al pezzo forte.
Le loro stoffe sono molto belle e molto originali. Le
indossano tutti. Grandi e piccoli. Spesso anche gli uomini.
E’ facilissimo, vai al mercato scegli la stoffa e poi chiedi
a un sarto di fartelo fare su misura.
Non è costoso come in Italia, un vestito su misura può
costarti al massimo 20-30 euro.
La mia amica Rose mi ha gentilmente fornito le sue foto così
da poterverle mostrare.
Come vedete Rose ,che rappresenta in pieno la tipica ragazza
alla moda tanzaniana di cui parlavo prima,sfoggia ogni volta pettinature
diverse.
E qui volevo arrivare.
Inizialmente mi capitava di incontrare una ragazza e di
presentarmi “Nice to meet you, I am Valentina”
La stessa ragazza poi la rincontravo dopo settimane e io
ancora “Nice to meet you, I am Valentina” e magari questa mi guardava un po’ male.
Semplicemente non le riconoscevo per via delle loro
acconciature.
Che cambiano ogni settimana.
Ogni settimana (o a volte anche di più) loro cambiano
completamente look e fatichi davvero a riconoscerle.
Un giorno le vedo in Braids (treccine) il giorno dopo ricci
stile afro e un altro giorno con i capelli lisci.
Secondo me lo fanno per far rincoglionire gli expats.
I costi delle acconciature variano in base al lavoro
impiegato. E in base al tipo di parrucca o posticcio che viene applicato. Varia
dai 20.000 scellini (10 euro) a 100.000 scellini (50 euro).
Per un attimo avevo pensato di fare anche io le
treccine,pensavo che fosse il posto più adatto per farle.
Figo ,no?
Ma poi ho visto un giorno Rose dolorante e ho pensato che
vado bene anche senza treccine.
Sono dolorose i primi due giorni … ma in genere il dolore è
sopportabile.
In genere.
A Rose un giorno le avevano fatto delle treccine talmente
tirate da non poter riuscire a dormire e solo con qualche antidolorifico ildolore si era placato.
Il motto “Se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire” è stato secondo me inventato in Tanzania.
Una sofferenza letterale.
Altro che ceretta.
Poi …le unghie.Nail art.
I saloni di bellezza propongono delle unghie finte
esattamente come in Italia.
Sono gusti, si sa. Ma se in Italia ho visto delle unghie
esagerate in Tanzania ho visto delle cose che mi si è bloccato il respiro.
Eh daje con unghie di 10 cm maculate… na’ chiccheria.
Ma anche questa è moda e va accettata (anche se io ancora un
po’ fatico).
Per il resto è come da noi,con un tocco di
esagerazione per certi versi.
L’abbigliamento rappresenta lo status sociale e va sfoggiato
al massimo.
Questo aspetto è particolarmente in evidenza ai matrimoni
tanzaniani, un vero e proprio evento sociale che non e' altro che un modo per sfoggiare ricchezze e averi
(quindi come in Italia o anche peggio).
Ma il matrimonio tanzaniano merita un post a parte perché è
proprio un evento mondano senza prececenti.
Un po’ come la notte degli Oscar.
E penso pure di essere riduttiva…