giovedì 31 luglio 2014

(cap 32) "And the winner is... "



LISBONA…!


Ebbene si dopo tante (ma tante taaante  considerazioni) ecco il nome della prossima destinazione.

Che  è arrivata ovviamente senza non poche perplessità.
Un ennesima volta io e LUI  a tavolino e valutiamo le nuove proposte lavorative. 
Un film già visto.

Ormai siamo bravi. La prima volta era stato meno divertente. La prima volta avevamo tanta (ma taaanta) paura di fallire.
La paura di fallire c’è anche adesso ma in noi si è creata una sorta di fiducia e uno spirito avventuriero tale da pensare che “forse” ce la si po’ fa’.
Se fosse arrivata solo la proposta di Lisbona sarebbe stato semplice.
Hai una proposta ,c’è poco da scegliere.
 E invece no.
 Troppo facile.
Insieme alla proposta di Lisbona ne arriva una nuova…un nota città di un ricco paese arabo(che non è ne’ la occidentale Dubai ne’ la figa Abu Dhabi, per intenderci ).
PANICO.
Ndo namo?
Considerazioni infinite. Giornate intere di considerazioni. E anche nottate.
Il contratto nella città araba propone tanti soldi ma una vita comunque sia…limitata.
Un benessere “finto”.
Ovviamente anche stavolta, così come lo fu per la Tanzania, ho passato ore su internet a leggere Blog, recensioni, informazioni ecc. ecc.
Le cose da valutare sono tante. E i soldi offerti sono tanti. Poi però pian piano inizi a chiederti 

come mai questi ti danno tutti ‘sti soldi…?”

Devi sottostare alle loro regole, al loro stile di vita. Che può anche piacere, per carità.
Tutto sta a capire come sei fatto tu.
Ci sono persone che morirebbero all’idea di poter guidare un porsche e frequentare posti superfighi ,andare a cena nel ristorante superfigo a mangiare roba superfiga con gente superfiga indossando borse/scarpe superfighe ( ho reso l’idea?)

Una vita da Red Carpet.

Si, ma non è la nostra vita.
Non è quello che io voglio dalla vita. Non è quello che LUI vuole dalla sua vita.

E allora ,dicevo ,io e lui ci siamo rimessi a tavolino per valutare tutte queste belle cose.
Un giorno eravamo a favore. Un giorno contro. Io addirittura sono stata capace di sostenere tesi diverse nell’arco della giornata. E anche nell’arco di poche ore.

Poi lui diceva a me    No,dai decidi tu.
E io       No,no decidi tu.

Due esemplari di cazzi confusi ( pardon me).
Abbiamo pure scritto pro e contro delle due città su un foglio di carta. Stile nomi-cose-città.
Roba da internamento immediato nel primo istituto di igiene mentale della regione Lazio.
Poi ad un certo punto abbiamo deciso.
Ed ha vinto Lisbona.
Città dove ne’ io ne’ lui siamo stati.
Ma…Lisbona è Europa.
In pratica è come se da Roma ci trasferissimo a Viterbo. Dietro casa, appunto.
La scelta di Lisbona è stata fatta dopo reali considerazioni delle nostre personalità. E’ una città che (pare) essere a misura d’uomo. E’ una città viva e culturalmente molto vivace.
L’opposto esatto della città araba.
Una nuova avventura ha inizio.
I dubbi e le perplessità ci sono sempre ma cerchiamo di scacciarli via con pensieri superpositivi e ottimisti.
Si parte!

I can’t wait
(direbbero gli anglofoni.)

   








domenica 13 luglio 2014

(Cap31)"Mini-decalogo per un colloquio di successo"


Nell'attesa delle prossime novità riguardo il Blog (a brevissimo) ,volevo riprendere un discorso già affrontato nel Cap. 29.

Nel penultimo post avevo infatti  parlato della situazione lavorativa in Italia.
E forse facendolo non ho messo molta positività al riguardo.
Anzi.
Mio fratello mi ha detto :
“Vale ,l’ho letto mentre stavo studiando e mi hai fatto venir voglia di chiudere i libri”
Oddio.
No. No. Non ci siamo. Non era quello che volevo far intendere.
 Mi spiego.
Stavo solo raccontando un mio punto di vista. Una mia esperienza.
Quella delle raccomandazioni è una storia vecchia. Vecchissima .E per quanto reale non dobbiamo assolutamente fare in modo che questo possa minimamente influenzare la nostra presentazione.
I raccomandati ci sono sempre stati e ci saranno sempre. C’è poco da dire, ma non dobbiamo dimenticare che c’è anche tanta gente che ricopre determinate posizioni perché se l’è sudato e guadagnato con anni e anni di studi e di gavetta.
Se ci fermiamo a pensare “tanto non mi  pijano ” non andiamo da nessuna parte.
E noi dobbiamo andare da una parte ben precisa.
Ho letto tanto, specie nell’ultimo anno.
Ho letto e ho visto alcuni video su Youtube sull’argomento.
E allora sono arrivata a una sorta di conclusione.
Una sorta di check-list da tenere in considerazione prima di presentarsi per una candidatura.
Mi riferisco  chiaramente a candidature di tipo generico.

