giovedì 22 maggio 2014

My life in Tanzania (Capitolo 28)"Parliamo un pò di Dar es Salaam"

Strano ma vero ,ma mi sono resa conto di non aver mai parlato  di Dar es Salaam.

Ho accennato in alcuni post qualcosa della città ma non ne ho mai parlato nello specifico.

Dar es Salaam è una città “strana”.
Molti sostengono sia quasi formata da più “città” al suo interno  sia per  le enormi dimensioni dei singoli quartieri ma anche per le  tantissime differenze che questi presentano l’uno con l’altro.

Dar es Salaam ,che significa “porto della pace”, è una città africana ma che ha notevolmente risentito delle influenze  indiane e arabe.

E non è una città turistica.
Il turista medio vi transita generalmente 1-2 giorni per poi andare a fare i Safari o per andare nelle bellissime  isole ,di cui la più conosciuta è  Zanzibar. Anche se molti  viaggiatori, atterrano direttamente negli aeroporti di Zanzibar  o di Kilimangiaro evitando addirittura di passarci proprio da Dar.
Semplicemente la città non offre tantissimo dal punto di vista turistico anche se, ovviamente ,potrebbe averne un grosso potenziale, vista l’eccellente posizione sulla costa.

Viverci invece  è un altro paio di maniche.
Innanzitutto è una città abbastanza costosa.
Che è una cosa che non ti aspetti minimamente. Questo luogo comune,che in Africa tutto si trovi a costi inferiori rispetto ai nostri, sicuramente non è applicabile a Dar.
Gli affitti per esempio sono carissimi.
E se mai ne trovassi uno per le tue tasche devi considerare che tutti i proprietari pretendono da 6 mesi a 1 anno anticipato per l’affitto di un appartamento.

Una  pazzia.

Questo è il motivo per cui molte aziende,che offrono lavoro qui, propongono la casa  tra i benefits.
Altrimenti poca gente verrebbe qui a lavorare.
Mi riferisco chiaramente agli expats ,gli stranieri, come noi.
Che siamo tantissimi. Molti inglesi, americani ,indiani, cinesi ,tedeschi,italiani,francesi.
Tutti qui per motivi di business. In genere si rimane 2-3 anni, dipende dal tipo di contratto lavorativo.
Come spesso accade, arrivi piangendo e te ne vai piangendo.Perché nel frattempo ti sei affezionato e non vuoi andar più via.Ho conosciuto tanta gente che qui c'e' rimasta e non e' piu'tornata in Europa,integrandosi perfettamente e parlando lo swahili come un tanzano.

Un grande tasto dolente della città è il traffico.
E’ una città trafficata.

Ho detto trafficata?

No scusate… spaventosamente  trafficata.
Dopo che sei stato a Dar es Salaam il raccordo anulare di Roma alle 8 di mattina ti sembrerà una stradina della Cornovaglia.
Si rimane imbottigliati nel traffico per ore.Ed è snervante.
Per questo è consigliabile vivere vicino alla propria sede di lavoro.
Sono rimasta imbottigliata nel traffico anche per 3 ore.
Leggende narrano che qualcuno abbia anche superato le 6 ore.
Bisogna avere davvero tanta pazienza.
Si potrebbe ridurre il traffico creando semplicemente delle rotonde e eliminando alcuni dei mille semafori. Oppure mettendo a posto le strade in modo da aumentare le corsie.
Ma lo faranno,ne sono sicura. Mi piace essere fiduciosa.
I controllori del traffico in genere  non fanno altro che aumentarlo.Loro e la Polizia a Dar non solo intralciano  il traffico ma sono anche “famosi” perché ti fermano spesso e con un pretesto qualunque (più delle volte inesistente)ti fanno una multa o ti vogliono portare in centrale .E allora gli dai una “mancia” e loro dimenticano l’accaduto. 
Come ogni cosa, inizialmente ti escono gli occhi di fuori per i nervi e poi invece ti abitui.
A me è capitato solo una volta mentre guidavo io ma tantissime volte mentre guidava qualcun altro.Ed è davvero ridicolo.E non pensare minimamente  tu,caro expat,  di poter fare il paladino della giustizia e pensare di cambiare le cose.
Non funziona così.
Ti devi adeguare TU e accettare la situazione. That's all.

