Spesso mi viene chiesto “Ti manca la Tanzania?”
A quasi un anno dal rientro definitivo in Europa inizio a vedere quel periodo leggermente sfocato
e una sensazione stranissima mi invade al ricordo di quelle immagini e di quei momenti.
Se qualcuno mi avesse detto, prima della partenza in
Tanzania, in quel famoso periodo in cui avevo mille dubbi, paure e incertezze quanto sarebbe stato difficile invece ritornare
in Europa e riabituarsi a vivere qui gli avrei dato indiscutibilmente del
pazzo.
Questo non era proprio
nei mie piani. Questo pensiero non mi aveva minimante sfiorato il cervello. Del
resto in Europa ci sono nata. Perché non sarei dovuta esser felice?
Non avrei mai creduto che sarebbe stato così difficile e anche così noioso.
Si purtroppo anche noioso.
L’adrenalina che io provavo in Tanzania non esiste in
Europa. O almeno ,Io non la provo.
Io provavo adrenalina pure per andare a fare la spesa. O
ogni mattina per andare a lavoro.
Quelle strade in Bajaj
,specialmente durante la stagione delle piogge, erano al pari di Gardaland o di
un qualsiasi altro parco giochi.
Era tutto nuovo, tutto
era una scoperta e una continua avventura con un margine di rischio in certi
casi.
Per quanto io abbia cercato di spiegarlo anche attraverso il
blog devo dire che le mie descrizioni
sono comunque riduttive. Fidatevi.
E chi ha vissuto li con me sa di cosa sto parlando.
Comunque ritornando alla domanda inziale la risposta è Si.
Mi manca
terribilmente.
Mi mancano le persone conosciute, mi manca la mia routine,
mi mancano pure gli assurdi e kitsch matrimoni tanzani in Hotel. Mi manca l’estate
tutto l’anno. Mi mancano le ananas e i
manghi più buoni del mondo. Mi manca fare un safari. Mi manca l’isoletta di Bongoyo
dove mangiavo aragoste con le mani e dove bevevo la tangawizi. Mi manca la semplicità della vita vissuta li. Mi mancano
le risate per ogni singola stranezza .Mi manca la semplicità della gente e la
loro spensieratezza. Mi manca conoscere expat di ogni tipo e farmi raccontare
le loro vite assurde e straordinarie.
Mi manca vivere li.
Li era una vita fondamentalmente lenta. Molto lenta. Ogni singola
cosa veniva fatta con lentezza.E forse assaporavo meglio tutto.
Pole pole ero diventata pure io. Semplicemente ti adegui e ti
mimetizzi alla società in cui vivi.
In maniera paradossale il rientro in Europa e ricominciare
una vita qui è stato più traumatizzante
del trasferirmi in East Africa.
Lisbona è bella. Bellissima. Una città meravigliosa e
davvero unica per certi aspetti. Ma lo è in vacanza.
Vivere a Lisbona è più o meno come vivere in Italia. Un
governo allo sbando e tre quarti della popolazione in cerca di lavoro. Lo
stipendio medio è di 700-800 euro.
In compenso la città è molto vivibile e organizzata.
In Italia invece manco quello. Le strade di Roma Capitale sono in uno stato primitivo. La città ha
un sistema di trasporti primitivo. La
gente è nervosa e lo dimostra in tutte le occasioni possibili. In macchina, nel
negozio o sull’autobus. Il nervosismo
genera maleducazione .E potrei continuare la descrizione ancora un po’.
Ma con ciò non voglio dire che sto malissimo e che la vita
qui è terribile.
Ovviamente no.
Ho trovato la mia
dimensione e cerco di trovare il lato positivo delle cose.
Ma semplicemente non è come vivere li. Un abisso. E’
impossibile negarlo.
E la cosa assurda che a dirlo adesso è anche LUI che non era
mai stato molto positivo riguardo laTanzania.
Anche lui ammette che in effetti li era tutta un'altra storia.
Forse sto
idealizzando .Come spesso accade si idealizza qualcosa che poi noi corrisponde perfettamente
alla realtà.
Del resto provando a riflettere in maniera obiettiva e
oggettiva non posso non ammettere che ,per
quanto bello sia stato, anche li ci sono stati momenti pesanti e duri.
Per quanto cercassi di non pensarci e di non angosciarmi al
problema in realtà quando sentivo che a qualcuno avesse preso la malaria
o la dengue le allegrie passavano rapidamente.
Il sistema immunitario dei tanzani è decisamente differente
dal nostro, sono indubbiamente più forti fisicamente ,quando invece era un expat a prendere qualcosa di
simile non era mai una cosa carina. Per nulla. Ho visto persone stare male
seriamente e in alcuni casi anche a rischio di vita.
Un’altra cosa che mi pesava tanto era essere molto limitata
negli spostamenti.
In Europa a qualsiasi ora della notte posso muovermi in
maniera autonoma. E in centro puoi camminare in maniera più o meno sicura.
In Tanzania dopo il tramonto spostarsi da soli poteva essere
rischioso, sebbene non mi sia mai personalmente successo nulla dovevi comunque
stare attento anche perché le strade non erano assolutamente illuminate.
Ad ogni modo sono esperienze che innegabilmente mi hanno cambiata.
Indubbiamente questa esperienza mi ha anche dato un briciolo
di sicurezza in più in me stessa. E per certi versi mi hanno aiutato anche a
capire quali sono i miei limiti.
Delle volte nei miei pensieri più assurdi penso che un
giorno tornerò di nuovo li, con un biglietto solo andata e riprendo la mia vita
li così come l’ho lasciata.
Mi piace pensarlo e mi fa star bene l’idea. Anche se rimane
solo nella mia immaginazione.
Vi inserisco il video del mio ultimo pomeriggio a Dar, un
percorso che ho fatto per circa 12 mesi ogni giorno, più o meno alla stessa
ora.
Alla prossima :)