1.       Innanzitutto parliamo dell’ invio della candidatura.
Il web offre tanto, tantissimo. Attraverso il web puoi inviare una candidatura a Sidney.
O a Civitavecchia.
E’ un mezzo indispensabile.
Ma proprio per questo suo essere vasto ,può anche portarci fuori strada.
Personalmente, preferisco, portare i CV a mano. Anche se, chiaramente, non è sempre possibile.
Dipende anche dal tipo di azienda a cui si deve applicare.
Ad ogni modo la cosa più importante è focalizzarsi verso un obiettivo. E’ vero ,verissimo, che le proposte lavorative sono scarse ma ciò non toglie che siamo persone valide e abbiamo anche noi delle ambizioni precise. Quindi monitorare costantemente siti delle aziende che ci interessano e ovviamente le pagine riguardanti le candidature. Mi è capitato   di essere chiamata per un colloquio proprio per la tempestività dell’invio della candidatura. E viceversa di non essere stata chiamata per non averlo mandato in tempo.

 2.      La chiamata.
Bene. Ci hanno chiamato. Il primo passo è stato fatto.
Adesso si fa sul serio. Personalmente vado sempre preparata ai colloqui e cerco di prepararmi anche dei discorsi. Studio l’azienda attraverso la pagina web e cerco notizie sui motori di ricerca.
Per esempio ,riguardo le compagnie aeree cerco di documentarmi su quanti e quali aerei hanno, che basi operative  e che progetti futuri hanno in programma. Cerco di leggere  i  forum e se posso contatto personalmente qualcuno che ci lavori già anche tramite i Social Networks .E’ importante capire l’azienda e anticipare le possibili domande che possano farti. Oltre a fare bella figura il Recruiter penserà di aver davanti una persona professionale e interessata alla posizione.

3.  Il giorno del colloquio.
   Neanche a dirlo la sera prima evitate Hangover (sbornie) e notti brave. Cercare di riposare      indiscutibilmente ci farà apparire il viso più rilassato.
   L’abbigliamento è un punto fondamentale.
  “L’abito non fa il monaco…?” SBAGLIATO.
  Un abbigliamento consono è fondamentale, a prescindere dalla posizione che si sta andando   a ricoprire. Cercate di essere formali e naturali .Niente personalizzazioni eccessive. Evitate  collane e  bracciali rumorosi. Per le donne un trucco sobrio e una pettinatura semplice.  Nessun profumo forte.
  Per gli uomini barba curata e suit. Se potete togliete i piercing e coprite i tatuaggi.      
  Negli ultimi colloqui ho visto gente davvero poco presentabile. Attenzione, gente  qualificatissima.                                  
 Puoi avere anche 2  lauree ma e se  poi arrivi a un colloquio con le scarpe sporche e i capelli lucidi (non di gel ) non chiederti come mai non hanno scelto te.
4.Puntualità.
Ovvio. Non dovrei neanche evidenziarlo. Ma magari nel caso in cui il colloquio non sia nella vostra città, cercate  di organizzarvi preventivamente su taxi, treni, aerei.
In aereo vedevo gente letteralmente dare di matto quando c’era ritardo sui voli del mattino e mi raccontavano che dovevano andare a fare un colloquio o un concorso.
 Non fare mai  pieno affidamento nei mezzi di trasporto.(A meno che non vivi a Copenaghen).
Scioperi, ritardi e vulcani islandesi dal nome impronunciabile potrebbero rovinare i vostri piani.
5. In Azienda
Bene siamo arrivati in azienda. Siate molto discreti e pensate che probabilmente ci saranno altri uffici dove altra gente sta magari lavorando. Togliete le suonerie. Ed evitate di parlare a voce alta.
Presentarsi al personale addetto all’accettazione.
Cercare per quanto possibile di avere un leggero sorriso stampato in faccia.
Con questo non voglio dire che dovete avere il sorriso di un clown. Ma magari la persona che ti passa accanto potrebbe essere proprio la persona che andrà a esaminarti.
6 .Attesa
In genere fanno un elenco in base al numero dei candidati.
E da li bisogna aspettare il propri turno. Sono attese snervanti. E lo sono per tutti.
Ma evitate di bere 35 caffè e di fumare 2 pacchi di sigarette. Cercate il più possibile di distrarvi .Io a volte porto un libro, oppure faccio conoscenza con gli altri candidati. Anche loro saranno tesi come voi e magari parlare dell’ultima vacanza può farvi rilassare entrambi.