Quando sono venuti a trovarmi dei miei amici dall’ Italia  mi sono quasi trovata in difficoltà quando mi chiesero  di “visitare” Dar.
Eppure alla fine siamo riusciti a fare un bel giretto e a vedere e scoprire una pazza città come questa.

Innanzitutto partirei dalle isole di Bongoyo e Mbudya.
Dar es Salaam risente delle alte e basse maree quindi capita sovente che la mattina non ci sia possibilità di fare il bagno in spiaggia (cosa alquanto fastidiosa).
Motivo per cui spesso si preferisce andare nelle isole.
Mbudya è raggiungibile dal White Sands Hotel con una barchetta. Il costo è di circa 5 euro a/r e quando arrivi devi pagare una specie di tassa in quanto è una Riserva Naturale. Lo spettacolo è assicurato.








Quando arrivi i tipi che gestiscono l’isola ti chiedono “cosa vuoi mangiare”.
In genere la scelta va in base al pescato del giorno.
In linea di massima puoi scegliere tra pesce alla griglia, aragosta o calamari accompagnato da patatine fritte.
Ovviamente un pasto che mangerai senza posate. Ma forse il bello è anche questo.


Bongoyo invece si raggiunge dallo Slipway Hotel e anche li trovi una barchetta che ti porta più o meno con la stessa cifra nella deliziosa isoletta.




Il mio secondo giorno in Tanzania andai all’isola di Mbudya. Per questo motivo l’isola ha per me un valore quasi “affettivo”.
Mi piace considerarlo il mio primo contatto con la Tanzania.
Ci torno ogni volta che posso e ho deciso pure di passare li il giorno del mio trentesimo compleanno.Sapevo che un compleanno del genere me lo sarei ricordato per sempre.



Sicuramente consiglio di visitare il Mercato del pesce.
Il mercato del pesce di Dar es Salaam è uno dei più grandi dell’Africa orientale.
Al mattino arrivano le barche dei pescatori che lasciano li  pesci di ogni  tipo e per tutto il giorno fino all'imbrunire non si fa altro che mercanteggiare su tavoli improvvisati.


Non è consigliato fare foto. Non amano essere fotografati se non ti conoscono.
L’ideale è farsi un’ amico sul posto e chiedere a lui il "permesso"di scattare.
Lui è “l’amico” e questi  sono i miei scatti













Il mercato è diviso in due sezioni.
In una c'e' il mercato del pesce vero e proprio e in un'altra invece c'è un mercato normale ,di frutta,verdura, roba per la casa e anche la possibilità di farti cucinare il pesce.
Questo però lo consiglio a stomaci molto "forti".


Passeggiare per il centro della città è una cosa che secondo me va fatta. Pur non essendoci nulla di concreto da vedere.
 Ma solo guardare la gente e vederla nella loro quotidianità è per me stato sempre oggetto di curiosità .In centro vive poca gente. E’ principalmente sede di uffici ,banche, Ngo ,ministeri ecc.









Facendo uno stage nel settore “vendite” ero anche spesso in giro per la città prendendo appuntamento con i clienti.
Non sembrerebbe nulla di difficile. E in effetti non lo era. Se non… trovare le vie.
Che non esistono.
Solo alcune strade hanno i nomi. Ma ancor più grave…NON CI SONO NUMERI CIVICI.
Che è una tragedia se devi cercare un determinato ufficio.
Se chiedi a una tale azienda il loro indirizzo della sede centrale questa potrebbe risponderti che si trovi, per esempio a
  Ohio Street vicino la Barclay bank prima di Subway e dopo la sede DHL.

Vi giuro.

E sta cosa all'inizio mi lasciava davvero perplessa. 
Così chiedevo alle colleghe come facessero a ricevere ad esempio la posta. 
La posta la ricevono in genere alla sede centrale, attraverso una casella postale.

E  i documenti? La posta importante? Le bollette? chiedevo.La mia collega mi guardò stralunata.

Ma via email ,Vale!

Ah!Vero…
In pratica quella arretrata sono risultata io! :)


Chiaramente se conosci la città è molto più semplice individuare i punti a cui far riferimento.
Chi come me conosceva poco la città,in particolar modo il centro, downtown,la ricerca di un determinato cliente poteva durare anche ore. 
Per fortuna c'era con me Hamis,altrimenti credo sarei ancora in giro per la città a chiedere informazioni.

