mercoledì 22 gennaio 2014

My life in Tanzania(Capitolo 4) -Londoner...per un pò-

Here we are.


Siamo a numero 4.
In questo post ci sono delle sostanziali differenze, rispetto agli ultimi tre.

Primo su tutti,e' il fatto che il blog e' stato letto.

E' stato letto in Italia,Stati Uniti,Germania,Spagna,Francia,Regno Unito,Guadalupe,Turchia,Tanzania, Indonesia,Canada e Malta.
E' fantastica la possibilita' di vedere da dove provengono i lettori.
Pensa tu.
Poi ci sono pure i numeri.E sono al momento 566 visualizzazioni ,in totale.

Un numero che non avrei immaginato,o perlomeno non in cosi' poco tempo.
I primi giorni,le visualizzazioni, sono state costanti,si andava gradualmente ma senza eccessi.
Da ieri in poi il numero dei  lettori è esploso.BOOM.
E so anche perche'.

Facebook.

Si lo so,non volevo.Lo avevo detto nel secondo post ,ma,dopo la prima condivisione e' stato ri-condiviso da un altro e così a seguire.E allora sia.Condividiamo tutto.
La potente macchina dei social network.
E pensare che io Facebook l' ho conosciuto nel 2007 ,quando ,una mia amica olandese(eravamo in Spagna) mi chiese di mandarle le foto.E di farlo via Facebook.
"É che e'?"  le chiesi.
"E' piu comodo e piu' veloce di Msn (ai tempi si usava quello),e puoi condividere molto piu' foto contemporaneamente" disse la mia amica.

Vabbe'.Diamo fiducia all'olandese.
E cosi' feci,misi queste foto su questa faccia-di-libro e il resto lo conosciamo gia'.
Qualcuno lo ama altri lo odiano profondamente.Innegabilmente,ha cambiato le nostre vite.
Ora non esageriamo,dai.Pero' delle volte è utile.
Io sono una via di mezzo.
Adesso ,specialmente che vivo all' estero, fa parte della mia quotidianita' ,sicuramente molto piu' di prima.
Basta ,come tutte le cose, trovare un certo equilibrio e come sempre ricordarsi la buona educazione(eh si,la scuola di bon-ton è pure sui Social).
Mi piace condividere le foto.Specialmente da quando sono qui in Tanzania
.E' come se facessi vedere un po' di questa terra anche agli altri.
E' una "condivisione" in senso stretto.
Comunque sia adesso il blog inevitabilmente sara' piu' letto.

Dopo questa premessa vorrei continuare la mia storia.
Dunque...ero a Londra.
E non vi ho parlato della casa in se.
Che merita di essere raccontata.
Ci accolgono bene le 5 flatemates ma,ci dicono,che ci sono delle RULES(regole)

1-No shoes
 Le scarpe si lasciano nell'anticamera.
Pure giusto ma, la casa non è che fosse proprio  uno specchio,anzi.
E c'era la moquette che,si sa,è famosa per non essere proprio  il massimo della pulizia.
Quindi non capivamo perfettamente questa regola così rigida.

Ma le regole sono regole. 
OK


2-No pork.

 Tutte le abitanti della casa erano muslim,quindi non mangiano    maiale,motivo della richiesta.
 Ma,evidentemente,non piace neanche che lo mangiassero le altre  coinquiline.
 Ho capito.Per un mese niente prosciutto.
OK


3-No alchool.
 Ok,non faccio parte degli alcolisti anonimi.No.
Ma che  una birretta la sera o meglio ancora un bel bicchiere di vino a cena potesse costituire un peccato capitale era assurdo.
OK, messaggio ricevuto.

4-No men

 Ecco .Ora stiamo dando i numeri.

 Cioe' che te fanno?

 Nel senso,siamo in un epoca in cui maschi si devono quasi  rincorrere per strada perche' altrimenti ti sfuggono e tu che fai?Li cacci?!O per esempio la parola AMICO ti  dice  qualcosa?
 Che ti fa?!
 Mica  cammina per casa nudo.O tenta di  violentare ogni  essere  di  sesso femminile che gli passa davanti.Sta li,buono,magari  parla  pure.E può fare anche ridere.No.
 Niente testosterone in giro per casa.
 Se ti va al massimo  ti  accompagna alla porta di casa e dopo vi  chiamate su skype.C'est  tout.

Chiaramente,accettammo queste regole perchè dovevamo soggiornare in quella casa per un breve periodo.E inoltre saremmo state più fuori che dentro casa.

Ma chiaramente la cosa ci incuriosiva.
Anche perchè la tipa,la padrona di casa(la landlady)non è che mi sembrasse proprio Suor Celestina.
Era una tipa che sapeva il fatto suo.
Tacco 12 e biondo platino.

Comunque,dicevo che il lunedì successivo iniziammo la scuola.
Partiamo dal fatto che dire "iniziammo la scuola"a 29 anni è una cosa che non si può sentire.No.
Per fortuna nella mia classe c'erano anche tanti ragazzi della mia età e qualcuno pure più grande.
Non erano tutti teenagers.Grazie a Dio.
Sono finita in una classe Advanced per le prime 3 ore e poi le successive 3 in una Silver Class ,come la chiamavano loro,una specie di upper intermediate.Due classi,due insegnanti.