7.Colloquio
Eccoci. Dicono il vostro nome.
L’adrenalina è alle stelle. Per quanto io cerchi di essere sempre rilassata, quel momento esatto mi fa venire le palpitazioni. Che per fortuna ,in genere, terminano appena mi siedo con la commissione davanti.
In genere trovi davanti a te 2-3 esaminatori che ti osservano con un volto privo di emozioni.
Delle volte sei più fortunato e troverai esaminatori con un finto sorriso di plastica (specie nel settore naviganti).
E’ il tuo momento.
In genere iniziano sempre con il “….ci parli un po’ di lei…”
E li… VENDITI.
Devi vendere la tua professionalità al meglio.
Non esagerare con i superlativi. E con le menzogne.
Cerca invece di dire la verità.
Sii umile. Umile ma determinato.
Ovviamente cercate di non toccarsi anelli, capelli ecc. Classici gesti di nervosismo.
Se invece ci sono colloqui di gruppo, in genere vedono anche come interagisci con gli altri. In questo caso evita di parlare sopra altri o di prevalere. Otterresti l’effetto contrario.
Se la lingua del colloquio  non è la tua lingua madre cerca di parlare lentamente e di scandire bene le parole (specialmente in inglese si tende a parlare velocemente).
Parla delle esperienze lavorative presenti nel CV  e cerca di ricordarti bene le date.
Quando l’interlocutore vi pone una domanda lasciatelo terminare. Se una risposta non la sapete provateci comunque. Spesso proprio il modo di gestire quella situazione di stress può essere interpretata dagli esaminatori.
Ovviamente non fare mai domande su stipendi ,ferie ecc .
Se ve ne parlano loro è un conto. Ma quelle sono notizie che avrete in un momento successivo.
(Specialmente in Italia lo stipendio non viene mai menzionato, al contrario  all’estero è probabile che l’esaminatore possa affrontare l’argomento).
Se vi vengono fatte domande scomode ,tipo “Ha intenzione di sposarsi?” o “Ha intenzione di avere figli?” evitate di fare facce strane ma rispondete cercando di dire quello che vi fa stare meglio.
Al momento di congedarsi consiglio sempre di sorridere ,ringraziare e ,se possibile, stringere la mano.
Cercare di non trascinare sedie o di fare rumore con i tacchi o dimenticare fogli, documenti,borse  ecc.

8.L’attesa
Altro momento di attesa. Se le candidature erano tante probabilmente dovrete aspettare qualche giorno per l’esito della selezione.
Ovviamente cercate di non pensarci.
In genere scambio sempre qualche contatto con gli altri candidati in modo da capire quando e se iniziare a rassegnarmi all’idea di non ricevere risposta.
Sconsiglio vivamente di chiamare per sollecitare.
Controllare chiaramente la vostra email e evitate di lasciare il telefono senza suoneria (cosa che accade a me).


E’ andata bene?
Può anche darsi che vi richiamino per un altro iter selettivo o delle visite mediche di idoneità. Dipende dal tipo di mansione.

E’ andata male…?
Beh …succede. Vuol dire che non era il VOSTRO momento. O magari realmente non eravate tagliati per quell’azienda. Anziché inveire contro gli esaminatori (sti stronzi…) cercate di capire se e dove potete aver sbagliato. Può capitare a tutti di non passare un colloquio. Non è la fine del mondo.
Penso anche che il destino possa giocare un suo ruolo.
Ricordo ancora la dura sconfitta di non essere presa all’ ultimo colloquio  di un lungo iter selettivo nella compagnia di bandiera.
La presi malissimo. Ma se mi avessero presa non avrei potuto fare l’esperienza che ho fatto successivamente  in un’altra azienda più piccolina ma che mi ha dato davvero tanto sia professionalmente che soprattutto a livello umano. E si sa non si cresce solo con il lavoro.

Con questa sorta di check-list non è mia intenzione fare la “maestrina “ o dispensare consigli “scontati”.
E un mio mini-decalogo su come affrontare al meglio un’ esperienza del genere. Anzi è proprio il mio mini-decalogo che ho imparato dalle mie ultime selezioni.

Beh allora… cross finger  ! :) 
















giovedì 3 luglio 2014

My life inTanzanìa (Cap 30) " Goodbye Dar es Salaam "




Sapevo che Dar es Salaam sarebbe stata una città momentanea.

In fondo l’ho sempre saputo.

Prima o poi sarebbe saltata fuori l’opportunità di una azienda X che proponeva un contratto migliore nella città Y.
Sapevo che quel giorno sarebbe arrivato.
Il giorno in cui avrei dovuto lasciare tutto.
E già uscivano le lacrime solo al pensiero.
Ho iniziato a “piangere” (simbolicamente) 6 mesi fa.