 Ovviamente in pole pole style :)

 L'importante è NON stressarsi.



Consiglio anche di vedere i mercati. Famoso, grandissimo e pieno di ogni mercanzia è il mercato di Kariakoo.
Ma è davvero molto grande e consiglio, se potete ,di andare con un amico del posto ,di evitare di portare borse o roba varia perché è molto famoso anche per gli scippi.
Dimenticatevi li di portare una reflex o macchine appariscenti
.Ovvio.Tornereste senza.
Io preferisco il mercatino di Mwenge. Sia perché più piccolino e sia perché pare il rischio di scippi sia inferiore.




Potete trovare di tutto. Dalle stoffe agli oggettini in ebano.
All'interno dei negozi ci sono gli artigiani che lavorano. In condizioni disumane delle volte.






Carino anche se un po’ turistico è il mercatino vicino lo Slipway. Trovi la stessa roba ,magari a prezzi leggermente più alti. Ma a mio avviso è molto più tranquillo .Gli stessi venditori non ti assalgono proponendoti di comprare la loro roba ma ti invitano a guardarla .

Le spiagge di Coco beach o Mwalambezi sono anche una meta che personalmente suggerisco.
Ma  non spiagge dove prendere il sole...vi guarderebbero tutti come degli idioti.
Spiagge dove fare il bagno ,se la marea lo permette, o dove prendere una birra con gli amici.






Per il resto…beh vi confermo il fatto che non è una città che merita un’intera vacanza ma visitarla potrebbe essere interessante ,se siete di passaggio.
Sicuramente Dar non rappresenta l’immagine dell’Africa che tutti abbiamo nella nostra mente.
E’ una città che si evolve molto rapidamente .E cresce a dismisura.
I racconti degli amici o colleghi che vivono qui da tanto mi parlano di una Dar completamente diversa rispetto a 10-15 anni fa.
Alcune zone erano unicamente delle paludi.
Chi ci ha vissuto e vi ritorna trova significativi miglioramenti.
Assurdo ma vero,mi dicevano che il traffico è addirittura migliorato.
Per esempio i Bajaj sono stati introdotti negli ultimi 5 anni. Prima c’erano c'erano taxi simili ma erano...bici (un'esempio lontano dei nostri risciò,per intenderci).
Poi mi raccontano che le strade asfaltate erano pochissime.O che per trovare una farmacia dovevi fare anche 50 km.
Per certe cose invece la città presenta ancora delle problematiche di base che non sono state risolte.
Per esempio la nettezza urbana.
 Non esistono cassonetti dell’immondizia per strada.
Noi ,a casa,i rifiuti  li mettiamo in un bidone che si trova all'interno del residence.
Poi questi sacchi vengono  messi in uno stanzino dove poi una volta a settimana passa un camion a ritirarlo.

(Da notare la signora per terra che sta semplicemente riposando)



Chissà con che occhi vedrò io Dar tra 10 anni!

Vedremo!!!


 A presto!






sabato 17 maggio 2014

My life in Tanzania (Capitolo 27) 'Le 10 cose che mi mancanodell'Italia'



Ci sono cose che non ti mancano assolutamente. E lo sappiamo.
L’Italia ,vista con gli occhi di un’ italiano  è più o meno la stessa.Espatriato e non.
La critica è alla porte. In Italia non va bene nulla e non c’è futuro.
Un po’ Catastrofica ,come sempre.

E invece oggi pensavo a tutte quelle cose che mi piacerebbe fare appena arrivata in Italia. Pensavo a tutte quelle cose che in effetti mi mancano tantissimo. Cose per certi versi ovvie ma che, ad esempio 3 anni fa, non avrei mai minimamente pensato mi sarebbero un giorno  mancate così tanto.
Quando vivi fuori le tue percezioni sono totalmente diverse.Forse tendi quasi a idealizzarla la tua terra.

