venerdì 7 febbraio 2014

My life in Tanzanìa (Capitolo 9)-Il primo bajaj non si scorda mai-

Bienvenue.

O forse sarebbe meglio inziare a dire Karibu o Karibuni?
Karibu (o karibuni al plurale) è “Benvenuto” in kiswahili (o meglio conosciuto come swahili).
Lingua bantu diffusa in Africa orientale, centrale e meridionale, lo swahili è  lingua nazionale  in  Tanzania e  Kenya ma diffusa anche in Uganda, Burundi, Malawi, Mozambico, Ruanda, Zaire e Zambia.
Sicuramente una delle prime curiosità era proprio questa nuova,stranissima,lingua.
Poco male, pensavo .Tanto tutti parlano in inglese. Avrò modo di impararlo in un secondo  tempo.

Sbagliato.

Sbagliato perché ,è vero che l’Inglese è una lingua molto utilizzata in Tanzania. Molta, moltissima gente lo parla. E lo parla anche bene .Alcuni si definiscono pure Native  English,essendo la Tanzania parte del Commonwealth.

Ma lo parla la gente che ha un’istruzione scolastica, aiutata dal fatto che già dall’ high school  (il nostro liceo) le lezioni si tengano  in  lingua Inglese.
Almeno da questo punto di vista sono avanti a noi.
Quindi per  tutto il resto della popolazione(vi assicuro tanta) l’inglese è stentato,basic.
Così  iniziai sin da subito ad avere la necessita di imparare almeno l’essenziale per  poter comunicare.
Il mio primo a giorno a Dar es Salaam mi sembrava di essere sotto effetto di stupefacenti.
Sia per l’essere ancora sotto effetto non-ho-chiuso-occhio-e-sto-rinco-dal-viaggio e sia perché qualsiasi cosa vedessi, sentissi mi lasciava a bocca aperta.
LUI tornò a casa.
Decidemmo di uscire subito per  fare un giro.

Ecco, punto primo.
Non è che tu  a Dar es Salaam dici “…vado a fare una passeggiata…”.
Questa è una cosa che non si fa. 
Non se po’ proprio fa.
Semplicemente  perchè non ci sono marciapiedi.
Semplicemente perché il pedone  non  è previsto.
Puoi camminare si, lateralmente ,sulle  strade. Ma devi stare attento a:
a)non cadere nelle fogne. Che sono li, aperte  e aspettano solo te.
b)che una macchina, proprio in quel momento ,non debba effettuare un sorpasso perché in quel caso sei tu che devi stare attento ad evitare che ti metta sotto.
Superate  e comprese queste prime difficoltà…beh.
Si
Puoi fare una passeggiata.

Il primo pomeriggio andammo a fare la spesa.
E presi per la prima volta un mezzo che divenne, successivamente, molto comune e quasi, direi per me ,familiare.
Il BAJAJ.
O Tuk tuk per gli indiani.
Per  farvi capire meglio immaginate il Bajaj come la nostra Ape (o  lapa come si dice dalle mie parti).

Il bajaj è questo qui







Il Bajaj (leggi bagiagi) è uno dei mezzi di trasporto di Dar es Salaam ed è di origine indiana .
E’ come un taxi, ne' più, ne' meno.
 Li trovi sempre,li, in giro per la città. Fai un cenno con la mano e loro si avvicinano.
Meno caro e più veloce di un taxi (si intrufola tra le macchine quasi come uno scooter) ed è decisamente più confortevole dei bus cittadini chiamati DALLA-DALLA(che meritano un racconto a se, quindi ne parleremo più avanti).
Visto e considerato che non avevamo realmente idea di quanto saremmo rimasti a Dar decidemmo di non comprare/affittare mezzi di trasporto ma ,almeno per il primo periodo,avremmo usato il bajaj per spostarci da una parte all'altra.
Prendere un bajaj è un’esperienza che non si può raccontare, bisogna viverla in prima persona.
Iniziamo con il driver
L’autista del bajaj.
Può avere qualsiasi età. Dai, credo, 18 anni(una volta gli ho chiesto il documento perché mi sembrava andasse alle scuole medie) ai 50-60 anni.
Il bajaj driver è quasi sempre tanzaniano e il suo inglese è un mistero.
Nel senso che ti rendi conto del suo livello di inglese quando ci sei  su, quindi ormai troppo  tardi per poter tornare indietro.
Ti può capitare, per esempio,che tu fermi un Bajaj per strada, e tu chieda di andare in un determinato posto.E,ad esempio,tu debba essere li tra 15-20 minuti.E vuoi sapere quanto costi la corsa.
Lui ti guarda e ti risponde YES.
In questo caso lui non ha capito un cazzo e per gentilezza ti ha detto si.
Succede.

Poi ,almeno all’inizio,devi contrattare.
Mica lui ti dice il prezzo e tu vai. No.
Stiamo li 5-10 minuti a dare numeri,nel vero senso della parola.
E diventa pure divertente,delle volte.Dipende dal tempo che hai a disposizione.
Altre volte,invece,ti senti un’idiota perché ti accorgi che la tua negotiation era di circa 0,80 centesimi di Euro.
Avere almeno un’idea di dove si stia andando è consigliabile ,in quanto spesso le strade non le sa neanche lui.Delle volte allunga i percorsi per essere pagato di più.
Spesso è convinto di avere doti soprannaturali. Pensa di poter passare attraverso le altre auto.
Non si rassegna. La fila non la fa. Lui non ha un’auto. Ha un bajaj. Che fa scherziamo.
Neanche a dirlo i primi giorni ti sembra un matto.
Poi ti pare normalissimo e anzi, diventi peggio di lui.
Gli suggerisci pure dove intrufolarsi per fare le short cut (le scorciatoie)e  lo aiuti a guardare se c’è una macchina che va contromano così può superare tutti.
Ma a questo ci arrivai con il tempo.
Andando per ordine cronologico, dicevo che il primo pomeriggio quindi prendemmo un bajaj e andammo a fare la spesa.
E andammo in un CENTRO COMMERCIALE vicino casa.

Andammo al famoso Shopper’s Plaza.

Continua………





Nessun commento :

Posta un commento