Ovviamente volevo approfittarne del mio soggiorno per fare un corso superintensivo(il mio lato masochista)
Però al primo giorno scoprii che forse era pure troppo.

6 ore al giorno di lezioni in inglese.Non avevo più il ritmo.Ci ho messo un pò per abituarmi e cercare di stare concentrata per 6 ore con soli 15 minuti di pausa tra una lezione e un'altra (In cui dovevo pure cambiare edificio).

Nonostante ciò ebbi la fortuna di avere però una insegnante fantastica.
Miss Noble.
Un insegnante davvero alternativa,sia perchè aveva un tatuaggio e pearcing.
Che già di per se non mi era mai capitato.
E poi era una tipa assurda.Sulla quarantina.Tra una pausa e l'altra ci aveva raccontato che lei era sempre stata in giro per il mondo,facendo delle volte quello che le capitava.
Alcuni periodi faceva l'insegnante altri,invece,la commessa,la volontaria ecc.
Raccontava cose assurde,periodi vissuti in Thailandia,in Cina,in Giappone,in Australia.Una persona che staresti ad ascoltare per ore,insomma.
Chiaramente,le sue parole,proprio in quel momento mi sbalordivano.Se lo aveva fatto lei,in fondo potevo farlo anche io.
Forse.
Un giorno,parlando in classe uscì proprio il discorso della "Tanzania" e volle sapere tutta la storia.

Lei mi guardò sorpresa.E mi disse che forse non stavo ancora realizzando la fortuna che mi era capitata.
"Avrai la possibilità di vivere in Tanzania,in Africa,un posto straordinario,di conoscere una cultura completamente diversa dalla tua,di imparare una nuova lingua,di conoscere nuove persone.Molte persone,nella vita,non hanno queste opportunità.Sei molto fortunata"
Ancora non l'avevo interpretata come una fortuna.

Era quello che volevo sentire.
Quelle parole,dette da una persona,che la vita l'aveva vissuta davvero al massimo,iniziarono a darmi la carica che cercavo.

Forse non era così male andare a vivere in Tanzania, forse  ero , come diceva Miss Noble, davvero fortunata.
Avevo però una fifa assurda di non  trovare lavoro.

Tra le varie notizie che cercavo di reperire sul web era appunto la situazione lavorativa in Tanzania,specialmente per gli expats.
Una delle cose che sicuramente mi confortava è che in Tanzania si parlasse in Inglese.
Che non è una cosa da poco.

Potrò sin da subito comunicare con le persone.
Magari imparo anche lo SWAHILI.

Ora non esageriamo.

Le mie giornate a Londra erano più o meno le stesse.Sveglia presto.Uscire di casa,prendere la metro all'orario di punta,dove praticamente sei "abbracciato"alla persona accanto,che magari la sera prima ha avuto una cena a base di aglio.Quei 20 minuti in metro erano delle volte massacranti.Altre invece avevi anche modo di aprire il Metro (quotidiano gratuito che distribuiscono all'ingresso delle metro).

Ore 16 tornavo a casa,studiavo,andavo a correre.
Weekend libero sfogo.
Mentre in passato,Londra,era stata spesso quasi terapeutica stavolta invece lo era un pò meno.I miei pensieri,ora,erano diversi.Per quanto cercassi di distrarmi e concentrami su altro, stavolta mi era davvero difficile.
Pensavo e ripensavo a quanto la mia vita sarebbe stata stravolta nei mesi a seguire.Oltre a dovermi trasferire  avremmo lasciato anche casa nostra.
Non aveva più senso tenere una casa a Catania.Dato che quando sarei rientrata ,per vacanza, sarei andata a stare dai miei.

Casa mia.Casa nostra.

Da quando andai via ,da casa dei miei a 21 anni ,avrò cambiato circa 4 case.In pochi anni.
Con i miei,da piccola ,ho cambiato altrettante case.

Non mi spaventano i traslochi.Ne ho fatti tanti.
E' che stavolta la mia casa mi piaceva tanto.
Era diversa dalle altre.
Ma adesso avrei dovuto lasciarla.Magari non subito, pensavamo di aspettare ancora un pò.
Magari nel frattempo l'azienda riapre e torniamo a lavoro.
Si parlava infatti di riapertura.E' questa incertezza ,o meglio dire,questa mezza certezza faceva si che fossimo di conseguenza incerti noi sul da farsi.

Lui,in quelle settimane,non era Catania,ma a Roma.Eh si,non ho detto che lui è romano de Roma.Daa Capitale.
A Roma ha la famiglia che ,chiaramente,va a trovare ogni tanto.
Visto che io ero a Londra lui era andato a trovare i suoi ,aspettando questa famosa chiamata per il trasferimento a Dar.Che doveva essere imminente.

Avevamo deciso che,in un primo momento sarebbe andato lui e io lo avrei seguito dopo qualche settimana.

CONTINUA........






Tower of London
 A sunday evening in Hyde park Serpentine lake
                                           Regent's Park