Ad ogni modo queste sono le prime cose che in effetti mi vengono in mente:

       1- CAMMINARE!
Riutilizzerò le mie gambe per camminare.
Lo so che sembra assurdo ma non è una cosa che manca solo a me. Parlando con tutti gli altri expats noto che è una delle cose che pesa a tutti. Sia italiani, che svedesi o finlandesi.
Qui non si cammina mai,non ci si sposta mai a piedi.
Ed è una cosa che in Italia davo per scontata …fare una normalissima passeggiata.
Tanto scontata che delle volte mi scocciavo e prendevo la macchina. Pensa tu, che stupidità!
Invece tra poco in Italia potrò uscire di casa e andare a piedi.
 UTOPIA!
Che poi oltre al fatto che a Dar non ci sono marciapiedi, siamo anche in piena stagione delle piogge. Se trovi un pezzo di strada che ti sembra percorribile a piedi stanne certo che è un fogna aperta.

Meglio non provare.     
  
 
        Passeggiata a Modica (Rg)



      2 -   PARLARE NELLA MIA LINGUA…SEMPRE.

LUI,il mio boyfriend, è italiano e parlo anche italiano con amici italiani qui a Dar.
Ma nella maggior parte delle ore della mia giornata comunico con le persone in inglese e per quanto delle volte sia un bene (perfezionare una lingua non può che essere vantaggioso)devo dire che dopo 10-12  ore di fila può stancare terribilmente (per fortuna sempre meno).
Inoltre in inglese perdo parte delle mia ironia tipicamente italiana.
E soprattutto perdo  le battute che tutti facciamo nei nostri dialetti.
Un “camaffari?” (Che facciamo,in catanese) o un “te possino” (romano) non hanno corrispondenze in inglese. O almeno io ancora non le ho trovate.

Dajeeee



     3- PARLARE CON LA TUA AMICA E …VEDERLA DAL VIVO
Grazie a skype, whats up & co., l’ho detto tante volte ,essere expat è davvero più facile.
 Le notizie belle (e a volte anche le brutte )viaggiano velocemente.
Ma nessun social network potrai mai sostituire ovviamente il contatto con le persone.
Di questo te ne rendi conto davvero quando vivi fuori. Perchè non hai alternativa.
Sto iniziando ad avere una sorta di insofferenza ai social network. Proprio perché è realmente il mio unico modo di comunicare con gli amici e con la famiglia.
A volte non si chiede come si sta, si va nella pagina del profilo per vedere se va tutto bene.
Mi è capitato tempo fa di sentire un amico e di raccontargli varie novità e la sua risposta fu ma non lo hai scritto su facebook.

TERRIBILE.

Cosa c’è di più bello che parlare (dal vivo) con la tua amica e ridere fino a sentirsi male (senza smile e faccine varie?)
Priceless

     4 -LA FAMIGLIA
Quando ce l’hai accanto non ti rendi conto o te ne rendi conto solo in parte  quanto hai bisogno di parlare con i genitori. I miei ,per fortuna sono giovani e in salute  e non hanno realmente bisogno di me.
Però i genitori sono due e loro sono il punto fermo della tua vita e lo saranno sempre.
Indiscutibilmente ti mancano tanto. Loro capiscono tutto anche se non parli.


    5 - Il MIO MERAVIGLIOSO BROTHER
Io e mio fratello abbiamo 10 anni di differenza. Abbastanza.
Mi sento un po’ mamma e un po’ sorella con lui. Una via di mezzo.
Un po’ come una mamma vorrei evitargli tutte le str… che ho fatto io nel passato ma come una sorella voglio che si goda la vita al massimo e si diverta.
E mi manca tantissimo. That’s all .

     6- Lo SPRITZ
  Non inteso unicamente come alcohol, ovviamente, ma più come momento quando incontri gli amici.
Una sera “easy “,una sera qualunque.
 Davanti a uno Spritz parli di progetti, ti vengono idee, rispolveri il passato ,guardi il futuro e ti fai tante ma tante risate.
Ho conosciuto tanta gente qui a Dar.
Gente meravigliosa, davvero.
Ma le amicizie di sempre sono un’altra cosa. E si sa.
       Aperitivo a Marzamemi (Sr)

   7 -LO SPORT
Pur essendoci qui a Dar delle palestre è chiaro che non possono essere paragonate a quelle italiane. Ma non è questo il punto.
Piu' che la palestra mi manca lo sport all’aria aperta,nel mio caso correre,che mi piaceva davvero tanto.
Qui correre per le strade equivale a una persona che si vuole lanciare nel Tevere.
E’ un suicidio premeditato.
Non esiste nessuna concezione di sport, di parco pubblico,di natura.(Chiaramente mi riferisco unicamente a Dar,non alla Tanzania).
 La gente in genere qui non ama fare sport, lo considerano troppo stancante. E inutile.
Meglio mangiarsi un piatto di Mishkaki e patatine.