Quante cavolo di cose ho imparato qui in un anno?
Chi ero io un anno fa  e chi sono io adesso?
Fondamentalmente sempre la stessa persona. Non voglio dire quelle cose scontate tipiche da chi lascia l’Africa.
Semplicemente le mie percezioni sono cambiate.
Ho imparato un sacco di cose. Ho conosciuto un sacco di persone.
Tutte persone che mi hanno insegnato qualcosa.
Sono arrivata qui più di un anno fa reduce da una perdita di un lavoro a tempo indeterminato.
Non ero il massimo della felicità. Anzi avevo proprio le balls girate.
Eppure anche se le circostanze non erano di certo le migliori ,in fin dei conti, se ciò non fosse accaduto non avrei mai e poi mai fatto un’esperienza simile. Ovvero  vivere un anno in Tanzania, uno stato dell’East Africa.
Magari avrei fatto un viaggio .Quello si. Ma la vacanza è una cosa completamente diversa. Niente di lontanamente paragonabile.

Molte mattine, mentre andavo in albergo,guardavo la gente per strada .Non facevo altro che pensare a quanto sono stata fortunata di aver avuto una possibilità del genere.
 E ridevo alle parole che mi disse la mia Teacher a Londra (Capitolo 5).
Viste le mie espressioni perplesse sul trasferimento in Tanzania non fece altro che sottolinearmi la FORTUNA di fare una simile esperienza e quanto questa mi avrebbe arricchito. Non ci credevo tanto. Pensavo che lei fosse esagerata.
Mi sono ricreduta delle sue parole per i successivi 12 mesi .E non smetterò mai di ringraziarla per avermi dato tanta positività.

La  notizia di dover lasciare Dar è arrivata come una doccia gelata. Anche se in qualche modo ero pure preparata.
Da un lato l’emozione e la felicità di una nuova avventura in un’altra città e  da una parte la realizzazione del fatto che, per quanto sicuramente tornerò a Dar, non vivrò più qui. Non sarei più stata una che vive qui.

Le mie ultime settimane a Dar sono state particolari. Apprezzavo maggior mente ogni singola cosa. Anziché scattare foto, come ero solita fare, posavo la macchina e guardavo con i miei occhi. Volevo quei momenti e quelle immagini unicamente per me .Non volevo condividerle con nessuno.
Dar es Salaam non è stata solo una esperienza .E’ stata una prova.
Dar mi ha permesso di provare di nuovo. Di rimettermi in gioco. Mi ha dato tanta forza in me stessa.
Mi ha permesso di ricominciare.
E i risultati sono stati molto al di sopra delle aspettative.
Ho conosciuto il Presidente della Repubblica della Tanzania. E Sir Bob Gendolf. E ministri e personaggi televisivi.
Ho conosciuto  anche e soprattutto persone meno famose ma ,che in un modo o nell’altro, rimarranno impresse dentro di me. Per sempre.
Ho imparato cose che neanche mi sarei sognata .Ho imparato cose che non pensavo potessero esistere.
Ho imparato un lavoro nuovo. Ho imparato un nuovo stile di vita.
Questa esperienza è stata talmente stupenda da volerci pure fare un BLOG.
Chi doveva dire a me 5 anni fa che avrei fatto un BLOG sulla Tanzania.
Un’esperienza bellissima anche questa che mi ha dato tante soddisfazioni.
In primis di poter condividere un po’ di Tanzania anche con voi. Ho cercato di descriverla nel miglior modo possibile anche se è rimasto sempre e solo  un mio personale punto di vista. Una mia personale visione.
Probabilmente altre persone che hanno vissuto qui vi parleranno di una Tanzania completamente diversa. Chissà .
In fondo sappiamo bene che ognuno vede con i propri occhi. Quello che per te può essere bello per me può non esserlo e viceversa.

Una nuova avventura sta per incominciare. Ma il blog inevitabilmente cambierà nome.

Il nome della nuova città è praticamente certo.
Ma preferisco ancora non renderlo ufficiale. Anche perché ufficiale non è.Non del tutto.
Lo comunicherò a breve insieme alle novità riguardo proprio il l Blog.
Non ho scritto tanto ultimamente perché sono stata impegnata tanto con il lavoro ma tra qualche settimana avrò finalmente il tempo per potermi dedicare anche a questo(confesso che scrivere mi è mancato tanto).


Non mi piacciono gli Addii. Quindi ,anche se solo simbolicamente, NON li faremo.
Asante Sana Tanzania, Qwaeri urafiki.
(Grazie Mille Tanzania ,arrivederci amici)