8 -CUCINARE
 Mi manca tanto cucinare.
In Italia,la mattina ti svegli con un’idea ,vai al supermercato o al mercato, la acquisti e la cucini.
STOP.
Al 99 % trovi tutti gli ingredienti.
Qui no. Quello che trovi te lo fai piacere e basta.
Però passa la creatività. Che sta alla base del cucinare.
 Quindi a parte le cose “basiche”della sopravvivenza non faccio altro.
       Cacio e Pepe

9 -LE ZANZARE ITALIANE
In  Tanzania il problema delle zanzare è purtroppo reale.
La malaria esiste e non ha pietà per nessuno.
E la dengue.
Quindi quando una zanzara ti punge ti fai davvero diecimila pippe .Potrebbe essere LEI.
Motivo per cui lo spray antizanzare è per me diventato un  valido compagno di vita giornaliero.
Lo metto in automatico. La mattina e la sera. Più volte al giorno.
Inizialmente la mettevo unicamente dopo il tramonto. Momento in cui si ha possibilità attirare le zanzare portatrici di MALARIA.
E invece no. Quest’anno oltre alla malaria c’è stato un aumento di casi di DENGUE, una febbre meno pericolosa della malaria ma sempre da evitare.
Io non sono una che si angoscia. Attuo la tecnica del “non ci penso” e fino adesso non ho mai avuto nulla.
 Però pensate a quanto possa essere inquietante vedere una zanzara e pensare che questa possa farti passare un mese a letto in fin di vita.

W le simpatiche e innocue zanzare italiane.

 10- SHOPPING
Inizialmente pensavo che non sarei sopravvissuta per mesi interi senza comprare una borsa, una pashmina o un paio di scarpe.
E infatti per certi versi non ce l’ho fatta.
Ho cercato  di colmare il desiderio irrefrenabile e impulsivo di acquisto, tipico femminile, dandomi alla frutta e alla verdura.
LUI si trova la cucina  piena di manghi e papaye senza capirne il vero motivo.
E un impulso che è difficile da gestire .
Provate a immaginarvi voi stessi senza comprare nulla per mesi e mesi (tranne alimenti).
Sicuramente avrò uno shock cardiogeno nel primo Zara in cui entrerò.
 L’ho messo in conto.




venerdì 9 maggio 2014

My life in Tanzania (capitolo 26) 'I matrimoni tanzani'










Eccoci qui.
Vi avevo accennato nel penultimo post  la magnificenza dei matrimoni a Dar es Salaam.
Facendo uno stage in un albergo proprio nel settore “eventi” ho avuto modo di vedere da vicino le caratteristiche principali di questo evento principesco.
C’è da chiarire subito che ci sono tantissime varianti.
Sicuramente dipende molto anche dalla religione.
In Tanzania dovete sapere che metà della popolazione è cattolica (molto credente) e l’altra metà è musulmana( non estremamente rigida,anzi).
Quindi i matrimoni possono essere di vario tipo proprio per questo motivo.
E a loro volta un matrimonio cattolico o musulmano può essere differente in base alle usanze della famiglia.
Chiaramente molto dipende dallo status sociale.
Per questo motivo devi fare vedere il meglio
Di più.
Più "dimostri" quel giorno più farai capire quanto sei ricco.
(Ma questo modo di fare, purtroppo,non accade solo in Tanzania).
Partiamo dal fatto che la funzione celebrativa in se  arriva ad essere la cosa meno importante.
Più importanti sono gli eventi pre-matrimonio.
Sia musulmani che cattolici qui amano fare delle particolari feste prima della cerimonia.
Per la futura sposa c’è il Kitchen Party e per il futuro sposo il Bag Party.



La mia amica Rose e una sua amica a un Kitchen party




Rose a un Send-off party

Sono degli addii al nubilato e celibato.
Al Kitchen party sono presenti infatti solo donne. E’ un festa di dimensioni variabili. Dai credo 20 ai 200 e passa invitati. Trucco,parrucco e vestito sono alla perfezione. Ci si prepara per giorni a questo evento e lo aspettano impazientemente. Si mangia,si balla e si beve e si ricevono i regali di nozze.
Lo stesso per gli uomini con il Bag party,cibo,e drinks balli e regali.
Personalmente ne ho visti qualcuno e vi devo dire che sono come i nostri ricevimenti di matrimonio, ne più ne meno (solamente mooolto vistosi)
Poi qualche giorno prima del matrimonio c’è il Send-off che è la festa vera e propria con tutti i parenti e amici. Tutti insieme stavolta. E’come una festa in cui i genitori degli sposi danno il loro augurio a una nuova vita insieme. E anche questo è come il nostro normale ricevimento.
Poi per ultimo,in genere di sabato ,arriva la celebrazione del matrimonio dove non necessariamente tutti gli invitati delle feste dei giorni precedenti presiedono.
In genere direttamente dopo il matrimonio gli sposi partono per il viaggio di nozze oppure partono il giorno dopo e quella sera fanno una cena con i parenti stretti.
I tanzani amano le feste e gli eventi. E non se ne perdono neanche uno.
 E puoi portare chi vuoi.
 Più si è e più ci si diverte. 
Gli infiltrati non sono un problema anche perché il servizio ai tavoli in genere non c’è ed è quasi sempre a buffet.
Avete presente i matrimoni sbrilluccicosi americani kitch?
Ecco… più pailletes e lustrini sono presenti più loro sono contenti.



Na’ cosetta sobria e intima,vah.
In genere se la festa sull’invito è alle 19 la gente non si presenta prima delle 21.
E’ una regola.
Io pensavo ai primi eventi che avessero annullato la festa.
E invece no.
 Dopo 2 ore o più iniziano ad arrivare gli invitati.
 Inizialmente si beve e si balla. Senza sosta. Ballare e bere.
E non toccano cibo .Dopo qualche ora vengono messi a disposizione dei tavoli e ognuno se ha fame si mette in fila e prende la roba con il suo piatto.

Questi tavoli con il buffet hanno varie pietanze… si passa dagli antipasti ,ai piatti principali al dolce e alla frutta.
 Che mettono tutto in uno stesso piatto per non fare la fila di nuovo.
Quindi può capitare di mangiare il pollo tandoori con una fetta di cheesecake.

Mi sentivo male solo a guardarli      ....mhm... sapore delicatissimo.

Vederli ballare è divertentissimo. Anche in queste occasione non manca il twerking.
La twerk dance.
Solo che ti capita di vedere pure la vecchietta che fa twerking con il marito.
Una scena che può segnare la tua vita.
Per sempre.
Ci sono anche le damigelle che sono vestite tutte allo stesso modo che ci provano con i testimoni dello sposo,vestiti anche loro allo stesso modo.
Fa molto film americano.





Ma parliamo invece dei costi??
Se già da noi in Italia la gente fa carte false con mutui e prestiti per poter fare un (e dico UN) ricevimento pensate a quanto possa essere dispendioso farne tre.
E non pensiate che ,qui a Dar, sia solo e unicamente la gente ricchissima a fare questo genere di eventi.
Ma anche e soprattutto quella fascia intermedia di cui parlo spesso.
I non poveri (ma non ricchi) che cercano di posizionarsi nella società.
Un matrimonio di un certo tipo,per loro, non accresce solo il prestigio degli sposi ma il prestigio delle due famiglie.
Anche se in Italia non è proprio così ,dobbiamo dire che delle volte carrozze e fuochi d’artificio mi fanno pensare alla Tanzania (visto davvero nel quartiere di San Cristoforo a Catania)
 Principi e principesse per un giorno.

BRR. Brividi.




Io poi sono particolarmente allergica ai matrimoni quindi non faccio testo.Mi rendo conto di non essere la persona più adatta a parlare dell'argomento.
L'argomento matrimonio esce spesso con le colleghe/amiche tanzane.Per loro è assurdo che io e LUI non siamo sposati e viviamo sotto lo stesso tetto. 
Why? mi chiedono 
Loro amano i matrimoni e non hanno minimamente idea del significato della parola convivenza.
Proprio non capiscono il motivo.
Pur avendolo spiegato 100 volte.
Mah!


Comunque sia ecco qui una descrizione di un matrimonio tanzaniano medio.
Che può essere carino da vedere.

Una volta.




Ringrazio Rose per la gentile concessione della sue foto.
Asante Sana ,Dada.